Roma ha perso la fede? Enrico Maria Radaelli scrive a “Duc in altum”

di Enrico Maria Radaelli

miei carissimi fratelli in Cristo dottor Aldo Maria Valli e professor Massimo Viglione,

il 25 settembre scorso ho seguito con attenzione, su Duc in altum, la discussione proposta dalla Confederazione dei Triarii intitolata Roma ha perso la Fede? [qui], nella quale Lei, carissimo professor Viglione, ha condotto il dibattito sullo stato attuale della Chiesa con i contributi del dottor Andrea Giacobazzi, del professor Giovanni Turco, dello stesso dottor Aldo Maria Valli e del dottor Guido Vignelli.

Lasciatemi dire che sono rimasto molto, ma molto perplesso, fin dal titolo, dell’impronta che avete voluto dare alla grave problematica, perché fin dal titolo nessuno di Voi ha dato al soggetto della grave domanda il nome che gli si sarebbe dovuto dare e che di diritto e da sempre ha: tale soggetto non è un generico «Roma», come dite, e neppure «la Roma neo-protestante», né «i vertici», o «la gerarchia», perché tale soggetto deve indicare precisamente ciò che agli occhi della Chiesa, e quindi di ogni buon cattolico, è, e in ogni tempo da duemila anni è stato, il primo responsabile sulla terra del Magistero della santa Chiesa cattolica: il Papa, il Santo Padre, il Sommo Pontefice, il Vicario di Cristo, sicché il titolo avrebbe dovuto almeno essere Il Papa ha perso la Fede?, ma vedremo che oggi, e da ormai più di nove anni, anche questa formula è decisamente e del tutto errata.

A meno che… Sì, a meno che Voi non voleste riferirvi, con il Vostro soggetto messo o al generico o al plurale, proprio a quella molto ereticale e decisamente mortale situazione creata da Papa Benedetto XVI con la sua eretica Rinuncia, proprio come ora vedremo.

Infatti, a essere completamente errata è tutta l’impostazione della problematica che Voi avete discusso, perché tutti Voi avete deciso che la Rinuncia di Papa Benedetto XVI era valida e che dunque erano validi tutti gli atti del Magistero della Chiesa che ne sono seguiti, a partire dal conclave che ha eletto al Trono più alto il cardinale José Mario Bergoglio. E allora ditemi:

1) L’insegnamento dogmatico della Fede cattolica, cui anche Voi assentite, dice forse che al vertice della Chiesa cattolica si può avere un “Papato attivo” e in contemporanea un “Papato passivo”?

2) L’insegnamento dogmatico della Fede cattolica, cui anche Voi assentite, dice forse che può dunque aversi un Papa che si impegna in un «esercizio attivo» a fianco di un Papa che contemporaneamente si limita a compiere un «servizio di preghiera»?

3) L’insegnamento dogmatico della Fede cattolica, cui anche Voi assentite, dice forse che può coesistere un Papa emerito a fianco di un Papa-Papa, ovvero un Papa passivo, o Papa a riposo, a fianco di un Papa attivo, ossia di un Papa governante?

4) L’insegnamento dogmatico della Fede cattolica, cui anche Voi assentite, dice forse che il potere elargito da Cristo agli Apostoli è lo stesso potere che Cristo ha consegnato unicamente e solo a Pietro, e che dunque non è distinto in ministerium, o ministero sacro, consegnato a tutti gli Apostoli, e in munus, o potere regale, o potere delle Chiavi, consegnato unicamente e soltanto a Pietro?

5) L’insegnamento dogmatico della Fede cattolica, cui anche Voi assentite, dice forse che, come sostiene monsignor Schneider, «la pratica costante della Chiesa rende evidente che anche nel caso di un’elezione non valida [di un Papa], questa viene di fatto perfezionata dall’accettazione generale del nuovo eletto da parte della stragrande maggioranza dei cardinali e dei vescovi», e anzi, come rincara don Curzio Nitoglia, «la pacifica accettazione di un Papa da parte di tutta la Chiesa moralmente unanime, è il segno e l’effetto infallibile di un’elezione e di un Pontificato validi», o non piuttosto stabilisce che «il senso dei sacri dogmi che deve essere sempre conservato è quello che la santa madre Chiesa ha determinato una volta per tutte e non bisogna mai allontanarsi da esso» (Costituzione dogmatica Dei Filius, Denz 3020)?

Infatti, se l’insegnamento dogmatico della Fede cattolica che avete ricevuto dalla Chiesa, dunque dal Vangelo, fosse quello esposto nei quattro punti visti e, nel quinto, fosse quello insegnato da monsignor Athanasius Schneider e da don Curzio Nitoglia, perché mai non confutate fraternamente una per una quelle mie per Voi falsissime e dunque pericolosissime argomentazioni che pur da tempo avete in mano, con le quali dimostro che la Chiesa, al contrario di quanto Voi oggi sostenete, è da ormai più di undici anni governata da un antipapa, e dunque è da ormai più di undici anni divenuta un’anti-chiesa ancora in vita soltanto e unicamente perché la vera dottrina della nostra Fede è rimasta professata e insegnata secondo il dogma evangelico fin dal febbraio del 2013 da un unico, solitario ma davvero molto eroico vescovo, ossia unicamente da monsignor René Henry Gracida, al quale oggi si è però unito, molto provvidenzialmente, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò (monsignor Gracida ha ormai 101 anni), mentre la quasi del tutto ma non perfettamente unanime maggioranza dei vescovi e dei cardinali della Chiesa si è nel febbraio del 2013, approvando la pur molto invalida Rinuncia di Benedetto XVI, da se stessa auto-scomunicata, e nel mese successivo, avendo aderito tutti costoro alla elezione di un antipapa nella persona del cardinale Jorge Mario Bergoglio, si è da se stessa anche auto-scismata dall’ancora vivente e non rinunciante Papa legittimo, Benedetto XVI appunto, nascondendosi da se stessa l’una e l’altra molto gravemente colpevole realtà?

Provate, almeno per cristianissima e amichevole carità, a confutare una per una, se ci riuscite, le mie argomentazioni, fraternamente dimostrandomi che quelle che chi Vi scrive sostiene essere cinque gravi variazioni dal Vangelo compiute da Papa Benedetto XVI con la sua Rinuncia dell’11 marzo 2013 e poi approvate dalla quasi unanime ma non unanime maggioranza della Chiesa, sarebbero in verità contenute da sempre nell’insegnamento dogmatico della Fede cattolica.

Ma quella che in tal modo dovreste confutarmi non è proprio la posizione che fino a qualche tempo fa avevate riconosciuto essere, di tutte quelle oggi in circolazione, se non quella più perfettamente aderente alla realtà data dal Dogma, almeno di certo la più plausibile?

Lei, professor Viglione, a p. 237 del suo Habemus Papam?, uscito solo sette mesi fa, afferma che «l’ipotesi di Radaelli (e altri) è probabilissima», e aggiunge che «quella di Monsignor Viganò è praticamente sicura».

Faccio mia qui la celebre esclamazione del grande san Paolo: «Mi stupisco di vedervi così presto passare da colui che vi ha chiamato mediante la grazia di Cristo a un Vangelo diverso!» (Gal 1,6).

Ma va subito detto che, primo: proprio il 9 agosto scorso monsignor Carlo Maria Viganò ha affermato con decisione: «La Rinunzia di Benedetto XVI, per i vizi di procedura e per il monstrum canonico che ha prodotto, è certamente invalida», dunque l’autorità vescovile di monsignor Viganò certifica della più decisa certezza anche l’ipotesi che Lei dava solo ancora per «probabilissima» e dunque quella che Voi chiamate «le ipotesi», plurale, è diventata una sola ipotesi, singolare; secondo: quella che Lei e il dottor Valli considerate mera ipotesi è invece in realtà una certezza che più certa non si può, perché dal confronto della Declaratio della Rinuncia di Benedetto XVI col Vangelo di nostro Signore vengono fuori due Vangeli completamente diversi, inconfrontabili, del tutto immiscibili, e con essi vien però fuori allora anche la decisa sentenza, ancora di san Paolo, cioè ancora di Dio attraverso san Paolo: «Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicassimo un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!» (Gal 1,8).

Carissimi fratelli in Cristo dottor Valli e professor Viglione, Ve lo dico con la più limpida e cattolica amicizia: lasciate cadere ogni dubbio, abbracciate con decisione e senza più remore e timori l’unica verità che ci sta viva davanti, l’unica realtà dove palpita il sacro Dogma consegnato da Gesù Cristo nostro Signore alla nostra povera e martoriata Chiesa, così da darle finalmente una santa e terapeutica scossa e contribuire a riportarla alla vita, alla realtà, a Gesù Cristo, suo oggi da essa molto e molto lungamente tradito ma divinissimo Sposo.

In questo modo, Voi stessi per primi abbandonerete l’anti-chiesa in cui senza volere Vi trovate, e tornerete felicemente, e specialmente santamente, a combattere nelle schiere oggi esigue, ma presto, vedrete, miracolosamente e divinamente vincenti, di Cristo, del Dogma e della Chiesa, che è a dire, come ben sapete, nelle schiere di Dio.

Sicché, con tutti i Vostri amici ed estimatori, a cominciare dal dottor Andrea Giacobazzi, dal professor Giovanni Turco e dal dottor Guido Vignelli, unendo le Vostre forze a quelle di chi Vi scrive e dei suoi amici, con la vitalità di tale e tanto bel sangue di convinti e solidi cristiani tornati ad abbeverarsi all’unica Fonte di Verità e di Vita: il santo Vangelo, finalmente potremo metterci tutti in cerchio intorno al tenace, unico e forte Pastore oggi combattente sotto il grande stendardo del Dogma: l’eroico monsignor arcivescovo Carlo Maria Viganò, che con il saldo fortilizio del suo Exurge Domine riuscirà, con pazienza, prudenza e consiglio, ad avvicinare e poi convincere i tanti Pastori della Chiesa, oggi da se stessi lasciatisi cadere a ritroso in un’oscura e cieca antichiesa, a rimettersi sulla via giusta per riportare la Chiesa in sé, cioè in comunione con Dio e con le Sue santissime Leggi, dopo aver ripudiato, s’intende, quel vile e astuto Modernismo che da sessant’anni l’ha come rosicchiata e mangiata da dentro, così da poter finalmente eleggere, liberatasi dalle atroci e subdole ereticità che avevano portato Benedetto XVI a scrivere tanto invalida Rinuncia, in un conclave legittimo, il Papa che, con l’Exitus del 31 dicembre 2023 di Benedetto XVI, la Chiesa da allora ansiosamente attende.

Tutti i Santi del Cielo, tutti i 263 Papi della storia, tutti gli Angeli e gli Arcangeli stretti intorno a Maria Santissima, e sopra di loro Maria Santissima stessa, attendono oranti, fiammeggianti e sorridenti la Vostra più santa e finalmente, ora sì, davvero cattolica decisione: il Vostro Sì.

Che Dio Vi illumini.

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29 settembre 2024

Festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

 

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