L’ecumenismo, nemico numero uno della regalità di Cristo

di Robert Morrison

L’enciclica Humani generis di Pio XII (1950), «riguardo ad alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica», fu l’ultima energica condanna degli errori anti-cattolici prima del Vaticano II. In essa il papa denunciò specificamente errori che in seguito, a partire dal Concilio, sarebbero stati in gran parte incontrastati, e persino promossi, dalla gerarchia cattolica.

In particolare, l’intero movimento ecumenico promosso da Giovanni XXIII e dal Concilio costituisce un ripudio netto di quanto afferma Humani generis: «Certuni non si ritengono legati alla dottrina che Noi abbiamo esposta in una Nostra Enciclica e che è fondata sulle fonti della Rivelazione, secondo cui il Corpo mistico di Cristo e la Chiesa cattolica romana sono una sola identica cosa. Alcuni riducono ad una vana formula la necessità di appartenere alla vera Chiesa per ottenere l’eterna salute».

In nome del raggiungimento dell’unità cristiana, Giovanni XXIII, il cardinale Agostino Bea e gli altri innovatori progressisti del Concilio cercarono modi per indebolire questa verità fondamentale difesa da Pio XII. Mentre la Chiesa ha sempre insegnato che la vera unità cristiana può verificarsi solo attraverso un processo in virtù del quale i non cattolici diventano cattolici, gli innovatori del Vaticano II cercarono di spianare la strada affinché i confini tra cattolicesimo e protestantesimo si confondessero e alla fine svanissero. Come ho scritto in un articolo precedente, il sinodo sulla sinodalità voluto da Francesco ha essenzialmente raggiunto questo obiettivo malvagio creando la nuova “Chiesa sinodale”, che è semplicemente protestantesimo in unione con un “vescovo di Roma”.

La “Chiesa sinodale” costituisce davvero un nuovo livello di perversità, e deve dunque indurci a riflettere sui mali dell’ecumenismo da cui dipende. Nessun osservatore razionale che abbia familiarità con il Vaticano II o la sua attuazione può sinceramente negare che il movimento ecumenico del Concilio sia stato condannato da Pio XII e dai suoi predecessori. Come ora possiamo vedere chiaramente con la “Chiesa sinodale” di Francesco, molte delle iniziative più importanti intraprese da Roma negli ultimi sessant’anni hanno avuto lo scopo primario di promuovere l’ecumenismo. Ricordiamo:

– Le iniziative di preghiera interreligiosa avviati dall’incontro di preghiera di Giovanni Paolo II ad Assisi.

– La promulgazione della Messa novus ordo, che omette quasi tutto ciò che rende la Messa cattolica tradizionale problematica per i protestanti.

– Ruoli accresciuti per i laici e una corrispondente subordinazione del clero, per riflettere meglio le pratiche protestanti.

– Un ruolo ridotto del papato, come si vede chiaramente nel recente documento sul vescovo di Roma.

– Un tentativo ingannevole di annacquare l’insegnamento cattolico in modo che non rappresenti più un serio ostacolo per i protestanti, sebbene in realtà l’insegnamento cattolico non possa evolversi in quel modo.

In un modo o nell’altro, quasi ogni sviluppo empio avvenuto a Roma dopo il Concilio ha contribuito al progresso dell’ecumenismo e viceversa.

Poiché il falso ecumenismo negli ultimi sessant’anni è proliferato senza sosta, molti cattolici, sebbene onesti e seri, non si oppongono più alle sue manifestazioni. Perfino i cattolici secondo i quali Francesco è un antipapa, o almeno il peggior papa della storia, spesso non si lamentano degli incontri di preghiera ecumenici promossi da Bergoglio. Allo stesso modo, relativamente pochi degli oppositori più accaniti di Francesco sembrano aver sollevato obiezioni al documento sul vescovo di Roma, che evidenzia chiaramente l’influenza di Giovanni Paolo II nel chiedere ai non cattolici di aiutare i cattolici a raggiungere una nuova comprensione del papato. Vi si legge infatti: «San Giovanni Paolo II non solo ha riaffermato questo cammino ecumenico, ma ha anche invitato ufficialmente altri cristiani a riflettere sull’esercizio del ministero del Vescovo di Roma. Nella sua fondamentale lettera enciclica Ut unum sint (1995) ha utilizzato la nozione biblica di episkopein (vigilare) per descrivere questo ministero (n. 94), il cui primato è definito come ministero di unità (n. 89) e servizio di amore (n. 95). Assumendo la sua particolare responsabilità ecumenica e accogliendo la richiesta che gli è stata rivolta, Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto la necessità di “trovare una forma di esercizio del primato che, senza rinunciare in alcun modo all’essenziale della sua missione, si apra tuttavia a una situazione nuova” (n. 95)».

Questo passaggio del documento sul vescovo di Roma ci aiuta a comprendere perché coloro che condannano le eresie di Francesco possono tuttavia tacere sull’ecumenismo: non possono criticare l’ecumenismo senza mettere in discussione anche le iniziative dei predecessori di Francesco.

In realtà non c’è alcuna realistica speranza di contrastare coloro che cercano di distruggere la Chiesa cattolica dall’interno se non sradichiamo l’ecumenismo e riaffermiamo l’insegnamento cattolico difeso da Pio XII e dai suoi predecessori. Come scrisse padre Dominique Bourmaud nel suo Cent’anni di modernismo, l’ecumenismo è stato il punto di convergenza dei più grandi mali che affliggono la Chiesa, tra cui il modernismo, la libertà religiosa e il rifiuto di accettare l’autorità di Gesù Cristo e della sua Chiesa: «Di tutti gli argomenti trattati al Concilio, quello dell’ecumenismo rivela certamente meglio l’affinità e l’unità di pensiero tra il Concilio e i modernisti. Infatti, i periti che hanno diretto il Concilio sono gli stessi uomini che quindici anni prima erano stati presi di mira ed esiliati per le loro idee moderniste. Non dovrebbe sorprendere che l’ecumenismo sostenuto e messo in pratica nel Concilio fosse di ispirazione modernista. L’unità ecumenica non può sorgere dalla verità dei fatti e delle realtà, e quindi pone un problema teoricamente insolubile, da risolvere solo nella prassi. Di conseguenza, l’unica soluzione può essere quella di sacrificare la verità e il principio di non contraddizione in nome di un’unità artificiale mantenuta nell’equivoco. Promuovere l’ecumenismo significa firmare un trattato di non aggressione, concedendo a tutte le religioni il diritto di cittadinanza nel grande pantheon delle fedi. L’unico comandamento è l’esclusione dell’esclusività: libertà per tutti in tutte le cose, tranne che per coloro che credono nella verità. La Chiesa cattolica stessa è caldamente invitata a prendere il suo posto nell’assemblea, a condizione che abdichi alla sua pretesa di monopolio della santità, della verità e dell’unità. La conseguenza logica dell’ecumenismo conciliare è la libertà religiosa, e la libertà religiosa è la negazione pubblica della distinzione tra bene e male, tra vero e falso. La libertà religiosa è il rifiuto di accettare Gesù Cristo e la sua Chiesa come autorità supreme sull’uomo. È l’affermazione pratica della coscienza modernista, indipendente da ogni regola esteriore di azione o pensiero. È l’affermazione della libertà come principio e diritto sovrano dell’uomo, che trascende Dio e le sue leggi».

L’intero movimento ecumenico si fonda su questo assalto alla ragione e alla verità cattolica. Quindi coloro che cercano di opporsi a Francesco e ai suoi compagni distruttori, ma nello stesso tempo aderiscono ai principi dell’ecumenismo, si privano dell’unica arma in grado di sconfiggere i nostri nemici: la verità cattolica non adulterata. È un esercizio vano insistere sul fatto che Francesco debba smettere di promuovere assurdità eretiche ma chiudere un occhio proprio su quell’assurdità eretica, l’ecumenismo, da cui il suo eretico programma in gran parte dipende.

Per mettere meglio in luce la questione, possiamo guardare ad alcuni degli insegnamenti infallibili della Chiesa cattolica che vengono indeboliti dal falso ecumenismo promosso dal Vaticano II (ovvero, molto prima che la maggior parte di noi avesse mai sentito parlare di Jorge Bergoglio). Nei Fundamentals of Catholic Dogma di Ludwig Ott sono elencate le seguenti verità infallibili opposte all’ecumenismo, errore funesto che incoraggia i non cattolici a rimanere fuori dalla Chiesa cattolica e dai sacramenti (diversi dal Battesimo) che solo essa può fornire, in particolare la Confessione:

– L’appartenenza alla Chiesa è necessaria per la salvezza di tutti gli uomini. (De fide).

– I sacramenti della Nuova Alleanza sono necessari per la salvezza dell’umanità (De fide).

– La persona giustificata non è in grado di evitare per tutta la vita i peccati, anche quelli veniali, senza lo speciale privilegio della grazia di Dio. (De fide).

– La grazia mediante la quale siamo giustificati può essere perduta, e di fatto si perde con ogni peccato grave (De fide).

Ogni cattolico che tenti seriamente di perseverare nello stato di grazia santificante sa quanto sia assolutamente malizioso da parte delle apparenti autorità della Chiesa cattolica suggerire ai non cattolici che non hanno bisogno di convertirsi al cattolicesimo. Se veramente amiamo il nostro prossimo, desideriamo che disponga delle verità e delle grazie che la Chiesa cattolica offre. Se così non è, vuol dire che non lo amiamo veramente.

Nostro Signore si è fatto uomo ed è morto a causa dei nostri peccati affinché potessimo onorare Dio e salvare le nostre anime. Per questo ha fondato la Chiesa cattolica, fornendole la sua verità e i sacramenti di cui abbiamo bisogno per salvare le nostre anime e onorare Dio. L’ecumenismo afferma che gli uomini non hanno bisogno di entrare nella Chiesa cattolica, ma possono rimanere nelle loro religioni non cattoliche che Nostro Signore non ha fondato. Ecco perché l’ecumenismo costituisce un inequivocabile assalto alla regalità di Cristo. Con l’ecumenismo Nostro Signore diventa semplicemente un consigliere, senza alcuna vera autorità per comandare.

Cosa si può fare? Possiamo e dobbiamo semplicemente insistere sulle verità insegnate da papa Pio XII e dai suoi predecessori in opposizione all’ecumenismo proliferato a partire dal Vaticano II. Se insisteremo sul fatto incontrovertibile che l’ecumenismo è una menzogna che serve solo ad allontanare le anime dalla Chiesa cattolica, allora non accetteremo più di utilizzare “l’unità dei cristiani” come presunta giustificazione per tutte le iniziative disastrose portate avanti in nome della rivoluzione del Vaticano II. Se agiremo così, potremo promuovere la regalità di Cristo e difendere la piena verità: Nostro Signore ha voluto la Chiesa cattolica per la nostra salvezza e noi non dobbiamo accettare gli argomenti dei nostri nemici che cercano solo di incoronarlo di spine.

Cuore Immacolato di Maria, prega per noi!

Fonte: remnantnewspaper.com

 

 

 

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