di Alessandro Mirabelli
Caro Valli,
ieri sono stato alla Messa vespertina presso la parrocchia della Madonna del Suffragio ad Alessandria.
L’omelia è durata quattro minuti (cronometrati), infarcita di banalità, insulsaggini e luoghi comuni.
Non è la prima volta che mi capita di ascoltare in quella parrocchia mini – omelie rigorosamente insulse. Ho scritto al vescovo chiedendogli di autorizzare quel sacerdote a non tenere l’omelia nei giorni festivi. Nel suo caso è meglio passare direttamente dal Vangelo al Credo.
Ma non è finita qui.
Quella parrocchia a metà degli anni Novanta fu devastata architettonicamente dal parroco del tempo, fu demolito l’altare maggiore (che non esiste più) e al suo posto fu posta la cosiddetta tavola – mensa.
Il Santissimo Sacramento è stato sfrattato e ora si trova in una cappella laterale.
Ieri sera il ministro straordinario (una donna) è andato a prendere la pisside portandola dalla cappella laterale al presbiterio e consegnandola al celebrante. Il ministro straordinario è rimasto nel presbiterio accanto al sacerdote, e quando questi ha pronunciato le parole “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo” alzando l’Ostia e il calice, anche il ministro ha fatto lo stesso.
Dal Novus Horror Missae alessandrino è tutto.