Storia della Chiesa / Cina, 1955. Un vescovo coraggioso grida “Viva Cristo Re!” in faccia alle guardie rosse di Mao

Una pagina di storia della Chiesa. Metà degli anni Cinquanta del secolo scorso: un vescovo coraggioso resiste in faccia agli scherani di Mao Tse-tung. Il prelato, uno dei tanti ecclesiastici vittime del regime comunista cinese, è monsignor Ignatius Kung Pin-mei (1901 – 2000), vescovo di Shanghai (primo vescovo cinese nativo della città) e futuro cardinale, il cui primo processo da parte del “tribunale del popolo” in un sobborgo della sua città episcopale, nel 1955, ci viene descritto in un articolo del 1974. Arrestato in quello stesso 1955, il vescovo restò in carcere in isolamento fino al 1985. Anche dopo il Concilio Vaticano II, continuò a celebrare la messa secondo il vetus ordo. Giovanni Paolo II lo creò cardinale in pectore nel 1979, ma solo nel 1991 la nomina poté essere resa pubblica.

Chissà che cosa avrebbe pensato un vescovo come Ignatius Kung Pin-mei dell’accordo fra Vaticano e Cina del 2018…

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Una folla di circa quattromila cattolici, per lo più studenti, si riunì nella piazza dove si sarebbe svolto il processo.

In abiti civili e con le mani legate dietro la schiena, il vescovo fu costretto a salire su una piattaforma, dove avrebbe dovuto ascoltare la lettura delle accuse mosse contro di lui dai comunisti. Poi i rossi lo misero davanti a un microfono e gli ordinarono di confessare tutti i suoi “crimini” e di chiedere perdono al popolo.

Senza perdere un minuto, monsignor Kung, con voce forte, gridò tre volte: “Viva Cristo Re!”.

La folla, entusiasta di tanto coraggio, rispose in coro: “Viva il nostro vescovo!”.

Per evitare violenze popolari a favore del prelato, i comunisti lo fecero subito salire su un’auto della polizia, che lo riportò in prigione (l’Annuario pontificio del 1972 riporta la gloriosa formula “in carcere per la Fede” dopo il suo nome).

E oggi, nella Cina di Mao, la Chiesa cattolica romana ha ufficialmente cessato di esistere.

Ma Dio permette queste apparenti sconfitte, perché la Chiesa possa manifestare bellezze ed eroismi mai visti prima. Ieri, oggi, sempre, il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani!

Fonte: Catolicismo, n. 285, settembre 1974

Nell’immagine, foto con autografo di monsignor Kung Pin-mei  per la sua consacrazione episcopale (1950)

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