Ecco il presepe ideale. Ma migliorabile
La foto che vedete mi è stata girata da Santa Subito, alias mia moglie Serena. L’ha ricevuta via social, accompagnata dalla seguente spiegazione sarcastica.
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Vi presentiamo il presepe di quest’anno, più inclusivo e laico.
Non ci sono animali, per evitare questioni legate al maltrattamento.
Maria è stata rimossa poiché le femministe ritengono che l’immagine della donna non possa essere sfruttata.
Giuseppe, il falegname, non è presente perché il sindacato non gli permette di lavorare in un giorno festivo.
Gesù Bambino sta riflettendo: non sa se vuole essere un maschio, una femmina o qualcos’altro.
Quanto ai re Magi, potrebbero essere considerati immigrati irregolari.
Non c’è nemmeno l’angelo, per non turbare gli atei e i seguaci di altre religioni.
Infine, la paglia è stata eliminata a causa del rischio di incendio e della non conformità alle norme europee NF X 08-070.
La capanna, invece, è stata approvata, essendo realizzata in legno riciclato proveniente da foreste gestite secondo standard ambientali.
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Qualcosa mi dice che il Vaticano, sempre all’avanguardia in fatto di presepi, prima o poi adotterà questa soluzione per la piazza San Pietro. Non solo è molto politicamente corretta, ma è anche minimal, secondo i canoni in voga per gli arredi sacri.
Dubito però che la capanna sarà mantenuta. Va bene, ecologicamente non dà problemi, ma è così occidentale! Che cosa ne direste di una bella iurta mongola? O di un tucul etiope? O di un tepee, come usava fra i nativi nordamericani? O di… niente di niente, così da non scontentare nessuno e non prevaricare?
Se si vuole essere davvero inclusivi e di ampie vedute, occorre esserlo fino in fondo.