Confessione sinodale

Prendo molto sul serio il nuovo “peccato contro la sinodalità” e corro a confessarmi.

“Padre, ho peccato”.

“Dimmi, figliolo”.

“Non sono stato sinodale”.

“Uhm. Quante volte, figliolo?”.

“Tante, temo. Non sono stato sinodale in famiglia, al lavoro, al bar, in palestra. Neppure alla bocciofila. A dirla tutta, la sinodalità mi riesce difficile, ecco. Per questo avrei bisogno…”.

“Ma ora hai confessato il tuo peccato, e puoi ripartire con slancio”.

“Grazie, padre. Ora vorrei chiederle…”.

“Per penitenza… leggerai il documento finale del sinodo”.

“Bene, padre, lo farò. Intanto però volevo chiederle…”.

“Eh, ma non ho mica finito”.

“Mi dica, padre”.

“Dopo aver letto il documento, rifletterai su come infondere sinodalità alla vita, studierai la circolarità che ha animato il processo sinodale, comprenderai che il discernimento è sempre sinodale, approfondirai il tema sinodalità e missione, ti renderai conto dell’importanza della sinodalità in una chiesa poliedrica, applicherai la metodologia sinodale alle relazioni”.

“Zzzzz…”.

“Ehi, figliolo!”.

“Oh, mi scusi padre”.

“Hai capito?”

“Certo, certo. Stavo anche prendendo appunti”.

“Poi leggerai i testi integrali delle meditazioni proposte ai padri sinodali dal padre Timothy Radcliffe”.

“Molto bene, padre. Ma vorrei sapere…”.

“E ne farai oggetto di incontri sinodali che tu stesso organizzerai”.

“Bene”.

“Hai dei tavoli rotondi?”.

“Beh, me li posso procurare”.

“Hai tante sedie?”.

“Posso chiederle in prestito”.

“Ok. Mi raccomando Radcliffe. Soprattutto il tema Come essere una Chiesa sinodale missionaria”.

“Non mancherò”.

“E anche Come essere Chiesa dell’ascolto”.

“Molto bene”.

“Considera che il futuro della Chiesa dipende dalla sinodalità”.

“Certo. Ma io… Ecco, come le dicevo… Vorrei sapere…”

“Il primo compito nella Chiesa sinodale è ascoltare. Vivendo la sinodalità ti sentirai accolto”.

“Ottimo, ma avrei questo dubbio… Se lei potesse…”

“Non resistere al cambiamento. Lasciati coinvolgere dal percorso sinodale”.

“Certo. Però vorrei chiederle…”.

“Sei disposto ad aprire il tuo cuore e la tua mente alla sinodalità?”

“Ci proverò, padre, promesso. Ma prima avrei questo dubbio…”.

“A proposito del documento finale, approfondisci la questione dei criteri teologici e delle metodologie sinodali per un discernimento condiviso. Ti farà bene”.

“Non mancherò. Ma se intanto lei potesse aiutarmi a…”

“E ricorda: il processo sinodale non è concluso. Dobbiamo sempre essere in ascolto”.

“Capisco, però io adesso avrei una difficoltà di cui vorrei…”.

“E ricorda anche questo: una Chiesa sinodale e dell’ascolto non può prescindere dall’accoglienza”.

“Molto bene. Tuttavia, se potessi chiedere…”

“Ora va’, figliolo. E non peccare più contro la sinodalità”.

“Ma niente Pater, Ave, Gloria?…”

“Vai figliolo, vai. Che la sinodalità sia con te. E mi raccomando i tavoli. Rotondi. E le sedie. Tante”.

“D’accordo padre. Quanto al mio dubbio…”.

“Vai, vai. E non essere rigido. La Chiesa è pluralità”.

“Cercherò di non esserlo. Però se intanto lei potesse…”.

“Vai, vai. Con fiducia nella sinodalità”.

“Vabbè. Arrivederci padre”.

“Arrivederci figliolo”.

 

 

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