Il calo della pratica religiosa tra i cattolici canadesi sembra un dato costante, ma da qualche tempo è apparsa una tendenza diversa. Ne parla il rapporto del centro di ricerche Cardus intitolato The Shifting Landscape of Faith in Canada. Se da un lato la ricerca conferma che in Canada gli indicatori religiosi tra coloro che si identificano come cattolici sono complessivamente diminuiti dal 2017 (tali indicatori includono credere in Dio, leggere regolarmente le Scritture, avere un’esperienza di Dio nella propria vita, pregare regolarmente e partecipare regolarmente ai servizi religiosi), dall’altro riscontra un’eccezione tra i cattolici canadesi più giovani. “Stiamo assistendo a quella che sembra essere una sorta di rinascita all’interno della Chiesa e ciò va contro la vecchia tesi del secolarismo secondo cui più una società diventa secolarizzata, meno è religiosa”, afferma Andrew Bennett, direttore del Faith Communities Program di Cardus. “Viviamo probabilmente in uno dei paesi più secolarizzati del mondo, ma vediamo che molti giovani sono ben lungi dall’abbandonare la Chiesa. In realtà, vi stanno entrando”.
Più il Canada si inoltra nella secolarizzazione, più il cattolicesimo diventa un’opzione attraente per i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 34 anni. I cristiani più giovani, afferma la ricerca, sembrano essere più convinti e impegnati nel seguire gli insegnamenti e le pratiche della fede rispetto alle generazioni dei loro genitori e nonni. “Sempre più spesso vediamo giovani, che siano nelle scuole superiori, nelle università o nei luoghi di lavoro, che non accettano le idee dominanti nella società, ma cercano integrità, autenticità e qualcosa di duraturo. E ciò li porta a tornare alla Chiesa, là dove vedono che la fede cattolica contiene una verità oggettiva e universale, che non è una filosofia che cambia con il vento, ma è una persona: Gesù Cristo”.
Il rapporto Cardus mostra che i canadesi al di sotto dei quarant’anni che si identificano come cattolici hanno quasi il doppio delle probabilità, rispetto ai cattolici più anziani, di partecipare ai servizi religiosi almeno una volta al mese. Inoltre, l’81% dei giovani cattolici sotto i 35 anni afferma di credere nella vita dopo la morte (percentuale che sale al 91& tra le donne), rispetto al 60% dei cattolici più anziani.
Un’altra ricerca Cardus, intitolata Still Christian (?), mostra che un numero crescente di giovani “stanno iniziando a desiderare una vita più tradizionalmente cattolica”.
D’altra parte, basta guardare a qualsiasi chiesa in cui si celebri la santa messa tradizionale: i giovani sono in continuo aumento. È il caso della Sacra Famiglia di Vancouver, parrocchia in cui la messa tradizionale è frequentata da un numero crescente di giovani e di giovani famiglie.
Padre Kent Grealy, vicario parrocchiale della Holy Family Parish, ritiene che il fenomeno sia spiegabile non solo con una fuga dagli ideali della cultura moderna, ma anche con la scoperta di un senso superiore per la vita, qualcosa che conduce le persone di quella fascia d’età direttamente al Vangelo. “I giovani adulti si trovano in quel punto della vita in cui probabilmente guardano al matrimonio o a relazioni più sostanziali. Ciò li spinge a scoprire il Vangelo, che mostra loro come la direzione nichilista e materialista della modernità rende la vita non degna di essere vissuta”.
Eric Chow, dell’arcidiocesi di Vancouver, ritiene che una causa significativa dell’aumento sia riconducibile al forte desiderio presente nei giovani adulti di trovare il loro ruolo all’interno della Chiesa e un posto nella loro vita quotidiana. “La parola che mi viene in mente è identità”. Negli ultimi cinque anni, Chow ha supervisionato un team di formazione laica che supporta il rito di iniziazione cristiana per gli adulti dell’arcidiocesi, vari ministeri per giovani adulti e la formazione catechetica dei laici. “Prima di lavorare per l’arcidiocesi, ho lavorato per il Catholic Christian Outreach, movimento di studenti universitari dedicato all’evangelizzazione e attivo nei campus di tutto il Canada. Lì abbiamo visto un aumento del numero di giovani adulti impegnati nella vita delle loro comunità parrocchiali locali”.
“Questi giovani – spiega Chow – hanno fame di qualcosa di più di una semplice comunità, qualcosa che non si limiti a un gruppo di preghiera una volta alla settimana. C’è stato un cambiamento. Ciò che vedo nei giovani adulti è il desiderio di vivere il cattolicesimo realmente, in modo autentico, nelle scelte della vita. Penso quindi che ogni parrocchia dovrebbe considerare come fornire supporto a questi fedeli. Si tratta di pensare a come le parrocchie possano formare questi giovani adulti circa l’identità religiosa, le vocazioni, il loro rapporto con Dio”.
Fonte: bccatholica.ca
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Nella foto, fedeli in preghiera davanti alla parrocchia della Sacra Famiglia a Vancouver