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Caro Aldo Maria…

Caro Aldo Maria,

mi fa sempre piacere ricevere le tue lettere e ovviamente le accolgo con rispetto, lo stesso rispetto che devo ai tuoi cortesi lettori che hanno avuto da ridire sulle mie riflessioni contenute nella scorsa lettera, in cui invitavo all’equilibrio. Equilibrio non vuol dire nascondere i problemi o fare del cerchiobottismo. Per me significa semplicemente, se mi permetti di usare una frase popolaresca, non cadere dalla padella nella brace.

Perché il fatto che esistono problemi nella Chiesa, di cui ho scritto a iosa, non toglie che noi abbiamo responsabilità nei confronti non solo dei pastori (il parlare quando è necessario) ma anche degli altri cattolici. Io non ho mai fatto la difesa del cattolicesimo progressista, che è, come mentalità, molto lontano da me, ma ho fatto un semplice ragionamento consequenziale: come il tradizionalismo va letto sul fondo del progressismo, anche il progressismo nasce da alcune esigenze a cui, secondo me, offre risposte sbagliate. Certamente non seguo le sue risposte, ma non posso chiudere gli occhi su alcuni problemi che hanno fomentato le idee del cattolicesimo progressista. Questo vuol dire essere cerchiobottista? No, significa cercare un equilibrio che io credo, in questa fase, non solo necessario, ma indispensabile.

Ho sempre detto che certe istanze del tradizionalismo cattolico sono anche le mie, ma non mi piace è il metodo che spesso viene usato. Non mi interessa creare una sorta di “enclave tradizionalista”, un club in cui gli “happy few” si riuniscono pensando ai tempi felici di una volta. L’amore vero per la tradizione cattolica deve suscitare una forza che cambi la Chiesa da dentro, non creare una sorta di “paradiso artificiale”.

Certamente abbiamo una crisi nella Chiesa, ma a mio avviso essa non si risolve chiudendosi in sé stessi. Se ti accorgi che la tua casa è in disordine, che fai: la butti giù o aiuti a metterla a posto? Certo, bisogna vedere quanto le persone ritengano che la Chiesa sia veramente la loro casa. Io credo che distruggendo tutto non ci restino in mano che macerie. Non che io non comprenda la rabbia che molti provano, perché per molti versi è anche la mia. Anch’io soffro molto e spesso per mano di certi sacerdoti, vescovi e cardinali, di tutti gli schieramenti. Ma avere un atteggiamento completamente negativo su quello che accade nella Chiesa oggi non aiuta le persone in buona fede, che hanno il solo difetto di non sapere come stanno veramente le cose.

A un figlio che si comporta con maleducazione rinfacciamo di non aver letto Il cortegiano di Baldassarre Castiglione? Non servirebbe a niente, anche se la nostra segreta speranza è che lui possa trovare nel libro qualcosa di buono, così come in altri in seguito. Siamo in una situazione di tale difficoltà e imbarbarimento che un aiuto importante sarebbe quello di contribuire alla formazione, in verità e carità, di tante persone che non l’hanno avuta. Mi sto sempre più convincendo che la via alla riforma che tutti vorremmo verso una riscoperta dell’identità cattolica, della sua tradizione liturgica e spirituale, si fa attraverso tappe intermedie e non con gli strappi.

Anche a me piacerebbe trovarmi in un’altra situazione, ma Dio mi ha voluto in questa. Ci sarà un motivo?

continua

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Caro Aldo Maria                             8 agosto 2024

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