Berrette rosse? No, arcobaleno. Il caso Radcliffe
di Luiz Sérgio Solimeo
I cardinali di santa romana Chiesa sono i principali collaboratori e consiglieri del papa. Lo aiutano nel governo della Chiesa universale. Non a caso, durante il periodo di sede vacante, dopo la morte di un papa, spetta a loro governare la Chiesa e lo Stato della Città del Vaticano, senza fare alcuna innovazione. E come tutti sanno, il loro compito principale è quello di eleggere il nuovo papa.
Per l’alta posizione ricoperta, i cardinali sono chiamati eminenze e indossano abiti rossi scarlatti, simbolo della disposizione a versare il sangue per la Fede. Poiché ognuno di loro può essere eletto papa, in alcuni Paesi cattolici essi nelle cerimonie di governo ricevono gli onori riservati a principi ereditari.
Un tempo i papi sceglievano i cardinali tra gli ecclesiastici che si distinguevano per pietà e saggezza o erano a capo di diocesi antiche e importanti. Nelle sue scelte papa Francesco ha invece privilegiato ecclesiastici delle “periferie” e prelati che condividono il suo orientamento ideologico, soprattutto in materia di morale sessuale e pratica omosessuale.
Secondo quanto affermano varie fonti, diversi prelati tra i nuovi cardinali designati all’inizio del mese, e che riceveranno la berretta rossa l’8 dicembre, hanno mostrato sostegno o simpatia per le persone cosiddette “Lgbtq+”, sigla che designa, oltre agli omosessuali praticanti, i “transgender” che deformano il loro corpo e la loro mente allo scopo di presentarsi come membri del sesso opposto.
New Ways Ministry, organizzazione che si dichiara cattolica ma difende l’omosessualità e il transgenderismo, ha pubblicato un articolo sui nuovi cardinali intitolato Il prossimo concistoro del papa avrà un numero di nuovi cardinali Lgbtq-positivi.
L’autore, Robert Shine, citando diversi cardinali appena designati li descrive come simpatizzanti del movimento omosessuale, sottolineando in particolare l’attivismo di padre Timothy Radcliffe, domenicano, già maestro generale dell’Ordine dei predicatori dal 1992 al 2001.
Scrive Shine: “Padre Timothy Radcliffe, teologo ed ex maestro dell’Ordine dei domenicani (capo a livello mondiale), ha un’esperienza di vita e di lavoro con il mondo Lgbtq+ che risale agli anni Novanta. Più recentemente, è stato assistente spirituale dell’Assemblea generale del Sinodo sulla sinodalità, dove ha affrontato almeno due volte i temi Lgbtq+”. L’autore cita poi numerose posizioni pro-omosessuali assunte da questo domenicano.
Il colombiano Nelson Medina, anch’egli domenicano, dice di Radcliffe: “Solo per citare uno dei suoi testi, nel novembre 2005 ha pubblicato un ampio articolo su The Tablet intitolato Can Gays be Priests? (I gay possono essere preti?)”. Ed ecco una delle affermazioni di Radcliffe: “Una vocazione è una chiamata di Dio. Avendo lavorato con vescovi e sacerdoti di tutto il mondo, non ho dubbi che Dio chiami davvero gli omosessuali al sacerdozio, e che essi siano tra i sacerdoti più impegnati e impressionanti che abbia mai conosciuto”.
Ciò che maggiormente scandalizza i fedeli è la relazione che padre Radcliffe stabilisce tra l’atto omosessuale e l’Eucaristia.
Quando la Chiesa d’Inghilterra richiese la sua consulenza teologica per il Rapporto Pilling del 2013 sulla sessualità, egli scrisse: “Come si colloca tutto questo nella questione della sessualità gay? Non possiamo iniziare con la domanda se sia permessa o proibita! Dobbiamo chiederci cosa significhi e fino a che punto sia eucaristica. Certamente può essere generosa, vulnerabile, tenera, reciproca e non violenta. Quindi, per molti versi, penso che possa essere espressiva del dono di sé che ha fatto Cristo”.
Per capire meglio questa affermazione blasfema, vale la pena leggere ciò che Radcliffe scrisse il 16 aprile 2008 su Church Times, pubblicazione anglicana con sede a Londra: “E fu così che quando Gesù volle stabilire la nuova alleanza tra Dio e l’umanità, riunì i discepoli per un pasto. Benedisse, spezzò il pane e lo condivise. Mangiare non diventava solo ingestione di nutrimento, ma esprimeva la vita comune della divinità e dell’umanità. Così è per il rapporto sessuale”.
E più avanti: “Al centro della nostra religione c’è il dono di un corpo”, concetto simile a quello espresso nella prefazione all’edizione inglese di The Via Crucis of a Gay Man dello scrittore omosessuale italiano Luigi Testa: “La bontà della nostra esistenza corporea è al centro dei più grandi insegnamenti cristiani: la creazione, l’incarnazione, il dono del corpo di Cristo nell’eucaristia e la risurrezione dei morti”. Poi padre Radcliffe conclude ringraziando Dio per l’intuizione dell’autore omosessuale: “La Via Crucis di Luigi racconta di un cristiano gay che segue il Signore in tutta la reale complessità di una vita umana. Grazie a Dio!”.
Il fatto che papa Francesco abbia chiamato il padre Radcliffe a predicare gli esercizi spirituali al Sinodo sulla sinodalità in Vaticano nel 2023 e nel 2024, e che ora lo abbia designato come cardinale, dimostra un chiaro apprezzamento per il suo falso misticismo e il suo insegnamento morale.
Tuttavia, lo pseudo-misticismo e la morale di padre Radcliffe contraddicono i dieci comandamenti, la morale cattolica e la dottrina rivelata e insegnata dal magistero della Chiesa, e sembrano essere una rielaborazione delle eresie gnostiche dei primi tempi della Chiesa.
A proposito del disprezzo che queste eresie gnostiche avevano per la legge di Dio, P. G. Bareille osserva: “La metafisica [gnostica] serve solo a fare da velo sulle peggiori pretese della sensualità. Presentata abilmente per sedurre gli spiriti assetati di scienza, tende solo a ripristinare la morale pagana. [In] nome del cristianesimo e utilizzando le Sacre Scritture, non cerca altro che di mettere il Vangelo al servizio della lussuria”.
Nella tristezza dei nostri tempi, quando le ombre sembrano velare la luce gloriosa della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, dobbiamo essere certi che, come la calma segue la tempesta, così anche la Chiesa tornerà a splendere, e avverrà presto, in un mattino sereno e radioso.
Come afferma l’Apocalisse: “Ecco, io vengo presto e la mia ricompensa è con me, per rendere a ciascuno secondo le sue opere” (Ap 22:12).
Fiduciosi nel trionfo di Cristo Re e del Cuore Immacolato di Maria, dobbiamo obbedire a san Pietro, che esorta: “Resistete, forti nella fede” (1 Pt 5, 9).
Fonte: tfp.org