Le radici del Sinodo bergogliano sulla sinodalità e le sue implicazioni eretiche
Padre Dominique Bourmaud è andato incontro alla sua ricompensa eterna il 4 settembre 2021, un mese prima che Francesco annunciasse la sua intenzione di “creare una Chiesa diversa” con il Sinodo sulla sinodalità. Sorprendentemente, però, padre Bourmaud era stato in grado di descrivere l’essenza della Chiesa sinodale già in un suo libro del 2003, Cent’anni di modernismo:
La Chiesa tyrrelliana è elastica come il suo dogma. La nozione di un organismo ecclesiastico completo prodotto direttamente da un fiat divino il giorno della Pentecoste è pura fantasia. La Chiesa non è un’istituzione come l’impero ecclesiastico del Vaticano; è la vita di un popolo in progresso. L’ispirazione di Cristo ha messo in moto la Chiesa per prima; è sufficiente che mantenga quel movimento fino alla fine dei tempi. La Chiesa monarchica, romana, deve essere nettamente distinta dalla coscienza collettiva del Popolo di Dio, che è sempre sana e robusta, e che possiede veramente autorità e infallibilità.
Gli architetti del Sinodo sulla sinodalità potrebbero produrre una descrizione accurata e succinta del loro diabolico progetto semplicemente sostituendo, nella descrizione di Bourmaud, l’aggettivo “tyrrelliana” con “sinodale”.
Ma come fece Bourmaud a prevedere accuratamente la Chiesa sinodale più di vent’anni fa? Per capirlo, dovremmo considerare brevemente chi fu padre George Tyrrell.
L’articolo del 2019 di Charles Coulombe sul Catholic Herald — L’eretico della settimana: George Tyrrell — offriva i seguenti dettagli:
George Tyrrell (1861-1909) era figlio di un giornalista anglicano di Dublino. Cresciuto in povertà, si convertì nel 1879 e si unì ai gesuiti l’anno seguente. A quel tempo, la filosofia dominante nelle istituzioni gesuite era una specie di tomismo peculiare a loro stesse, mediato attraverso il filosofo gesuita del XVI secolo Francisco Suárez. In disaccordo con questa posizione, padre Tyrrell entrò in conflitto con altri membri della facoltà e nel 1896 fu trasferito a Farm Street, la celebre chiesa del suo ordine a Londra. Lì scoprì l’opera del filosofo francese Maurice Blondel, che lo influenzò pesantemente. Nel 1899 padre Tyrrell pubblicò un libro che attaccava la scolastica in generale. Sosteneva che le verità della fede devono essere riespresse in ogni epoca, anche se ciò significa contraddire le precedenti espressioni della fede. Le sue opinioni, simili a quelle sostenute da un certo numero di gesuiti e domenicani, erano viste come un’erosione della natura immutabile del cattolicesimo. A padre Tyrrell fu chiesto di ritrattarle nel 1906, ma si rifiutò di farlo e fu quindi espulso dalla Compagnia di Gesù. L’anno seguente, papa san Pio X nel decreto Lamentabili e nell’enciclica Pascendi condannò queste idee, chiamate “Modernismo”, la “sintesi di tutte le eresie”. Padre Tyrrell, che attaccò questi documenti sul Times di Londra, fu scomunicato nel 1908 e morì nel 1909.
Quindi Tyrrell era un gesuita modernista scomunicato che “sosteneva che le verità della fede devono essere riespresse in ogni epoca, anche se ciò significa contraddire le precedenti espressioni della fede”. Era, in questo senso, proprio come i gesuiti modernisti di oggi, tranne per il fatto che lui fu scomunicato. Se Francesco e i suoi compagni gesuiti modernisti avessero promosso le loro eresie durante il tempo di san Pio X, anche loro sarebbero stati scomunicati.
La “Chiesa tirrelyca”, come l’ha definita padre Bourmaud, è quindi la visione eretica di Tyrrell di ciò che dovrebbe essere la Chiesa cattolica, e incredibilmente i documenti del Sinodo di Francesco sulla sinodalità hanno descritto la Chiesa sinodale essenzialmente negli stessi termini usati da padre Bourmaud per descrivere la Chiesa di Tyrrell: elastica, in via di sviluppo, in movimento e basata su una coscienza collettiva del Popolo di Dio.
Ecco, ad esempio, un passaggio dall’Instrumentum laboris del Sinodo del 2023 , che san Pio X avrebbe condannato per le stesse ragioni per cui condannò le eresie di Tyrrell:
Un termine così astratto o teorico come sinodalità ha cominciato a incarnarsi in un’esperienza concreta. Dall’ascolto del Popolo di Dio emerge una progressiva appropriazione e comprensione della sinodalità “dall’interno”, che non deriva dall’enunciazione di un principio, di una teoria o di una formula, ma si sviluppa dalla disponibilità a entrare in una dinamica di parola, ascolto e dialogo costruttivi, rispettosi e oranti. Alla base di questo processo c’è l’accoglienza, sia personale che comunitaria, di qualcosa che è insieme un dono e una sfida: essere una Chiesa di sorelle e fratelli in Cristo che si ascoltano a vicenda e che, in questo modo, vengono gradualmente trasformati dallo Spirito.
Tutto nella Chiesa sinodale è dinamico e pronto a prorompere dai confini precedentemente accettati. L’unica vera certezza è che lo “Spirito” non guiderà mai la Chiesa sinodale a tornare a ciò che san Pio X avrebbe riconosciuto come cattolico.
Nonostante la sua natura chiaramente eretica, solo una manciata di vescovi ha pubblicamente suggerito che ci fosse qualcosa di problematico nell’Instrumentum laboris del Sinodo del 2023, quindi è naturale che si si ritrovino analogie nell’Instrumentum laboris del 2024:
Grazie alla guida dello Spirito, il Popolo di Dio, partecipe della funzione profetica di Cristo (cfr LG 12), «discerne i veri segni della presenza e del disegno di Dio negli avvenimenti, nelle esigenze e nei desideri che condivide con il resto dell’umanità contemporanea» (GS 11). Per questo compito ecclesiale di discernimento, lo Spirito Santo dona il sensus fidei, che può essere descritto come «la capacità istintiva di discernere le vie nuove che il Signore sta rivelando alla Chiesa» (Francesco, Discorso per il 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015). Il discernimento impegna quanti vi partecipano a livello personale e tutti quanti vi partecipano insieme a livello comunitario a coltivare disposizioni di libertà interiore, di apertura alla novità e di fiducioso abbandono alla volontà di Dio, per mettersi in ascolto reciproco per sentire «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2,7).
Così, nella Chiesa sinodale, lo “Spirito” guida il Popolo di Dio (che include tutti i battezzati, non solo i cattolici) a trovare “nuove vie”. Di conseguenza, dobbiamo “coltivare disposizioni di libertà interiore, essendo aperti alla novità”. Con “novità”, gli architetti sinodali intendono generalmente “eresia”.
Tutto ciò è allarmante ma, in larga misura, la maggior parte di noi ha comprensibilmente ignorato il Sinodo intenzionalmente ridicolo sulla sinodalità, con tutta la sua eterodossia caricaturale. Quelli di noi che sono al sicuro nelle nostre comunità cattoliche tradizionali hanno poco di cui preoccuparsi dal Sinodo: non ci stanno ascoltando, e quindi perché noi dovremmo ascoltare loro?
Allo stesso tempo, vale la pena ricordare che san Pio X condannò essenzialmente le stesse idee moderniste quando avevano una visibilità molto minore di quella che hanno ora con il Sinodo. Dio ha dato alla sua Chiesa la vigile opposizione di san Pio X al modernismo non solo per il beneficio di coloro che erano in vita nei primi anni del Novecento, ma per tutti noi. Eppure, come ha spiegato il vescovo Athanasius Schneider in una recente intervista, quelle idee moderniste oggi a Roma sono dilaganti:
Il modernismo filosofico e teologico, che papa Pio X condannò più di cento anni fa, si è realizzato in tutte le sue conseguenze devastanti nella vita della Chiesa dei nostri giorni. Inoltre, anche le autorità ecclesiastiche di alto rango ai nostri giorni stanno promuovendo questo modernismo con varie dichiarazioni e atti ufficiali.
Ciò costituisce sia un insulto a Dio sia un profondo pericolo per le anime. Tuttavia, come ha continuato a spiegare il vescovo Schneider, l’esistenza di queste idee moderniste (che vediamo così ampiamente sostenute nel Sinodo sulla sinodalità) consente a coloro che hanno la fede di servire Dio combattendo le eresie:
Sant’Agostino dice che Dio è così buono che non permetterebbe il male in alcun modo se non fosse abbastanza potente da poter trarre del bene da ogni male (vedi Enchiridion, 11). Attraverso le eresie vengono anche resi manifesti coloro che sono buoni e saldi cristiani, e la loro fede risalta ancora di più. E sant’Agostino ha spiegato ulteriormente: “Mentre la calda irrequietezza degli eretici suscita domande su molti articoli della fede cattolica, la necessità di difenderli ci costringe a investigarli più accuratamente, a comprenderli più chiaramente, e a proclamarli più seriamente; e la questione sollevata da un avversario diventa l’occasione di istruzione” (La città di Dio, 16:2). I malvagi, dice sant’Agostino, sono nella Chiesa affinché i fedeli possano esercitarsi nella pazienza o progredire nella saggezza.
In questa luce, il fatto che si tenga un Sinodo sulla sinodalità non è semplicemente un segno patetico che Francesco e i suoi seguaci hanno sbagliato strada. Ci chiede anche di opporci agli errori del Sinodo, in linea con il nostro dovere di stato. Il Sinodo è l’occasione d’oro per ogni chierico e teologo di servire Dio condannando caritatevolmente ma inequivocabilmente gli errori della Chiesa sinodale e affermando le verità cattoliche contrarie:
- Mentre il Sinodo afferma che le verità della fede possono evolversi fino ad assumere un significato diverso da quello che hanno sempre significato, noi affermiamo che le verità della fede sono immutabili.
- Mentre il Sinodo afferma che le verità della fede sono conosciute attraverso un processo di discernimento comunitario del Popolo di Dio, noi affermiamo che le verità della fede sono state date alla Chiesa da Dio.
- Mentre il Sinodo afferma che “tutti i battezzati” sono membri della Chiesa sinodale, noi affermiamo l’insegnamento di papa Pio XII nella Mystici Corporis secondo cui “devono essere inclusi come membri della Chiesa solo coloro che sono stati battezzati e professano la vera fede”.
- Mentre il Sinodo promuove il falso ecumenismo proliferato dopo il Vaticano II, noi affermiamo che la Chiesa cattolica resta l’unica arca di salvezza.
- Mentre il Sinodo incoraggia i cattolici ad “accompagnare” i peccatori e i loro peccati, noi affermiamo che la vera carità consiste nell’insegnare alle anime che dobbiamo tutti sforzarci di vincere i nostri peccati se desideriamo servire Dio e salvare le nostre anime.
Per decenni, i cattolici tradizionali hanno dibattuto se la “chiesa conciliare” sia qualcosa di distinto dalla “Chiesa cattolica”, con alcuni cattolici che rifiutano di vedere una vera separazione. Ma Francesco e i suoi collaboratori hanno fatto di tutto per chiarire che la Chiesa sinodale è una “chiesa diversa”, quindi qualsiasi esitazione potessimo avere nel denunciare gli errori della “chiesa conciliare”, ora non c’è più da esitare nella condanna. I cattolici tradizionali possono legittimamente non essere d’accordo su cosa significhi che gli aderenti alla Chiesa sinodale (come Francesco) siano in scisma con la Chiesa cattolica, ma dovremmo essere tutti in grado di concordare sul fatto che Dio non è onorato dal nostro silenzio mentre Francesco e gli architetti della Chiesa sinodale deridono apertamente Dio e la Chiesa cattolica con il loro spettacolo diabolico. Se amiamo Dio e la sua Chiesa cattolica, dobbiamo combattere la Chiesa sinodale di Satana.
Cuore Immacolato di Maria, prega per noi!
Fonte: remnantnewspaper.com
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Nell’immagine, padre George Tyrrell