Presentato il Rapporto della Commissione contro gli abusi nella Chiesa
“Il Rapporto annuale della Commissione è concepito e sviluppato per facilitare un processo di continua conversione da parte della Chiesa”.
Si legge così nella presentazione del Rapporto, diffuso nei giorni scorsi dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori, documento (scaricabile qui) che fa il punto sull’impegno della Chiesa nell’affrontare la questione degli abusi sessuali.
Si tratta, spiega il Rapporto, di allontanarsi dai “tempi degli abusi diffusi, frequentemente mal gestiti e celati”, per andare “verso un nuovo periodo” in cui le politiche in materia di tutela facilitino sempre di più le denunce e le indagini, ma anche l’aiuto nei confronti delle vittime. Ciò che è richiesto è “l’esercizio della verità, della giustizia, delle riparazioni e delle garanzie”.
Il documento nasce per volontà di papa Francesco, che ha chiesto alla Pontificia commissione sulla tutela – organismo creato dieci anni fa per promuovere la lotta agli abusi nella Chiesa e presieduto dal cardinale Sean O’ Malley – di presentare ogni anno un bilancio di quanto si sta facendo in tutto il mondo, anche per favore trasparenza e reponsabilizzazione.
Il testo, redatto da un gruppo di lavoro presieduto dalla giurista Maud de Boer-Buquicchio, membro della Commissione, rileva che “mentre alcune istituzioni e autorità ecclesiastiche dimostrano un chiaro impegno in materia di tutela, altre sono solo all’inizio dell’assunzione dell’esercizio della responsabilità istituzionale” verso il fenomeno degli abusi.
In alcuni casi, la Commissione riscontra “una preoccupante mancanza di strutture di segnalazione e di servizi di accompagnamento” a vittime e sopravvissuti.
Se alcune zone di Americhe, Europa e Oceania hanno beneficiato di “ingenti risorse disponibili in materia di tutela”, parti consistenti di America centrale e meridionale, Africa e Asia dispongono ancora di “scarse risorse specificamente dedicate”.
Di fondamentale importanza è “raccogliere informazioni affidabili, al fine di favorire una trasparenza sempre maggiore nelle procedure e nella giurisprudenza della Curia romana in relazione ai casi di abuso”.
La Sezione disciplinare del Dicastero per la dottrina della fede ha condiviso una serie di informazioni circa le sue attività, ma il Rapporto chiede di avere accesso a maggiori dati.
Dichiara il cardinale O’Malley: “Siamo riusciti a riunire molti esperti, persone che hanno dedicato la vita intera a questi problemi, ad aiutare le vittime e creare un ambiente più sicuro per bambini e vulnerabili. In molte parti della Chiesa, però, è ancora un tabù parlare dell’abuso e soltanto la verità, la trasparenza e l’accountability (l’assunzione pubblica di responsabilità) possono curare questa ferita. Molte volte i vescovi si sentono isolati quando devono prendere decisioni su un caso di abuso. Non devono farlo da soli! Devono avere un gruppo di esperti che possono consigliare”.
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