L’arresto di Durov (Telegram) e la libertà di parola a rischio in Europa

di Angeline Tan

Lo scorso 24 agosto Pavel Durov, amministratore delegato e co-fondatore dell’app di messaggistica Telegram, è stato arrestato dopo essere sbarcato dal suo jet privato all’aeroporto Le Bourget, nei pressi di Parigi.

Secondo quanto riportato dalla Reuters, Durov “è stato oggetto di un mandato di arresto in Francia” a causa della sua presunta incapacità di moderare “una vasta gamma di crimini” su Telegram.

In particolare, ha riportato Sputnik News, la procura di Parigi ha affermato che Durov era sospettato di essere coinvolto in vari reati, tra cui la mancata fornitura di informazioni alle autorità e la gestione di un servizio di messaggistica presumibilmente utilizzato per diffondere materiale pedopornografico.

Dopo un primo ciclo di controinterrogatori collegati a un’indagine in corso su Telegram, iniziata l’8 luglio, il giudice incaricato del caso ha prolungato la detenzione di Durov fino a un massimo di 96 ore, sottoponendolo a ulteriori interrogatori.

Il quotidiano francese Canard Enchaine ha riferito che Durov avrebbe dovuto cenare con il presidente francese Emmanuel Macron il giorno del suo arresto. A sua volta, Macron ha apparentemente cercato di prendere le distanze dalla questione, affermando in modo poco convincente che l’arresto di Durov “non era in alcun modo una decisione politica”.

Al momento in cui scriviamo, Durov è stato rilasciato su cauzione di cinque milioni di euro, ma gli è stato intimato di presentarsi alla stazione di polizia due volte a settimana e gli è stato proibito di lasciare la Francia fino alla fine del processo.

In risposta all’arresto di Durov, Telegram ha pubblicato una dichiarazione in seguito alla detenzione di Durov, affermando che l’amministratore delegato “non ha nulla da nascondere” e che la moderazione della piattaforma rispetta il più possibile gli standard internazionali.

“Telegram rispetta le leggi dell’Ue, incluso il Digital Services Act: la sua moderazione è conforme agli standard del settore e in continuo miglioramento”, si legge nella dichiarazione .

Elon Musk, il miliardario proprietario di X (ex Twitter), ha criticato l’arresto di Durov, definendolo un attacco alla libertà di parola. In seguito, Musk ha deriso il motto della Repubblica francese che pretende di promuovere la liberté.

Allo stesso modo, durante un’intervista con il giornalista Tucker Carlson pubblicata il 26 agosto, Robert F. Kennedy Jr. ha lamentato il deterioramento della libertà di parola in Europa: “Abbiamo perso l’Europa. L’Europa ora non ha libertà di parola.”

L’avvocato di Durov, Dmitry Agranovsky, ha criticato aspramente l’arresto del suo assistito, dichiarando a RIA Novosti (citato da The European Conservative): “È come dare la colpa a un produttore di automobili, a un gigante dell’automotive, per il fatto che le sue auto vengono utilizzate per scopi criminali, o dargli la colpa di un incidente stradale”.

Durante un’intervista con Carlson nell’aprile 2024, Durov ha rivelato che le agenzie di intelligence occidentali, comprese quelle statunitensi, sono state instancabili nel tentativo di infiltrarsi in Telegram o di costringerlo a collaborare con loro.

Carlson ha commentato l’arresto di Durov dicendo: “Pavel Durov ha lasciato la Russia quando il governo ha cercato di controllare la sua società di social media, Telegram. Ma alla fine non è stato Putin ad arrestarlo per aver permesso al pubblico di esercitare la libertà di parola. È stato un Paese occidentale, un alleato dell’amministrazione Biden e un membro entusiasta della Nato a rinchiuderlo. Stasera Pavel Durov è in una prigione francese, un avvertimento vivente per qualsiasi proprietario di piattaforma che si rifiuti di censurare la verità su richiesta di governi e agenzie di intelligence. L’oscurità sta calando rapidamente sul mondo un tempo libero”.

Nel settore tecnologico, il fondatore e imprenditore di Proton VPN Andy Yen ha avvertito che, in seguito all’arresto “folle” di Durov e alle accuse contro di lui, non vede “come i fondatori di aziende tecnologiche possano recarsi in Francia, e tanto meno assumere personale in Francia”.

Ed ha aggiunto: “Questo è un suicidio economico che sta cambiando rapidamente e permanentemente la percezione dei fondatori e degli investitori”.

Sullo stesso tono, l’economista Philip Pilkington ha scritto in un articolo su UnHerd che la decisione di Parigi di trattenere Durov potrebbe spingere gli investitori ad abbandonare del tutto la Francia e l’Europa. “Il danno che questo potrebbe arrecare all’immagine della Francia agli occhi delle comunità tecnologiche e imprenditoriali è profondo”, ha avvertito Pilkington, suggerendo che l’arresto di Durov indica che “la posizione dello Stato francese sulla tecnologia è ora tale che potrebbe presentare gravi accuse penali contro le persone che sviluppano piattaforme di comunicazione”.

Fin dal suo lancio nel 2013, Telegram si è imposta come la principale app di social media al mondo nei paesi con libertà di parola limitata, secondo un rapporto di The European Conservative.

A un esame più attento, l’arresto di Durov non è del tutto sorprendente, dati gli atteggiamenti sempre più autoritari di alcuni paesi dell’Unione europea nei confronti delle opinioni dissenzienti. Tuttavia, la detenzione e il processo di Durov servono come un cupo avvertimento di ciò che verrà.

Secondo un rapporto dell’emittente di informazione mainstream BBC, alias “British Brainwashing Corporation [brainwashing in inglese sta  per lavaggio del cervello, N.d.T.], dall’altra parte della Manica, nella Gran Bretagna di Keir Starmer, la polizia ha arrestato Wayne O’Rourke di Lincoln, dopo aver stabilito che quanto da lui pubblicato su X durante le recenti rivolte di luglio conteneva “retorica anti-musulmana e anti-establishment”.

Associando il “sentimento anti-migranti” ai “sentimenti anti-establishment”, il governo radicale di sinistra di Starmer ha compiuto un passo significativo verso la repressione del dissenso e di chiunque osi sfidare la narrativa ufficiale.

Secondo il Times di Londra, Starmer è “intervenuto direttamente” per garantire che i procuratori fossero rapidi nel reprimere le critiche e il dissenso. (In precedenza, ho scritto un articolo in cui spiego come il governo di sinistra di Starmer stia cercando di aumentare la sorveglianza statale sui cittadini britannici, incluso l’uso di una tecnologia intrusiva di riconoscimento facciale). Benvenuti nella Gran Bretagna del 2024, un’eco del 1984 di George Orwell.

A luglio di quest’anno, il ministero degli Interni tedesco, guidato dal ministro radicale Nancy Faeser, ha messo al bando la rivista Compact, critica del governo, con l’accusa di “incitare all’odio” e “propagandare aggressivamente il rovesciamento dell’ordine politico”.

Il fondatore e caporedattore di Compact, Jürgen Elsässer, ha criticato la mossa di vietare la rivista senza alcuna base legale, affermando che era il governo tedesco, e non la sua pubblicazione, la vera minaccia alla democrazia. Vari legislatori tedeschi hanno salutato con favore la mossa di vietare Compactsecondo Apollo News.

Alcuni esperti legali hanno criticato aspramente la mossa del ministero, tra cui il professore di diritto costituzionale Volker Boehme-Neßle che ha scritto su X: “In Germania non c’è mai stata una violazione così estrema della libertà di stampa. Se Nancy Faeser rimane in carica, la dice lunga sul governo e sul suo rispetto per la costituzione, la libertà e la democrazia”.

Fortunatamente, una sentenza del tribunale del 14 agosto ha decretato che Compact è ora autorizzata a riprendere le pubblicazioni, almeno per il momento. Da allora, la rivista è stata rinominata Näncy, alludendo alla stessa Faeser, che ne aveva chiesto la chiusura.

Tuttavia, nonostante avesse proibito Compact a suo capriccio e senza basi legali, Faeser si è rifiutata sfacciatamente di dimettersi, come richiesto da alcuni, sostenendo che la sentenza della corte e la sua incapacità di reprimere Compact costituiscono un “processo del tutto normale” in uno “Stato governato dallo stato di diritto”.

Sebbene la “libertà di parola fine a sé stessa” non sia un insegnamento cattolico, i tentativi dei paesi europei sopra menzionati di reprimere tale libertà di parola sono preoccupanti, in particolare quando questi governi sostengono ideologie e programmi anticristiani.

Fonte: remnantnewspaper.com

 

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