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Sulla falsa benedizione di Bergoglio a Giacarta

Al termine di un incontro con giovani di diverse fedi a Giacarta, in Indonesia, papa Bergoglio ha impartito una benedizione senza segno della croce e senza invocare la Trinità. Una benedizione «valida per tutte le religioni», ha spiegato.

«Vorrei impartire una benedizione. Una benedizione significa dire bene, augurare bene qualcosa», ha detto. E poi: «Qui voi appartenete a religioni diverse, ma noi abbiamo un solo Dio, è uno solo. E in unione, in silenzio, pregheremo il Signore e io darò una benedizione per tutti, una benedizione valida per tutte le religioni. Che Dio benedica ciascuno di voi. Possa egli benedire tutti i vostri desideri. Possa benedire le vostre famiglie. Possa egli benedirvi qui presenti. Possa benedire il vostro futuro. Amen».

In conclusione, Francesco non si è fatto il segno della croce, come è consuetudine per qualunque cattolico, né ha invocato la Santissima Trinità.

Poiché l’Indonesia è composta da una popolazione in netta maggioranza islamica (’87%) e i cattolici sono solo il 3%, unanime è stato il coro di apprezzamento per Bergoglio da parte della stampa mainstream, che ha elogiato il suo gesto come segno di sensibilità.

E invece no. Quella benedizione senza croce è un’assurdità, ma soprattutto è tradimento e apostasia. Già sarebbe discutibile se Bergoglio fosse solo il signor Bergoglio, ma poiché egli si presenta, e va in visita ai paesi, quale papa della Chiesa cattolica, e poiché la benedizione cattolica avviene invocando il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e tracciando un segno di croce, Bergoglio si è comportato da infedele e ingannatore. E in quelle poche parole pronunciate a spiegazione della sua decisione ha detto vere e proprie eresie, perché non è vero che «noi abbiamo un solo Dio», e il Vicario di Cristo, il cui compito primario è di confermare i fratelli nella fede,  non può impartire «una benedizione valida per tutte le religioni».

Al primo anno di catechismo si insegna che il segno della croce «è il segno esteriore che distingue il cristiano dagli altri uomini». Ergo, il segno della croce non può essere separato dalla benedizione cattolica, e viceversa. Il cattolico che pretende di agire così si dissocia da sé stesso, dalla propria fede e dalla Trinità.

Fin dai tempi apostolici chi segue Gesù si fa il segno della croce e segna gli altri in questo modo. E nessun gesuita impostore e apostata potrà mai negarlo.

Ora viene da chiedersi: perché Bergoglio è andato laggiù, in Indonesia? Questi viaggi vengono definiti viaggi apostolici, ma che cosa c’è di apostolico in un’assurda benedizione che non è una benedizione? Bergoglio lo dica chiaramente, se ne ha il coraggio: il fine di queste visite è sempre e solo il dialogo, il vero dogma della chiesa neomodernista. Anzi, non solo il dialogo, ma il sincretismo, il mescolamento arbitrario di elementi religiosi incompatibili l’uno con l’altro. Al fine di proclamare una religione unica universale.

Anche gli sbaciucchiamenti che Bergoglio e l’imam di Giacarta si sono scambiati (sull’esempio di quanto avvenne già anni fa ad Abu Dhabi) vanno in questa direzione che suscita orrore e disgusto in ogni cattolico degno di questo nome.

Un amico mi scrive: “Sono senza parole. Ma per fortuna Bergoglio non è il papa”.

Lo ammetto. Di fronte a ciò che Bergoglio dice e fa diventa sempre più difficile considerarlo il successore di Pietro. Tale è lo sgomento, e la repulsione che suscita, da rendere difficile anche pregare per lui, per la sua conversione. Eppure, sostenere che costui non sia Pietro mi sembra una scorciatoia, un modo facile per eliminare il problema. E invece il problema c’è: Bergoglio ultimo (per ora) frutto avvelenato di un albero maligno che sta crescendo da molto tempo a causa del tradimento di tanti.

Signore, fino a quando?

 

Aldo Maria Valli:
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