Elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Come si orienteranno gli elettori americani in base all’appartenenza religiosa?
L’ultimo sondaggio del Pew Research Center, condotto tra la fine d’agosto e i primi di settembre, rileva che la maggioranza degli elettori registrati in tre gruppi religiosi chiave voterebbe per Trump o sarebbe propensa a farlo.
Nel dettaglio, voterebbe per Trump l’82% dei protestanti evangelici bianchi, il 61% dei cattolici bianchi, il 58% dei protestanti bianchi non evangelici.
Harris avrebbe invece il sostegno di circa due terzi o più degli elettori registrati in vari altri gruppi religiosi: 86% dei protestanti neri, 85% degli atei, 78% degli agnostici, 65% dei cattolici ispanici.
Il sondaggio include risposte di musulmani, buddisti, indù e persone di molte altre appartenenze religiose, ma il numero di questi intervistati non è sufficiente per trarre conclusioni significative sul loro orientamento elettorale.
Attualmente, rilevano i ricercatori, Harris sta ottenendo più sostegno dai protestanti neri e dai cattolici ispanici di quanto non ne abbia ottenuto Biden ad aprile, quando lo sosteneva il 77% dei protestanti neri e il 49% dei cattolici ispanici.
Tra gli evangelici bianchi, il sostegno a Trump è più alto tra coloro che frequentano regolarmente la chiesa, almeno una o due volte al mese. Il sostegno a Trump è anche più alto tra i cattolici bianchi che frequentano la messa almeno una volta al mese rispetto a coloro che frequentano la messa meno spesso.
Al contrario, tra i protestanti bianchi che non sono evangelici il sostegno a Trump è leggermente inferiore tra i frequentatori abituali della chiesa rispetto a coloro che non la frequentano regolarmente.
Non ci sono differenze di questo tipo nel sostegno a Harris tra i protestanti neri. Harris è sostenuta dall’86% sia dei frequentatori abituali della chiesa sia di coloro che non ci vanno spesso.
Alla domanda sulle questioni per loro più importanti rispetto al voto, almeno sei elettori registrati su dieci in ogni gruppo religioso affermano che l’economia sarà molto importante nella loro decisione. Poi vengono i problemi dell’assistenza sanitaria, seguiti dalle nomine alla Corte Suprema e dalla politica estera.
Gli elettori protestanti evangelici bianchi si distinguono per l’alto livello di importanza che attribuiscono all’immigrazione. Circa otto evangelici bianchi su dieci (79%) affermano che l’immigrazione sarà molto importante nella loro decisione di voto, più di qualsiasi altro gruppo. Anche un’ampia maggioranza di cattolici bianchi (72%) afferma che l’immigrazione sarà un fattore chiave nella loro decisione.
L’aborto è considerato un problema molto importante più dagli atei che dalle persone con altre identità religiose. Circa tre quarti degli atei (77%) afferma che l’aborto sarà molto importante nel decidere per chi votare. L’aborto è molto importante anche per sei agnostici su dieci (62%), per gli elettori ebrei (59%) e per i protestanti neri (57%). Inferiori le percentuali fra i cattolici (44%) e i protestanti bianchi (tra cui il 48% degli evangelici e il 43% dei non evangelici).
Nel giugno 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato il diritto costituzionale all’aborto, noto come sentenza Roe contro Wade, lasciando la decisione ai singoli Stati.
Di conseguenza, quattordici dei cinquanta Stati degli Usa hanno vietato l’aborto in tutte le fasi della gravidanza, con eccezioni molto limitate. Quattro lo hanno vietato oltre le sei settimane di gravidanza.
Alla base del divieto c’è la convinzione, diffusa tra alcune persone religiose, che la vita umana inizi al concepimento e che i bambini non ancora nati abbiano diritto alla vita.
Sebbene la nuova sentenza sia stata elogiata da molti repubblicani e conservatori cristiani che vorrebbero vietare l’aborto in tutto il Paese, i sondaggi d’opinione mostrano che la maggioranza degli americani in realtà è a favore dell’accesso all’aborto.
La candidata democratica Kamala Harris si è espressa fermamente a favore del diritto all’aborto in tutto il Paese.
Da parte sua, pur avendo nominato tre dei sei giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti che hanno contribuito a ribaltare la sentenza Roe contro Wade, Trump sta ammorbidendo la sua posizione sui severi divieti sull’aborto. Ad agosto, per esempio, ha dichiarato che a suo avviso il divieto di aborto di sei settimane in Florida è “troppo breve”, aggiungendo di ritenere lecito l’aborto in caso di pericolo per la vita della madre, incesto e stupro.
L’America è ancora oggi uno dei paesi più religiosi dell’Occidente. Circa due terzi dei suoi elettori si identificano come cristiani. Ma le cose stanno cambiando e negli ultimi decenni la nazione si è decisamente secolarizzata.
Negli anni Novanta circa il 90% degli americani si identificava come cristiano. Ora più di un quarto afferma di non avere alcuna religione.
Ma la religione non sta svanendo in tutta l’America. In alcuni stati, come Oklahoma, Arkansas, Mississippi, Louisiana e Alabama – essenzialmente la cosiddetta Bible Belt – sembra anzi diventare più forte.
L’elemento religioso acquista importanza quando si esaminano gli Stati in bilico.
Nelle elezioni statunitensi del 2020, sette stati americani furono vinti con meno di tre punti percentuali, un margine molto risicato: parliamo di Arizona, Georgia, Michigan, Pennsylvania, Wisconsin, Carolina del Nord e Nevada.
Fatta eccezione per la Carolina del Nord, dove vinse Trump, nel 2020 in questi Stati si impose Biden.
Se osserviamo i cambiamenti dal censimento del 2010 a quello del 2020, Michigan, Wisconsin, Pennsylvania e Georgia mostrano una tendenza meno religiosa. Mentre North Carolina, Nevada e Arizona sono diventati più religiosi. Dunque, se gli Stati indecisi votassero in linea con le tendenze religiose, sarebbero comunque divisi quasi equamente tra democratici e repubblicani.
Dal 7 ottobre dell’anno scorso gli evangelici americani hanno sostenuto fermamente la risposta di Israele all’attacco di Hamas. Ciò è dovuto in parte alla Bibbia. Nel 2017, un sondaggio LifeWay rilevò che l’80% dei cristiani evangelici statunitensi ritiene che la creazione di Israele nel 1948 sia stata un adempimento della profezia biblica.
Ciò nonostante l’opinione pubblica statunitense è piuttosto divisa sulla condotta di Israele nella guerra. E nel Michigan, uno Stato in bilico in cui vive una numerosa popolazione arabo-americana, alcuni musulmani americani sono particolarmente delusi dalla posizione dell’attuale amministrazione sulla guerra.
Sia Harris sia Trump hanno dichiarato il loro supporto a Israele in questa guerra. Harris ha promesso che spingerà per un accordo di cessate il fuoco, Trump afferma di aver esortato Benjamin Netanyahu a “fermare le uccisioni”, secondo le sue parole.
Sia Harris sia Trump si identificano come religiosi. Harris è una battista con una famiglia religiosamente eterogenea. Suo padre è un cristiano battista nato in Giamaica, sua madre è una indù nata in India e suo marito è ebreo. Trump da bambino ha ricevuto la cresima in una chiesa presbiteriana, anche se nel 2020 ha dichiarato al Religious News Service che ora si considera un cristiano non confessionale. Il suo desiderio di ottenere il voto evangelico spiega forse perché ha preso le distanze dalla sua educazione calvinista.
Secondo il sondaggio del Pew Research, quasi tutti gli adulti statunitensi affermano di volere un presidente che conduca una vita in base a forti principi morali, e quasi la metà afferma che è importante che il presidente abbia forti convinzioni religiose.
Nonostante si definisca cristiano, recenti sondaggi dimostrano che la maggior parte degli americani pensa che Trump non sia molto religioso o non lo sia per niente. Eppure la sua recente condanna penale per aver pagato del denaro per mettere a tacere un’attrice porno non sembra aver scoraggiato gli americani più conservatori e religiosi dal sostenerlo.
Fonte: pewresearch