di Luke Coppen
Il vescovo belga Daniel Verstraete, che il 31 luglio scorso ha festeggiato il centesimo compleanno, è membro di uno dei gruppi più esclusivi del mondo. È infatti uno dei soli quattro padri conciliari ancora in vita tra coloro che parteciparono al concilio ecumenico tenutosi a Roma dal 1962 al 1965.
Chi sono i membri di questo quartetto, gli ultimi dei quasi 2.450 padri conciliari che presero parte all’evento cattolico più significativo del XX secolo? Vediamo.
Cardinale Francis Arinze (91 anni)
Il cardinale nigeriano Arinze è senza dubbio il più noto del gruppo. E con i suoi 91 anni è anche il più giovane.
Nacque nel 1932 da genitori che praticavano la religione tradizionale africana e lo chiamarono Anizoba. Lo mandarono a una scuola missionaria e all’età di nove anni fu battezzato, prendendo il nome di Francis. Fu ordinato a Roma nel 1958.
Mentre il Concilio Vaticano II volgeva al termine, nel 1965, fu nominato vescovo coadiutore della sua diocesi di Onitsha. All’età di 32 anni era all’epoca il più giovane vescovo cattolico del mondo. Partecipò alla sessione finale del Concilio Vaticano II, che si concluse l’8 dicembre 1965.
Due anni dopo diventò arcivescovo di Onitsha. Nel 1984 fu chiamato a Roma per prestare servizio presso il Segretario per i non cristiani (oggi Dicastero per il dialogo interreligioso) e in seguito come prefetto della Congregazione per il culto divino.
Arcivescovo Vittorino Youn Kong-hi (99 anni)
Victorinus Youn Kong-hi nacque da una famiglia cattolica a Nampo, nell’attuale Corea del Nord, nel 1924. Fu ordinato sacerdote nel 1950 e un anno dopo nominato cappellano in un campo per rifugiati della guerra di Corea, nella città portuale di Busan.
Dopo aver studiato a Roma alla fine degli anni Cinquanta, fu nominato primo vescovo della diocesi di Suwon, nella Corea del Sud nord-occidentale, nel 1963. Partecipò alla seconda sessione del Concilio Vaticano II, tenutasi quell’anno, così come alla terza e alla quarta sessione nel 1964 e nel 1965.
Nel 1973 fu nominato arcivescovo di Gwangju, nella Corea sud-occidentale, e ricoprì la carica di presidente della Conferenza episcopale cattolica della Corea dal 1975 al 1981. Si ritirò nel 2000.
In un libro pubblicato nel 2022, ha affermato di credere che la Chiesa cattolica stia crescendo in Corea del Nord, nonostante la continua persecuzione da parte delle autorità.
Vescovo Daniel Verstraete (100 anni)
Daniel Alphonse Omer Verstraete nacque a Oostrozebeke, in Belgio, nel 1924. Entrò a far parte degli Oblati di Maria Immacolata e fu ordinato sacerdote nel 1950.
Lasciò il Belgio all’età di 27 anni, prestando servizio inizialmente nella township sudafricana di Soweto, per poi lottare contro il sistema di segregazione razziale dell’apartheid.
Nel 1965 fu nominato responsabile della Prefettura apostolica del Transvaal occidentale in Sudafrica, appena creata dalla diocesi di Johannesburg. Ciò gli consentì di partecipare alla sessione finale del Concilio Vaticano II, tenutasi quell’anno.
Nel 1978 la Prefettura apostolica divenne la diocesi di Klerksdorp, e Verstraete ha ricordato in un’intervista che la mossa allarmò i protestanti locali. Ha detto di aver stretto amicizia con un pastore che inizialmente aveva espresso timori sul “pericolo romano”.
“Sono andato a parlargli e siamo diventati amici”, ha raccontato. “Per me, non si è mai trattato del numero di anime presenti all’Eucaristia. Per me, si trattava di portare le persone a Cristo”.
Vescovo José de Jesús Sahagún de la Parra (102 anni)
Il vescovo José de Jesús Sahagún de la Parra è l’unico padre conciliare delle Americhe ancora in vita.
Nacque a Cotija, un comune nello stato messicano di Michoacán, nel 1922. Fu ordinato sacerdote della diocesi di Zamora nel 1946.
Nel 1961 fu nominato primo vescovo della diocesi di Tula, nel centro del Messico. In questa veste, partecipò alla prima, seconda e quarta sessione del Concilio Vaticano II.
Nel 1985 fu nominato primo vescovo della diocesi di Ciudad Lázaro Cárdenas, nella parte meridionale dello stato di Michoacán.
Fonte: pillarcatholic.com