La République, emblema di un’Europa che si è suicidata

di Daniele Trabucco*

Era una raffigurazione blasfema dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci? Sì lo era, anzi no, era una rappresentazione di un banchetto pagano, o forse era il richiamo a un dipinto, Il festino degli dei, dell’artista del Seicento Harmensz van Bijlert, come dicono quelli secondo cui solo i cattolici e i sovranisti hanno interpretato erroneamente. Tra le scuse del Comitato olimpico internazionale e le precisazioni e i distinguo della direzione artistica, a fronte della cerimonia inaugurale delle olimpiadi di Parigi 2024 un dato è evidente, sotto gli occhi di tutti: l’assunzione, a modello di riferimento, di una umanità irriconoscibile che si è eclissata, che ha rinunciato a vivere e si è suicidata.

Il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con le sue affermazioni banali e retoricamente vuote, ha elogiato la cerimonia, dal momento che rappresenterebbe i “valori inclusivi” dell’Unione europea. Ora, a parte il fatto che nessuno si interroga mai sul loro fondamento filosofico, ha ragione il filosofo e giurista tedesco Carl Schmitt (1888–1985) quando, nella sua opera La tirannia dei valori, titolo preso da Hartmann, spiega come ogni valore postuli sempre un giudizio di disvalore nei confronti di tutto ciò che gli si oppone, sfociando in questo modo, appunto, in una vera e propria tirannia dei valori o meglio di alcuni valori, ovvero quelli che si oppongono al principio di realtà. La raffigurazione scenica di Parigi diventa, in questo modo, l’emblema dell’accoglimento pieno della modernità, la quale, negando la natura dell’uomo determinata da una sua essenza, fa proprio il concetto gnostico di una natura indeterminata che l’uomo può plasmare a proprio piacimento (Pico della Mirandola). La persona umana non si autodetermina più secundum esse, bensì unicamente in forza del velle volutum, della propria volontà, trovando ordinamenti, e quello francese più di tutti gli altri, che assecondano l’evoluzione dello stesso principio personalistico ispirato al pensiero decostruzionista e post–strutturalista.

È scandaloso che la Santa Sede, a oggi, non abbia assunto una posizione ufficiale di condanna (in ragione del fatto che molti cattolici hanno percepito la raffigurazione come blasfema), al di là della giusta presa di posizione espressa dalla Conferenza episcopale francese. Al contrario, ci hanno pensato la Repubblica islamica dell’Iran (nella fede islamica, in particolare nel Corano, Cristo è ritenuto un grande profeta), che ha convocato l’ambasciatore di Francia a Teheran, e la prestigiosa Università al–Azhar del Cairo, in Egitto. Quasi tutti, tranne Victor Orbán e alcuni politici a titolo personale, sono stati vergognosamente silenti. Non si possono mica mettere in discussione i “valori inclusivi”, mortali e mortiferi, dell’Occidente…

*docente di Diritto costituzionale e Diritto pubblico comparato presso la Scuola superiore per mediatori linguistici / Istituto di grado universitario San Domenico di Roma

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