X

Intelligenza artificiale tra sfide e innovazione

di Lorenzo Ricciardi Celsi*

L’incontro tra etica e tecnologia e il ruolo sempre più centrale dell’intelligenza artificiale (IA) nella vita contemporanea sono stati al centro della lectio magistralis di padre Paolo Benanti, tenuta l’8 novembre 2024 per l’inaugurazione dell’anno accademico 2024-2025 degli istituti di formazione dell’Aeronautica Militare. L’evento, svoltosi in diretta dall’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche di Firenze, ha visto la partecipazione di importanti figure istituzionali, tra cui il sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti e il Capo di Stato Maggiore Luca Goretti.

Il software al cuore della tecnologia: l’evoluzione del concetto di proprietà

Nel suo intervento, padre Benanti, esperto in etica dell’IA, ha evidenziato una trasformazione profonda nel concetto di proprietà nell’era digitale. Oggi, molti oggetti che utilizziamo quotidianamente, come automobili e dispositivi elettronici, non sono più definiti unicamente dall’hardware, ma soprattutto dal software che li controlla. Questo cambiamento, ha spiegato Benanti, implica che ciò che possediamo è spesso solo una licenza d’uso del software, limitando l’autonomia dell’utente. “Il concetto tradizionale di proprietà,” ha spiegato, “si fonda su diritti di utilizzo, trasformazione e guadagno dai frutti dell’oggetto. Oggi, però, questi diritti sono parzialmente sottratti o vincolati alle regole stabilite dal produttore del software.”

Questa “realtà definita dal software,” come l’ha definita Benanti, richiede una riflessione etica approfondita per comprendere come il controllo e la sovranità digitale influenzeranno la nostra società. “Chi controlla il Cloud, ovvero l’infrastruttura informatica su cui si basano molte IA come ChatGPT, può influenzare vari aspetti della nostra vita,” ha affermato, richiamando l’attenzione sul bisogno di gestire questa tecnologia in modo da rispettare la democrazia e l’autonomia individuale.

Intelligenza artificiale e svolta nella scoperta di farmaci: il caso Enchant

Parallelamente al dibattito etico, l’intelligenza artificiale sta facendo progressi significativi in ambito scientifico. Un esempio recente è dato dalla startup biotech Iambic Therapeutics, sostenuta da Nvidia, che ha presentato Enchant, un modello IA avanzato per la scoperta di farmaci. Addestrato su un ampio set di dati pre-clinici, Enchant è in grado di prevedere le prestazioni di un farmaco fin dalle fasi iniziali dello sviluppo. Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare il settore, riducendo drasticamente tempi e costi di sviluppo.

In studi recenti, Enchant ha dimostrato di poter prevedere con precisione come alcuni farmaci vengono assorbiti dall’organismo, un elemento cruciale per determinarne l’efficacia e la sicurezza. La capacità di Enchant di ottimizzare il dosaggio grazie a una previsione accurata dell’assorbimento garantisce che una quantità sufficiente di principio attivo raggiunga il sito d’azione terapeutico, riducendo i rischi di sovradosaggio o sottodosaggio. Con una precisione predittiva di 0,74, il modello supera nettamente le tecnologie precedenti e ha il potenziale di dimezzare i costi necessari per sviluppare nuovi farmaci, un aspetto evidenziato da Fred Manby, co-fondatore di Iambic.

La rilevanza di Enchant è stata sottolineata anche da Frances Arnold, premio Nobel per la Chimica e membro del consiglio di Iambic, che ha paragonato Enchant al noto AlphaFold di Google DeepMind, capace di prevedere la struttura delle proteine. Tuttavia, ha specificato Arnold, Enchant affronta sfide uniche: “AlphaFold ci dice come una molecola si lega a una proteina, ma Enchant si occupa di proprietà farmacocinetiche e tossicologiche, essenziali per valutare l’efficacia di un farmaco.”

Un futuro di opportunità  e responsabilità 

Mentre da un lato Enchant rappresenta uno strumento molto innovativo capace di supportare il lavoro dei ricercatori con nuove potenzialità di previsione, dall’altro, come suggerito da padre Benanti, è essenziale mantenere un approccio etico per integrare queste innovazioni nella società. La combinazione tra etica e IA potrebbe rivelarsi fondamentale per garantire che l’impiego di tali tecnologie serva non solo a migliorare le nostre vite, ma anche a preservare la nostra autonomia e sovranità in un mondo sempre più digitalizzato.

*ingegnere, esperto di Intelligenza artificiale

Aldo Maria Valli:
Post Correlati