Caro Aurelio,
alla fine della tua lettera parli di “un momento di turbamento personale”. Non so di che cosa si tratti, ma sappi che ti sono vicino, specie nella preghiera.
Quanto a me, dici che avverti nelle mie parole uno stato di sofferenza. Devo essere sincero: forse sofferenza c’è stata tempo fa, quando ho incominciato ad aprire gli occhi di fronte ai tradimenti nella Chiesa. Ora più che di sofferenza parlerei di fastidio. Questi falsi pastori impegnati a inseguire il mondo, questi traditori che non custodiscono il tesoro ma lo svendono, mi irritano e perciò cerco di starne alla larga.
Non la faccio lunga perché in proposito ho già parlato tante volte, forse troppo. Dico solo che verso questi falsi pastori avverto un senso di estraneità, lo stesso che, d’altra parte, avverto verso quasi tutta la realtà attuale, dalla cultura all’informazione, dalla politica al costume. Mi sento uno straniero, a volte un alieno. Non mi riconosco in nulla e in nessuno.
Ovviamente ci sono le eccezioni e ci sono gli amici. Ed è con loro che, in modo magari un po’ confuso, vivo questa singolare esperienza che chiamo la costruzione della polis parallela, una città diversa in tutto e per tutto da quella in cui materialmente sono inserito. Una città in cui i punti di riferimento sono non soltanto differenti ma opposti rispetto a quelli del mondo.
Nella polis parallela vige la regalità di Cristo, sotto tutti gli aspetti. Nella polis parallela la legge è quella divina. Nella polis parallela al primo posto c’è Dio con i suoi diritti. Nella polis parallela la verità non è quella imposta dalle narrazioni dominanti e non è quella stabilita dalla maggioranza. È una persona e a ha un volto: quello di nostro Signore Gesù.
L’esperienza di vita nella polis parallela è simile per molti aspetti a quella dei dissidenti nell’Europa dell’Est prima della caduta del muro. La definizione stessa di polis parallela l’ho presa in prestito dai rappresentanti di Charta ’77 in Cecoslovacchia. A fronte delle false verità imposte dalla narrazione dominante, nella polis parallela sappiamo che il re è nudo.
Ormai nell’analisi dei mali ci siamo soffermati a sufficienza e il quadro è delineato piuttosto chiaramente. Ora si tratta di costruire, di ricostruire.
Per quanto riguarda la vita ecclesiale, vedo una situazione in rapida e profonda evoluzione. Gli schemi del passato non valgono più. Rispetto a una chiesa ufficiale apertamente apostatica (parlo di chiesa ufficiale per intenderci, e perché non trovo un’altra espressione più appropriata), i centri di autentica vita spirituale stanno cambiando. A volte è un gruppo di laici, a volte è un singolo sacerdote, a volte sono piccole comunità di sacerdoti e laici. Anche i luoghi in cui rendere culto a Dio stanno cambiando. La santa messa secondo l’usus antiquior è il cuore di queste esperienze, che poi di volta in volta, secondo le situazioni e le possibilità, si declinano in vari modi, anche in campo formativo. Clandestine o semiclandestine, sono realtà che attirano sempre di più ma che, comprensibilmente, preferiscono agire sotto traccia.
Insomma, il tempo della sofferenza attonita è passato. Ora per gli operai di nostro Signore è il tempo di dissodare il terreno per prepararlo a un nuovo raccolto, affidando tutto a nostra Madre e ai santi. La consapevolezza di fondo è una sola: la Chiesa non è nostra, non appartiene a noi. Non sarà il nostro efficientismo a segnarne il destino. Tutto è dono. La chiesa soffocata dai tradimenti e dalle ideologie (la sinodalità è soltanto l’ultima della serie) rinasce nella preghiera grata, nell’adorazione, nella contemplazione. Ciò che ci è chiesto non è di essere attivisti, ma uomini di fede. Il che implica un giudizio.
Tutto è dono, e io sono grato al Signore per ciò che mi sta donando. La gioia che provo non è la falsa gioia figlia della subcultura peace and love cara alla chiesa che vuol piacere al mondo. È un’intima gioia che deriva dallo stupore di fronte al miracolo del dono che si rinnova.
continua
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Caro Aldo Maria… 8 agosto 20024
Caro Aurelio… 9 agosto 2024
Caro Aldo Maria… 21 agosto 2024