Lettera a “Duc in altum” / Dopo il “nihil obstat” vaticano, ecco tutti i miei dubbi su Medjugorje
di Ferdinando Rieco
Caro Valli,
sono entrato in contatto con Medjugorje fin dalla sua nascita. I miei genitori erano infatti seguaci del Rinnovamento nello Spirito e invitavano spesso a casa nostra sacerdoti entusiasti di Medjugorje. I miei zii, anche loro del RnS, sono stati tra i primissimi a recarsi a Medjugorje e a organizzare pellegrinaggi già negli anni Ottanta, quando era ancora possibile incontrare direttamente i veggenti.
Da giovane non ho quindi mai messo in discussione l’autenticità del fenomeno, convinzione alimentata dall’ascolto quotidiano di Radio Maria, dalla lettura di libri, anche in altre lingue, e dalla visione di film e documentari che esaltavano il fenomeno.
Circa vent’anni fa partecipai a un pellegrinaggio e rimasi positivamente colpito dalla partecipazione di tutto il paese di Medjugorje alle funzioni e alla vita della parrocchia. Partecipai anche a una “apparizione” ad hoc del veggente Ivan nella mia parrocchia. Alcune cose però mi lasciavano perplesso, come il culto dei veggenti e un preoccupante fanatismo riguardante certe prassi e luoghi. La crescente manipolazione delle persone che mi circondavano mi inquietava, soprattutto perché parlare dei miei dubbi con i sostenitori di Medjugorje era ed è totalmente impossibile. Per il fatto di non leggere e diffondere più i messaggi ogni 25 e 2 del mese e di non aderire pedissequamente alle loro pratiche religiose, diventai una specie di eretico da trattare con arroganza e supponenza.
Essendo circondato da ferventi sostenitori del fenomeno, ho cercato di soffocare tutte le mie perplessità, finché un giorno ho letto un post su Duc in altum [qui] che metteva fortemente in dubbio l’origine delle apparizioni. Posi qualche domanda a padre Livio Fanzaga di Radio Maria, ma le sue risposte alimentarono ancora di più il mio sconcerto. Così ho cominciato ad approfondire la questione partendo dalla lettura degli scritti del vescovo di Mostar monsignor Zanic. Mi sono ritrovato nelle sue parole e più mi addentravo nella storia dei primi anni più rimanevo sconvolto da incongruenze, contraddizioni e malversazioni che mi erano state tenute nascoste. Sono andato allora ad ascoltare le registrazioni delle prime testimonianze dei veggenti davanti a gruppi di pellegrini accompagnati da padre Livio (disponibili nell’archivio di Radio Maria) e le contraddizioni sono diventate lampanti, tanto da cadere quasi nel ridicolo.
Diversi amici e parenti sono completamente dipendenti da Medjugorje e dai suoi “segreti”. “La Madonna di Medjugorje ha detto… ha fatto”. Non sono più il Vangelo o la dottrina della Chiesa il metro di giudizio della realtà, è Medjugorje.
La storia dei dieci segreti, con continui nuovi aggiornamenti su come e quando dovranno essere annunciati, mi ha tolto qualsiasi dubbio, ma quello che trovo veramente sconvolgente è che né la commissione Ruini, né il cardinale Ratzinger come prefetto della Congregazione per la dottrina della fede abbiamo mai approfondito la questione.
La veggente Mirjana ha sempre sostenuto di aver ricevuto i dieci segreti su una pergamena. Com’è possibile che il Vaticano non abbia mai fatto uso della sua autorità pretendendo che venisse consegnata?
Nell’ambito dei recenti sviluppi relativi al fenomeno Medjugorje, innumerevoli sacerdoti e commentatori hanno invocato la “bontà dei frutti” come prova inconfutabile dell’autenticità delle apparizioni (autenticità messa in dubbio anche dal Vaticano).
Sarei grato se qualcuno volesse darmi delucidazioni sul funzionamento del “fruttometro” della Chiesa cattolica. Quali sarebbero i criteri per stabilire se i frutti sono buoni o meno?
Se ci si basa esclusivamente su frutti visibili, quali la quantità di “conversioni” o di presunti “cambiamenti di vita”, allora bisognerebbe ad esempio riconoscere l’autenticità anche dei testimoni di Geova o dei mormoni. Conosco personalmente decine di persone che hanno avuto un cambiamento di vita radicale e, in apparenza, sicuramente positivo (in termini ad esempio di “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”) da quando hanno abbracciato queste “fedi”.
Chi decide poi quali frutti tenere per buoni e quali scartare?
Tanto per fare qualche esempio, elencherò alcuni di questi frutti.
- Padre Tomislav Vlašić, primo direttore spirituale dei veggenti (lodato diverse volte dalla Regina della Pace durante le apparizioni), ha fondato nel 1988 una nuova comunità, pare, su richiesta della Vergine di Medjugorje (tale “richiesta” sarebbe stata “strappata” alla Madonna tramite la veggente Marija Pavlovic, membro attivo, insieme al futuro marito, del gruppo di preghiera [1]. La Pavlovic dirà poi di essersi inventata la “richiesta” della Madonna essendo stata vittima della manipolazione da parte Padre Vlašić. Questa comunità (pubblicizzata anche da padre Slavko come un frutto di Medjugorje) prende il nome di “Kraljice mira potpuno Tvoji – po Mariji k Isusu” (“Regina della pace, siamo completamente tuoi – a Gesù attraverso Maria”) e negli anni si è evoluta, fino a diventare una vera e propria chiesa: “Chiesa di Gesù Cristo dell’Universo”. Guarda caso, i suoi membri si definiscono frutti “delle apparizioni di Maria Santissima a Medjugorie, di cui riconoscono la verità e la portata universale”. E, com’è comune a tutti i “frutti” dell’albero Medjugorje, pubblicano libri sulla Madonna di Medjugorje. Proprio a Medjugorje c’è una delle loro moderne strutture di accoglienza! Nonostante da decenni “padre” Tomislav (che afferma di avere contatti con gli extraterrestri) organizzi consacrazioni, adorazioni eucaristiche, incontri di preghiera, è stato ridotto allo stato laicale su sua espressa richiesta nel 2008 e alla Chiesa cattolica ci sono voluti ben trentadue anni per scomunicarlo, nel 2020.
- Padre Ivica Vego, dispensato dai voti ed espulso dall’Ordine francescano per ordine diretto di papa Giovanni Paolo II a causa della sua condotta immorale (ha avuto un figlio da una suora) e della sua ostinata disobbedienza. Nonostante la sospensione ordinata dal suo vescovo, infatti, egli venne difeso direttamente dalla Regina della Pace in diverse apparizioni e forte di questo sostegno, continuò a compiere il suo ministero sacerdotale nella parrocchia di Medjugorje fino all’intervento diretto del Papa.
- Terry Colafrancesco e la sua lucrativa organizzazione no-profit (Caritas) in Alabama. Egli ricevette la visita di Marjia Pavlovic negli anni Ottanta ed ebbe l’astuzia di chiederle se poteva avere un’apparizione sotto un albero specifico (un grande pino), situato in un campo di sua proprietà. Lei lo accontentò con piacere e non una sola volta [2] e non solo sotto il pino! Infatti Marjia ha le apparizioni non solo nel “Campo delle apparizioni” [3], ma anche nella “Camera delle apparizioni” [4] (la camera da letto del fondatore della comunità e di sua moglie, il signor e la signora Colafrancesco, chiamata in questo modo perché la Regina della Pace vi è apparsa già ben 128 volte). E tiene conto anche del fuso orario… Ecco come nasce quello che viene definito il più grande centro di Medjugorje al mondo, Caritas of Birmingham, che ospita un edificio di seimila metri quadri, dotato di una tipografia, un reparto di grafica professionale, uno studio radiofonico all’avanguardia, un centro di produzione audio, un auditorium che può ospitare fino a ottocento persone, sede di BVM Caritas Medjugorje Pilgrimages. Non può mancare un reparto spedizioni che invia materiali di Medjugorje in oltre centotrenta paesi in tutto il mondo. Questo edificio si chiama Tabernacolo dei messaggi di Nostra Signora ed è interamente dedicato e utilizzato per la promozione di Nostra Signora di Medjugorje, dei suoi messaggi e dei suoi piani. Questa organizzazione multimilionaria è stata coinvolta in alcune vicende giudiziarie tra il 2001 ed il 2005. A seguito delle sconvolgenti e crescenti testimonianze di ex collaboratori di questa organizzazione, addirittura padre Svetozar Kraljevic, OFM, della parrocchia di Medjugorje, si esprime in questi termini nell’ottobre del 2000: “Cari fratelli e sorelle, qui a Medjugorje, a nome dei sacerdoti che lavorano nella parrocchia con i pellegrini provenienti da tutto il mondo, esprimo la mia profonda preoccupazione per l’organizzazione chiamata Caritas di Birmingham, Alabama” . Eppure le apparizioni alla signora Pavlovic in quel luogo che viene chiamato Medjabama [5] non si sono mai fermate [6].
- Monsignor Glettler, vescovo di Innsbruck, noto per aver esposto la gigantografia di un cuore di maiale insaccato in un preservativo sull’altare di una Chiesa della sua città, e che si sta prodigando per fare installare pareti per arrampicata sportiva all’intero di una chiesa parrocchiale, non solo è un seguace di Medjugorje, ma si vanta di essere confessore in quella parrocchia. A Innsbruck invece, a detta di amici che vi risiedono, pare estremamente difficile trovare un confessionale occupato.
- Il cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, sostenitore delle adozioni da parte delle coppie omosessuali, è un seguace di Medjugorje e invita spesso i veggenti nella sua diocesi.
- La pseudo-veggente Gisella Cardia di Trevignano Romano si professa figlia spirituale di Medjugorje.
- Una miriade di comunità più o meno famose dichiara di essere nata a Medjugorje. Ne ho frequentate per anni in prima persona, con pellegrinaggio a Medjugorje incluso, e potrei testimoniare diverse esperienze negative, con raccolte di denaro nel nome di Maria. Mi limito a far notare che in questi gruppi/comunità/fraternità/oasi ci sono tanti non cattolici che, lungi dall’essersi convertiti, vengono invitati a fare catechesi/testimonianze, celebrano o concelebrano, distribuiscono e ricevono l’Eucarestia, realizzando così il sogno ecumenico della comunione aperta. Sapesse quante donne si vestono con gli abiti da diacono durante le messe, anche nella parrocchia di Medjugorje.
Perché questi frutti vengono totalmente ignorati dagli analisti del fenomeno Medjugorje?
Comunque sia, credo valga la pena ricordare le parole categoriche di Gesù: “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi…” (Lc 6,43 e Mt 7,18). Viene quasi il sospetto che tali frutti siano però considerati buoni dai “medjugorjani” e dal Vaticano stesso. Propedeutici per attuare il tanto acclamato rinnovamento della chiesa?
Chiedo inoltre un chiarimento. La recente nota del Vaticano dichiara: “I pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace”. Ora, onestamente, sono confuso. Lo sa, caro dottor Valli, che esiste un santuario della Regina della Pace in Bosnia e Herzegovina, a soli quaranta chilometri da Medjugorje? Il santuario Kraljica Mira di Hrasno fu eretto nel 1977 con questo titolo e nel 1997, in occasione del ventesimo anniversario, papa Giovanni Paolo II inviò al Santuario un bel telegramma (firmato dall’allora segretario di stato cardinale Sodano). La avverto: può cercare su Google per ore notizie su questo bel santuario mariano e, a meno che lei non conosca il croato, non troverà assolutamente nulla. È stato totalmente oscurato dalla “Regina della Pace” di Medjugorje. Nonostante questo, però, esso è ben conosciuto e frequentato dai fedeli della diocesi, e da pellegrini provenienti dalla Croazia e dal Montenegro, come dimostrano, tra altre cose, un video girato nel 2022 e la solenne celebrazione del 250° anniversario della parrocchia (poi divenuta santuario) l’ 8 dicembre 2011, festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, la cui messa è stata presieduta dal vescovo Ratko Perić [7], cioè uno dei grandi “avversari” della “Regina della Pace” di Medjugorje. Che cortocircuito!
Ma il fatto forse più sconvolgente di tutti è il modo in cui il Vaticano ha gestito e continua a gestire la questione dei famosi dieci segreti, i quali sarebbero stati consegnati alla veggente Mirjana su una sorta di pergamena di materiale misterioso inesistente sulla terra. L’unico episodio analogo nella storia della cristianità è probabilmente la consegna delle tavole d’oro da parte di un angelo a Joseph Smith, fondatore dei mormoni!
Congetture e supposizioni sui dieci segreti vengono propagate da quarant’anni da Radio Maria e da centinaia di libri e pubblicazioni di case editrici cattoliche. Decine di giornalisti, blogger, bussole e timoni vari si guadagnano letteralmente da vivere vaticinando su come e quando verranno rivelati.
Com’è possibile che tre papi e cardinali, vescovi e commissioni varie non abbiano mai richiesto alla veggente di consegnare questa pergamena che rimane invece custodita, per sua stessa dichiarazione, in un cassetto della credenza? Com’è possibile che il dicastero per la dottrina della fede emetta un “nihil obstat” senza andare a fondo alla questione dei dieci segreti che costituisce sostanzialmente, a detta dei sostenitori, il messaggio centrale di tutte le apparizioni?
La veggente Mirjana sostiene di aver fatto analizzare la pergamena da un cugino presso un laboratorio di analisi in Svizzera: dove sono i risultati di queste analisi? Perché il Vaticano non li ha mai richiesti?
Verificare l’autenticità dei dieci segreti sarebbe semplicissimo, perché non viene fatto?
A chi conviene che la confusione regni sovrana?
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[1] Si leggano, a proposito dei gruppi di preghiera nati a Medjugorje, le parole di fra Slavko Barbaric del 1995: “Un secondo gruppo di preghiera è stato fondato da Jelena Vasilj nel marzo del 1983. A quel tempo era una ragazzina di dieci anni che faceva l’esperienza di sentire la voce interiore, che d’altra parte sente anche adesso. Secondo la sua testimonianza, la Madonna le parla e le insegna. Questo gruppo si radunava nella canonica dopo la santa messa serale ed era sotto la guida di padre Tomislav Vlasic’ e, ogni tanto, degli altri sacerdoti. Durante l’incontro, organizzato con semplice preghiera e canti, la Madonna dava messaggi al gruppo attraverso Jelena stessa, insegnando a pregare. Uno dei due incontri di preghiera era per il vescovo locale. Il terzo incontro serviva per parlare delle esperienze vissute.
Il gruppo è stato attivo fino al 1987. Chi voleva parteciparvi doveva impegnarsi a non prendere nessuna decisione per la propria vita per quattro anni e, quando una parte del gruppo è andata in Italia con padre Tomislav Vlasic, gli altri componenti si sono ritrovati ancora per qualche tempo. Attualmente si sta formando una comunità guidata da padre Tomislav, chiamata “Regina della Pace – completamente Tuoi – tramite Maria a Gesù” che in Italia è accettata come esperimento da un vescovo. Ci sono i candidati, i postulanti, i novizi, coloro che hanno già fatto i voti e anche un folto gruppo di collaboratori esterni, di fraternità organizzate e di gruppi di preghiera. All’inizio Jelena ha trasmesso il seguente messaggio: “La Madonna dice: ‘Desidero avere qui un gruppo di preghiera. Io guiderò il gruppo e darò le regole di consacrazione per esso. Con queste regole tutti gli altri nel mondo possono consacrarsi. Contemplate per un mese ma trasmettete le condizioni che io do […]. Io invito i giovani perché gli sposati hanno i loro impegni. Tutti quelli che però desiderano partecipare a questo programma possono seguirlo almeno parzialmente. Io guiderò il gruppo’.” [qui].
[2] A titolo di esempio: “Sono anni ormai che la veggente di Medjugorje viene invitata a tenere incontri presso questa comunità, la cui creazione è dovuta a una esplicita richiesta della Regina della Pace, nel lontano 1988 […]. Il programma del 2013 prevede i seguenti eventi:
- 2 luglio: apparizione della Madonna per le nuove consacrazioni e le riconsacrazioni a Gesù dei singoli individui.
- 3 luglio: apparizione della Madonna per le nuove consacrazioni e le riconsacrazioni a Gesù delle famiglie.
- 4 luglio: apparizione della Madonna per la consacrazione a Gesù degli USA. […]” [qui]
[3] [qui]
[4] Per vedere le foto della camera: https://medjugorje.com/bedroom-of-apparitions/
[5] [qui]
[6] Apparizione del 5 Luglio 2023: https://medjugorje.com/apparition-of-july-5-2023-at-caritas-of-birmingham/
[7] Ricordo che è stato “pensionato” da papa Francesco nel 2020. Ovviamente i medjugorjani hanno esultato in maniera trionfale e si sono sfogati: “Ecco la svolta tanto attesa, finalmente un nuovo vescovo che almeno non avversa Medjugorje!”. Altri devoti cattolici hanno fraternamente definito monsignor Ratko Peric “invidioso”, “noto nemico di Medjugorje”, che “fa venire l’orticaria al solo nominarlo” e addirittura “sfigato” (è tutto registrato e verificabile). Strano modo di manifestare la propria devozione alla Madre della Chiesa.