A 830 anni dalla nascita di Chiara di Assisi (1193/1194-1253), ecco un libro che rende giustizia alla santa. Già autrice di un analogo lavoro su san Francesco, Cristina Siccardi ripristina, dopo decenni di strumentalizzazioni politiche e menzogne letterarie e cinematografiche, la reale figura di Chiara. E lo fa attraverso le parole e gli atti della santa, con il loro stile genuinamente francescano, evangelico, umile e fiero allo stesso tempo. E con un’unica ispirazione: donarsi a Cristo e amarlo nelle anime.
“Cristina Siccardi – scrive padre Serafino Tognetti nella prefazione – ha il dono di saper tenere il lettore fermo e inchiodato sul testo, con un crescendo di percezioni ed emozioni che determinano una sorta di rapimento interiore. […] Leggendo questo libro, si conosce santa Chiara d’Assisi, e l’esperienza che la beata assisana ha di Dio entra in qualche modo a far parte del nostro vissuto. È lei che ci parla, e ci parla di Dio”.
Chiara aveva diciotto anni quando nella notte della domenica delle palme, fra il 27 e il 28 marzo del 1211, abbandonò tutto e tutti. San Francesco ne aveva trenta e a sua volta da sei anni aveva lasciato la casa del padre, il mercante Pietro di Bernardone, per seguire Gesù. Tutto incominciò così. E Cristina Siccardi annota: “San Francesco è speculare a Cristo, mentre santa Chiara è speculare a Maria Vergine. La povertà sulla quale essi puntarono non consisteva nell’aiutare i poveri, ma nell’essere essi stessi poveri, anzi poverissimi. Aiutare i poveri era cosa implicita per essi nel compiere opere di carità per amore di Dio, come fanno tutti i santi; ma essere poveri, ovvero senza possedere sicurezze terrene di alcun genere, proprio come Gesù e Maria Santissima, era per san Francesco e santa Chiara sostanza esistenziale”.
Fra le mura di San Damiano madre Chiara trascorse quarantadue anni, quattro mesi e quattordici giorni. Morì nel 1253 e la sua santità fu subito riconosciuta da tutti, diffusa di voce in voce, con una rapidità incredibile. E moltissime giovani decisero di vivere come lei.
Fra i doni di Chiara ci fu la preveggenza. Una volta Francesco le mandò cinque donne che desideravano entrare in monastero, ma l’abbadessa Chiara, quando le incontrò, disse sì solo a quattro. La quinta, spiegò, non avrebbe resistito. La donna, che si chiamava Gadia, insistette moltissimo e alla fine Chiara la accolse. Ma Gadia riuscì a stare nel convento solo pochi mesi e poi se ne andò.
Padre Tognetti ricorda, sulla scorta di quanto scrisse don Divo Barsotti, che dopo la morte di Francesco fu Chiara a salvare l’ordine francescano dalla rovina. Di fronte alle divisioni che subito si innescarono, Chiara ottenne dal papa che le regole non fossero toccate, e il papa accettò.
Un libro per conoscere Chiara, ma anche il suo tempo e la Chiesa di quegli anni.
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