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Vicenda di Carpi. Note (poco allegre) a margine

di Vincenzo Rizza

Caro Aldo Maria,

la notizia relativa al mancato accoglimento, da parte del Gip, della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura della Repubblica nel procedimento penale che coinvolge l’arcivescovo di Modena (insieme al pittore Saltini e ai curatori della mostra di Carpi) è lo specchio della triste epoca in cui viviamo.

Un vescovo in carica indagato dalle autorità civili per vilipendio alla religione che professa credo sia un caso unico al mondo e rappresenta un precedente non solo grottesco, ma anche pericoloso, da non sottovalutare.

La colpa non è della magistratura, che fa il suo lavoro, ma di una chiesa allo sbando che ha dimenticato i propri valori, la propria fede, e cerca in tutti i modi di compiacere al mondo con iniziative eufemisticamente inopportune.

Mi chiedo, peraltro, come potrà il magistrato di turno giudicare colpevole di offendere la religione cattolica “mediante vilipendio di chi la professa” un legittimo successore degli apostoli che è (o forse sarebbe meglio dire dovrebbe essere) una delle massime autorità in materia e primo responsabile dell’attività pastorale della propria diocesi.

Ancora più arduo il compito del giudice se solo si considera non solo che l’arcivescovo in questione è anche vicepresidente della Cei, ma che nessuna autorità ecclesiastica ha ufficialmente condannato l’improvvida iniziativa della mostra e che il quotidiano cattolico più diffuso, Avvenire, l’ha perfino difesa.

Peraltro il vescovo di Modena può vantare un nuovo recente alleato alla sua causa: se un cappuccino che non disdegna di sostenere che oltre agli episodi di Gionata e Davide e del centurione e del suo servo “ce ne sarebbero anche altri, quelli più, diciamo, spinti sono anche quelli che arrivano ad ipotizzare che delle relazioni omosessuali potrebbero esserci state, per esempio, all’interno della cerchia dei discepoli, tra Gesù e i discepoli, Gesù e Lazzaro”, viene nominato nuovo predicatore della Casa pontificia, cosa sarà mai una mostra equivoca, che scandalizza solo i noti tradizionalisti che ancora si ostinano a credere nel Vangelo come ci è stato tramandato per secoli?

In verità, tenuto conto che i vertici della neo-chiesa in uscita hanno da tempo abbandonato il proprio ruolo di guida e di pastori, la difesa del cattolicesimo non è più affidata a loro ma ai fedeli che nonostante tutto cercano di rimanere saldi nella fede

Aspettiamoci, allora, nuove iniziative anche peggiori della mostra di Carpi da una gerarchia mediocre che, in materia artistica, il miglior risultato che riesce a ottenere è la mascotte Luce.

Per fortuna che i Musei Vaticani sono in bolletta, altrimenti qualche alto prelato avrebbe potuto proporre di partecipare alla recente asta per l’opera Comedian di Cattelan (la banana attaccata al muro con il nastro adesivo, per intenderci, periodicamente mangiata da qualche visitatore affamato, innanzitutto di visibilità) venduta da Sotheby’s al modestissimo prezzo di 6,2 milioni di dollari: se fosse stato il frutto dell’albero biblico della conoscenza probabilmente sarebbe stato venduto a molto meno.

 

Aldo Maria Valli:
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