Bergoglio e la parentesi cattolica del viaggio in Belgio

Che cosa è successo a Bergoglio in Belgio?

Davanti ai docenti universitari di Lovanio, ha tenuto un discorso dagli accenti ratzingeriani quando, denunciando il relativismo imperante, ha detto che “siamo immersi in una cultura segnata dalla rinuncia alla ricerca della verità”. E poi, per ribadire il concetto: “Abbiamo perduto l’inquieta passione del cercare, per rifugiarci nella comodità di un pensiero debole (il dramma del pensiero debole!) nella convinzione che tutto sia uguale, che una cosa valga l’altra, che tutto sia relativo”.

E sull’aereo che lo riportava a Roma ecco le parole sull’aborto. Rispondendo alla domanda sul processo di beatificazione di re Baldovino, che nel 1992 si sospese da sovrano per non firmare la legge che legalizzava l’aborto, Bergoglio ha detto: “Il re è stato coraggioso, perché davanti ad una legge di morte lui non ha firmato e si è dimesso. Ci vuole coraggio, ci vuole un politico con i pantaloni per fare questo. Lui ha lanciato un messaggio e lo ha fatto come un santo. Il processo di beatificazione andrà avanti. Le donne hanno il diritto alla vita, alla vita loro e alla vita dei figli. Non dimentichiamo di dire questo. L’aborto è un omicidio. Si uccide un essere umano. I medici che fanno questo, permettetemi la parola, sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana”.

Due affermazioni del genere, nel giro di poche ore, fanno sensazione. Tanto più se si considera che nel viaggio precedente, in Asia e Oceania, il papa si era distinto per parole tutt’altro che cattoliche sostenendo l’uguaglianza di tutte le fedi religiose.

Qualcuno ritiene che il cambiamento rientri nel classico modus operandi bergogliano. Mettere la freccia a sinistra e girare a destra. Coniugare A e B. Un colpo al cerchio e una alla botte. Zigzagare.

Da cronista, osservo che nei due viaggi abbiamo avuto due papi diversi. Personalmente, è ovvio, preferisco di gran lunga quello del Belgio, e volesse il cielo che l’aria del piccolo Paese nordeuropeo avesse fatto bene a Bergoglio.

Purtroppo, la surreale cerimonia penitenziale che si è tenuta in Vaticano per l’inizio dell’altrettanto surreale sinodo fa pensare che quella del Belgio sia stata solo una parentesi. Però bella. E da parte di Duc in altum sarebbe scorretto non registrarla.

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