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Caro Aldo Maria…

di Aurelio Porfiri

Caro Aldo Maria,

come ti ho sempre detto, so molto bene che nel mondo tradizionalista esistono persone degnissime, come ne esistono nel mondo cattolico progressista. Sono persone che, come me e te, cercano una soluzione a un disagio che riguarda la loro vita spirituale. E penso che costoro siano da preferire a chi sceglie l’indifferenza.

Continuo a credere che mai come oggi mantenere un equilibrio sia una virtù importante. Non significa flirtare con l’errore. Al contrario, significa lottare contro l’errore e capire che dietro ci sono persone non da demonizzare ma da aiutare. Non mi sento tra i “possessori della verità”. Semplicemente cerco di difendere i diritti di chi la verità la possiede veramente, la Chiesa, malgrado le sue imperfezioni.

Del resto noi assistiamo a un processo, vecchio di secoli, inteso a combattere tutto ciò che odorava di cristianesimo. Anche coloro che oggi, nella Chiesa, ci sembrano sguazzare nell’errore sono figli di un processo storico molto più grande di noi.

Ebbene, a fronte di tale situazione ritengo sia necessario “comprendere”, cioè avere una conoscenza che sia comprensiva di tutto ciò che è in gioco, da una parte e dall’altra.

A mio avviso, bisogna lottare non per screditare questo o quel gruppo, ma per difendere i valori perenni della nostra religione, la dottrina, la liturgia. Certo, sappiamo che religione, dottrina e liturgia sono sotto attacco. Allora facciamo vedere come dovrebbero essere, in modo che tante persone incolpevoli possano ascoltare anche la nostra voce. Vedo invece che in alcuni (non in te) c’è un certo protagonismo, e c’è da una parte e dall’altra.

Sarebbe bello che tutti potessero corrispondere come facciamo io e te, animati solo dal desiderio di comprendere e di dare il nostro modesto contributo affinché Cristo sia più conosciuto e la Chiesa possa risplendere della bellezza che le è propria.

A volte mi sorprendo nel pensare alla mia inadeguatezza e imperfezione al riguardo, ma poi ricordo ciò che diceva santa Teresa di Calcutta, e cioè che Dio sa scrivere dritto sulle righe storte. Anch’io sono tentato a volte dall’indifferenza: ne vedo tante! Ma c’è come una mano che mi trattiene. Vediamo quanto resiste.

continua

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Caro Aldo Maria                             8 agosto 2024

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