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“Verrà il pastore idolo…”. Su uno scritto di Maria Valtorta

di Leone Serenissimo

Caro Valli,

mentre leggevo un passaggio dell’ultima dichiarazione dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò [Tradimento nel governo della Chiesa cattolica e vizio di intenzione nell’assunzione del Papato] mi sono ricordato di alcune parole comunicate da Gesù alla mistica Maria Valtorta. Il passaggio della dichiarazione di Monsignore è questo: “È quindi evidente che il ruolo di Bergoglio nell’attuazione dell’inferno globalista è stato determinante e ci mostra come il gesuita argentino – al pari dei leader dei principali Paesi occidentali quali Biden, Macron, Trudeau, Starmer e altri – sia stato posto sul soglio di Pietro quale emissario del World Economic Forum”. Le parole di Nostro Signore sono invece queste: “Quando questa demoniaca vendemmia avverrà nella Corte di Cristo, fra i grandi della sua Chiesa, allora, nella luce resa appena bagliore e conservata come unica lampada nel cuore dei fedeli al Cristo – perché la luce non può morire, Io l’ho promesso, e la Chiesa, anche in periodi di orrore, ne conserverà quel tanto atto a tornare a splendore dopo la prova – allora verrà il pastore idolo, il quale sarà e starà dove vorranno i suoi padroni” (dal dettato del 9 dicembre 1943, in Maria Valtorta, I Quaderni del 1943, Centro Editoriale Valtortiano, 2006). Il riferimento biblico è a Zc 11. Nel capoverso immediatamente precedente il Signore parla di un tempo a venire di grande confusione religiosa, che è contraddistinto dalla presenza del pastore idolo; precisa che la confusione e il pastore idolo costituiscono un castigo e indica le sue cause (opportunismo, ignavia e pavidità dei cristiani, indifferentemente consacrati e laici): “Ché se poi, nonostante ogni mezzo, la Giustizia avesse a perire e, trascinati sempre più da Satana dominatori e dominati, per mimetismo malefico, si staccassero sempre più da Dio, allora leverò la Luce e la Verità. E ciò avverrà quando anche nella mia dimora – la Chiesa – vi saranno troppi che, per umano interesse e per debolezza indegna, saranno fra i dominati dai seminatori del Male nelle loro diverse dottrine. Allora conoscerete il pastore che non si cura delle pecore abbandonate, il pastore idolo di cui parla Zaccaria” (ibidem, corsivo nel testo).

L’apposizione idolo è la traduzione italiana letterale del sostantivo idolum, come lo si trova nella Vulgata in Zc 11,17. Idolum in italiano può assumere tre significati: idolo, immagine, fantasma. Monsignor Antonio Martini, nel suo commento al versetto in oggetto, scrive: “O pastore, anzi, o idolo, cioè fantasma di pastore”. Fantasma di pastore quindi, che è come dire “uomo dall’apparenza di pastore”.

Ritengo che nell’attuale fase storica, complicatissima e dolorosa, l’insegnamento di Gesù a Maria Valtorta, letto attraverso la chiave fornitaci da monsignor Viganò, ci abbia svelato l’identità della figura biblica del pastore idolo (tradotto come pastore stolto nelle versioni Cei 1974 e 2008 della Bibbia), che fino ai nostri giorni è sempre rimasta avvolta in un impenetrabile mistero, al pari del falso profeta e della bestia di cui si parla nell’Apocalisse. Il Signore non ci ha lasciati soli nella difficilissima prova che stiamo sperimentando e nella sua grande benevolenza ci ha concesso quel “bagliore di luce” sufficiente per stare accorti e riconoscere l’inganno. Si tratta di un inganno che Dio stesso ha permesso nei suoi disegni altissimi e imperscrutabili, come una prova generale per tutti i cristiani cattolici, che da almeno sessant’anni sono diventati un popolo “di dura cervice e di cuore ostinato” (Ez 3,7) e non è affatto dissimile dalle numerose prove con le quali il Padre ha saggiato la fedeltà dell’intero Israele nell’Antico Testamento e di singoli ebrei sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Esso è inoltre riconducibile a quella spaventosa prova che san Paolo aveva preannunciato, con parole che non lasciano spazio ad attenuanti di nessun genere: “E per questo Dio invia loro una potenza d’inganno perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all’iniquità” (2Ts 2,11-12).

Sulla vicenda della mistica viareggina Maria Valtorta e sulla sua grandiosa opera sono disponibili molte pubblicazioni nelle librerie e nei negozi on-line come pure diversi contributi in rete. Rinvio alla lettura integrale del dettato sopra citato quanti desiderassero approfondire.

 

Aldo Maria Valli:
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