Sulle letture ascoltate ieri a messa
Ieri il rito ambrosiano mi ha donato alcune letture di particolare spessore. E, come sempre, al momento giusto.
Dal secondo libro dei Maccabei (2Mac 7,1-2.20-41) mi tengo stretta la risposta data dai sette fratelli al re: “Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri”. E poi quella dell’ultimo fratello rimasto in vita e anch’egli pronto al sacrificio: “Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè”.
Dalla seconda lettera di san Paolo ai Corinzi (2Cor 4,7-14): “Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e ovunque la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale”.
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 10,28-42): “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima…”. “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada…”.
E così sia.