Lettera a “Duc in altum” / Medjugorje e i “dieci segreti”: un caso di dissonanza cognitiva?
Caro Valli,
vorrei proporre una riflessione critica sulle apparizioni di Medjugorje e in particolare sui cosiddetti “dieci segreti”, che spesso vengono presentati come imminenti rivelazioni profetiche destinate a cambiare il corso della storia.
Dopo aver analizzato la questione da diverse prospettive, ritengo che sia fondamentale considerare la possibilità che queste apparizioni siano il frutto di una costruzione umana e non di un intervento divino. Le previsioni legate ai dieci segreti, finora mai avveratesi, sembrano seguire uno schema ben noto nella storia delle religioni e dei movimenti apocalittici: un fenomeno di dissonanza cognitiva che porta i fedeli a mantenere una forte credenza anche di fronte all’evidente mancanza di conferme.
Un esempio calzante viene dai seguaci di William Miller nel XIX secolo. Miller aveva predetto la seconda venuta di Cristo nel 1844, una profezia che creò grande fervore tra i suoi discepoli. Quando la predizione fallì (un evento che oggi viene chiamato “Il grande scorno”), molti credenti si sentirono smarriti e delusi. Eppure, piuttosto che abbandonare la fede, un gruppo di fedeli riorganizzò le loro credenze per giustificare l’errore, fondando quello che oggi è noto come il movimento avventista. Questo processo di reinterpretazione delle credenze è un classico caso di dissonanza cognitiva: quando le aspettative non si realizzano, si tende a modificare l’interpretazione piuttosto che abbandonare la fede.
Medjugorje, a mio avviso, segue uno schema simile. Nonostante le apparizioni siano iniziate nel 1981 e i veggenti abbiano parlato ripetutamente di segreti che dovrebbero rivelarsi “presto”, siamo nel 2024 e nessuno dei dieci segreti ha ancora visto la luce. Ogni volta che si avvicina una possibile data, le aspettative vengono deluse, eppure i devoti continuano a trovare giustificazioni o a posticipare ulteriormente il momento della “grande rivelazione”.
Ed è esattamente questo che accadrà ai seguaci di Medjugorje, quando il sacerdote incaricato di svelare i segreti morirà: coloro che avranno l’onestà intellettuale di affrontare i fatti si renderanno conto di essere stati vittime di una truffa. I fedeli più radicati, invece, si aggrapperanno a qualche scusa avanzata dai cosiddetti veggenti, come ad esempio “le vostre preghiere hanno modificato le intenzioni della Madonna”, per continuare a credere in qualcosa che, evidentemente, non si realizzerà mai.
Questa dinamica è stata ampiamente studiata dalla psicologia sociale, e i casi di dissonanza cognitiva sono frequenti tra i gruppi religiosi che credono in profezie non realizzate. Anziché ammettere che la profezia potrebbe essere errata o inventata, i fedeli tendono a cercare spiegazioni alternative che giustifichino il fallimento. Questo è un meccanismo di difesa che protegge la loro fede dalle sfide della realtà.
Lettera firmata