di Martino Mora
Più di un amico mi ha chiesto che cosa penso di padre Giorgio Maria Faré, il sacerdote del momento dopo la sua omelia che sta facendo il giro del web [qui].
Che cosa volete che pensi di chi sostiene che la crisi della Chiesa è di fatto partita nel 2013? Che fino a Bergoglio andava tutto bene, che il Concilio fu buono, che l’antropocentrismo è buono, che l’ecumenismo è buono, che il liberalismo è buono, che il soggettivismo è buono, che il neo-modernismo è buono?
Il suo sdegno contro Bergoglio è perfettamente legittimo, ma da vaticansecondista incallito padre Faré si rifiuta di capire la crisi profonda della Chiesa, e peggio ancora (e qui inizia il dolo) non vuole farla capire agli altri.
Padre Faré che dà tutta la colpa all’”usurpatore” Bergoglio mi ricorda quei vecchi comunisti che per salvare la loro ideologia davano tutta la colpa della degenerazione sovietica all’”usurpatore” Stalin. Che senz’altro ci aveva messo del suo, ma era un prodotto del comunismo stesso, non diversamente da un Lenin o da un Trotsky. E non era certo un corpo estraneo.
Ora i vaticansecondisti incalliti di tendenza “conservatrice” danno tutta la colpa a Bergoglio per salvare la loro concezione puramente antropocentrica della religione. Ma anche Bergoglio non è un corpo estraneo alla Chiesa vaticansecondista, nella quale ha fatto una lunga e prestigiosa carriera. Bergoglio è l’effetto di decenni di crisi della Chiesa, non la causa prima. È il frutto più marcio, non l’albero malato.
Purtroppo, come allora funzionò presso le masse comuniste la propaganda fallace di un Lenin buono e uno Stalin cattivo, volta a salvare il comunismo stesso, ora funziona quella di Montini e Wojtyla e Ratzinger buoni e Bergoglio cattivo, volta a salvare la svolta neo-modernista, antropocentrica, del Vaticano II.
Ma sappiamo che è falsa.
Caro padre Faré, io non ci casco.