di Vincenzo Rizza
Caro Aldo Maria,
a proposito del suo quarantesimo anniversario di matrimonio [qui], mi auguro che con sua moglie, alla luce del nuovo magistero, abbiate accuratamente fatto ammenda con una “cerimonia penitenziale” (la confessione e la messa sono ormai fuori moda) per aver raggiunto un traguardo che solo gli indietristi e i cattolici convenzionali ritengono tale.
In tempi di divorzio, bibbia queer e benedizioni alle coppie irregolari, il vostro rischia di essere un cattivissimo esempio, tanto più se esibito e festeggiato: non escludo che anche questo possa essere considerato un peccato di “dottrina usata come pietre da scagliare contro”.
Senza considerare i numerosi figli e nipoti che non sono più una benedizione: in realtà, producendo CO2 e consumando risorse, contribuiscono senz’altro al peccato “contro il creato”.
Inoltre, il vostro esempio potrebbe essere imitato da altri: e non vorrete certo essere accusati anche del peccato di proselitismo!
Ravvedetevi, allora, finché siete in tempo, e adeguatevi allo spirito del mondo, che vede il matrimonio come un retaggio passato, simbolo, quando va bene, del patriarcato (qualunque cosa significhi) e l’aborto come un diritto, pilastro della nostra società.
Scherzi a parte, ancora sinceri e affettuosi auguri!