Fede eucaristica e architettura religiosa. Perché non provare con la bellezza (e reintrodurre le balaustre)?

di Randall B. Smith

Alcuni lettori avranno forse notato che negli Stati Uniti la Chiesa cattolica negli ultimi anni si è sforzata di ripristinare la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Questo sforzo catechetico è nato perché un sondaggio del centro di ricerche Pew del 2019 rivelò che solo un terzo dei cattolici crede (o capisce) ciò che la Chiesa insegna sull’Eucaristia, vale a dire che Cristo è realmente presente nell’Eucaristia, presente come lo era per Maria e Giuseppe alla sua nascita, presente come lo era per gli undici nella sala superiore dopo la sua risurrezione dai morti, quando lo toccarono e mangiarono con lui.

I risultati del sondaggio del 2019 hanno spinto i vescovi degli Stati Uniti a lanciare un National Eucharistic Revival triennale. I lettori potrebbero aver visto, e alcuni potrebbero anche aver partecipato, a una o più processioni eucaristiche, che sono diventate più frequenti. Sono stati fatti anche sforzi catechetici per istruire i fedeli o farli riabituare a ciò che la Chiesa ritiene vero sull’Eucaristia.

Tutto ciò, a mio avviso, è positivo. Ma avrei un altro modesto suggerimento. Ci sono pochi modi di trasmettere la fede migliori di una buona liturgia fatta bene, in una chiesa ben progettata. Per molti cattolici di rito orientale, la liturgia è la principale fonte di istruzione religiosa. E quando si tratta dell’Eucaristia, potremmo dire la stessa cosa che la gente direbbe sulla differenza tra leggere un libro sulla ceramica e realizzare effettivamente un vaso su un tornio da vasaio. Una cosa è leggere un libro o un articolo sull’Eucaristia, un’altra cosa è vederla, essere presenti e partecipare effettivamente alla celebrazione. Se l’analogia della ceramica non vi fa capire la differenza, cambiatela in questo modo: una cosa è leggere qualcosa sui dinosauri, un’altra è vederne uno ed essere in sua presenza.

La fede cristiana è fondamentalmente una fede incarnata, il che significa che è sacramentale. In questa visione, tutta la creazione è destinata a essere intesa come un’incarnazione e uno strumento della grazia di Dio e dell’amore di Dio. La liturgia è un dono, un’incarnazione speciale ed espressione del sacrificio amorevole di Dio in Cristo, sacrificio a cui ci è concesso di partecipare. Quindi, come chiunque studi liturgia vi dirà, gli elementi corporei sono importanti: le immagini, i suoni, il modo in cui è orientato il vostro corpo. Tutti questi elementi sono, o sono destinati a essere, significativi e insegnano qualcosa. Sono, o dovrebbero essere, incarnazioni significative dell’atto sacrificale a cui abbiamo il privilegio di partecipare.

Quindi, che dire dell’Eucaristia? Bene, il primo consiglio è che, se vogliamo che i fedeli apprezzino l’Eucaristia, dobbiamo celebrare la santa messa bene, con riverenza. Nessuno crederà che l’Eucaristia sia il vero corpo e sangue di Cristo se il sacerdote la porta in giro come se portasse un bicchiere di vino o un piatto di cubetti di formaggio a un cocktail party serale.

Ma c’è qualcos’altro che si potrebbe raccomandare, qualcosa di più concreto: vale a dire, un ritorno all’uso della balaustra davanti all’altare. Diversi preti mi hanno detto che notano molto più rispetto verso l’Eucaristia quando la distribuiscono alle persone inginocchiate alla balaustra piuttosto che a persone che stanno in fila e in piedi di fronte a loro.

Qualcuno potrebbe dire: “Ma non dovrebbe essere la stessa cosa?” Quando parli con persone che hanno sperimentato la differenza, scopri che non è la stessa cosa. Questo non dovrebbe sorprendere. Il modo in cui ci comportiamo durante la messa fa tutta la differenza. Quando i fedeli si inginocchiano alla balaustra dell’altare, come se si stessero inginocchiando all’altare stesso, questo comportamento insegna loro qualcosa su cosa sia l’Eucaristia: vale a dire, la loro partecipazione al sacrificio d’amore di Cristo sulla croce. Quando invece la ricevono stando in fila come se stessero aspettando di ritirare un biglietto per entrare al bar (con il celebrante che recita “Corpo di Cristo” e frettolosamente passa al “cliente” successivo) l’idea di Eucaristia che assimilano è molto diversa. Ciò che assimilano è una mancanza di serietà.

Sono un convertito adulto, quindi fino a poco tempo fa ho avuto raramente il piacere di prendere la comunione alla balaustra. Ma da quando ho questo privilegio lo trovo insostituibile. Quando mi sono sposato, anche mia moglie da molto tempo non era cattolica. In quei primi giorni siamo andati in una bellissima parrocchia cattolica di uso anglicano a Houston, in Texas, chiamata Our Lady of Walsingham, dove c’è una bella balaustra dell’altare con bellissimi cuscini per inginocchiarsi, cuciti a mano dai membri della congregazione. In uno di quei primi giorni mia moglie tornò alla comunione, si inginocchiò accanto a me nel banco e sussurrò: “Quella cosa della balaustra è davvero una buona idea. Dovrebbero farla sapere alle altre chiese!”.

Cosa rispondere? Le dissi di rimando: “Beh, sai, tutte le chiese cattoliche le avevano, ma le hanno tolte”.

“Cosa? E perché?”.

“Pensavano che sarebbe stato meglio”, mormorai.

Eravamo durante la comunione, quindi cercavo di parlare sottovoce e in modo conciso.

“Ma non è meglio”, disse mia moglie, un po’ turbata come lo sono le persone quando sentono qualcosa che non ha senso. “È molto peggio“.

Come si fa a spiegare la follia che strappa via una cosa perfettamente buona, che funziona perfettamente bene ed è perfettamente adorabile, per sostituirla con una macchina automatica? Come fai a spiegare che hanno eliminato la balaustra e la possibilità di inginocchiarsi per mettere i fedeli in fila, in piedi? “Ecco qua l’Eucaristia, avanti un altro”. È come distruggere una bella sala da pranzo rivestita di legno per sostituirla con pareti ricoperte da quei distributori di cibo metallici da asporto. “Ecco il tuo pezzo di torta di ciliegie avvolta nel cellophane, e ora per favore togliti di mezzo, così la persona successiva può prendere la sua insalata di pollo”.

Sono consapevole dei possibili inconvenienti dovuti alla balaustra o, per lo meno, delle possibili obiezioni. Si dirà: e gli anziani? E coloro che hanno difficoltà a inginocchiarsi? Ma in ogni parrocchia in cui è stata reintrodotta la balaustra questo non è mai stato un problema. Coloro che non riescono a inginocchiarsi si mettono semplicemente al centro e ricevono l’Eucaristia in piedi. E coloro che non possono neppure camminare la ricevono al loro banco, come è stato fatto per generazioni.

La lamentela secondo cui ci sarebbe un problema per gli anziani è un falso problema usato per mascherare quella che è essenzialmente un’ideologia liturgica: la convinzione che inginocchiarsi sia segno di…  sottomissione, di eccessivo ossequio. Ma io non ho mai questa sensazione quando mi inginocchio alla balaustra per ricevere la comunione. Al contrario, sono grato per quel tempo che mi è donato: pregare per un momento e prepararmi prima che il prete venga da me. Stare lì in ginocchio dona pace e raccoglimento, qualcosa di molto diverso dalla distribuzione della comunione in piedi, che sembra una corsa perché tutta la faccenda finisca presto. Io non intendo allungare la messa solo per il gusto di farlo. Penso però che concedere alle persone qualche momento in più per ricomporsi prima di ricevere la comunione non sia un inutile allungamento.

Non so dire quale formula si potrebbe usare per ispirare un nuovo rispetto e una nuova fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Ma sono un fan di quel vecchio detto: “Non puoi continuare a fare la stessa cosa e aspettarti risultati diversi”.

Da quando le chiese hanno strappato le balaustre degli altari, imbiancato i muri e semplificato le liturgie, la comprensione della fede è diminuita e la fede nella presenza reale nell’Eucaristia è scomparsa. Dunque, perché non provare? Rimettiamo al loro posto le balaustre degli altari, rendiamo di nuovo belle le chiese e assicuriamoci che la liturgia venga fatta con riverenza. E poi vediamo se un po’ di quel senso perduto dell’Eucaristia ritorna.

Come persona che scrive di teologia, la mia tendenza è sempre quella di essere un po’ verboso. Ma anch’io so che a volte, molte volte, è ciò che viene comunicato in modo non verbale ad essere più importante. La mia esperienza, sia nelle università sia nelle chiese, mi dice che le persone si comportano in modi suggeriti loro dall’ambiente circostante. Metti le persone in una cabina di vetro che sembra una moderna sala conferenze di un ufficio e la loro attenzione calerà proprio come l’attenzione della maggior parte delle persone presenti alle conferenze di un ufficio. Mettile in una bella stanza con pannelli in legno che ricorda un’aula dell’Università di Oxford e si rianimeranno. Le persone reagiscono all’ambiente circostante perché l’ambiente comunica loro come dovrebbero comportarsi.

Mettete una congregazione di fedeli in un edificio che sembra un centro commerciale o un teatro moderno, con opere d’arte che sembrano realizzate da bambini o per bambini. Tutto ciò comunicherà loro che quanto accade durante la messa è qualcosa che riguarda i bambini. Quindi non sorprendetevi se gli adulti se ne andranno in massa, come effettivamente hanno fatto.

Le persone che non vanno a messa da anni visitano comunque San Pietro a Roma, la cattedrale di Chartres in Francia o la Sagrada Família a Barcellona. Sono attratte dalla bellezza. Anche gli atei devoti visiteranno questi luoghi. È difficile immaginare una cultura più laica di quella francese, eppure il paese, con tutto il mondo, pianse quando la cattedrale di Notre-Dame bruciò. I francesi si sono impegnati per vederla restaurata e riportarla alla sua antica bellezza, e le proposte di “modernizzare” il suo aspetto esteriore sono state fermamente e ampiamente respinte.

Cosa possiamo dire? Quando si tratta di chiese, provate con la bellezza. Ha funzionato per generazioni. Potrebbe funzionare anche adesso. Non esiste una “soluzione miracolosa” che risolva il problema. Ma forse oltre a tutte le chiacchiere, tutti gli scritti e tutta la divulgazione su Internet e sui social media, potremmo provare questo cambiamento concreto. Se sei un vescovo e vuoi ravvivare la pietà eucaristica e trasmettere alle persone ancora una volta quanto sia importante la fede eucaristica della Chiesa, un semplice primo passo potrebbe essere quello di considerare di restaurare alcune belle balaustre nelle chiese. Strapparle non è stata una grande idea. Rimetterle a posto non può far male.

*professore di teologia presso l’Università di Saint Thomas a Houston, Texas, e ricercatore presso il Civitas Institute dell’Università del Texas ad Austin

Fonte: sacredarchitecture.org

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Nella foto [Allison Girone @ LatinMassPhotographer], comunione alla balaustra dell’altare durante una messa nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Filadelfia, Stati Uniti

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