La rivista America, espressione dei gesuiti degli Stati Uniti, nell’ultimo numero pubblica un editoriale [qui] secondo il quale il fatto che la schiacciante maggioranza dei cattolici americani abbia votato per Trump dipende dalla “misoginia” che vige nella Chiesa.
Non solo. L’autrice, Kathleen Bonnette (presentata come “teologa” della Georgetown University, l’ateneo dei gesuiti), non ha timore di dichiarare che tale “misoginia” risale ai Padri della Chiesa, compreso sant’Agostino, e a san Tommaso d’Aquino, da cui proviene anche la mancanza di “autorità femminile” nella Chiesa. Ecco dunque spiegata la sconfitta di Kamala Harris e la preferenza dei cattolici per il maschilista Trump.
L’articolo non affronta nemmeno di sfuggita il fatto che Kamala Harris abbia presentato un programma radicalmente pro-aborto e che la candidata democratica non abbia mai fatto mistero dei suoi pregiudizi anti-cattolici.
Ricordiamo che secondo un sondaggio [qui] pubblicato dal Washington Post e realizzato su un campione di elettori subito dopo il voto, Trump ha nettamente superato Harris per quanto riguarda il voto cattolico. Un dato di fatto sul quale i gesuiti americani dovrebbero interrogarsi. Per Kathleen Bonnette, invece, la spiegazione è molto semplice: “La misoginia, consapevole o meno, è alla base del silenzio e dell’equivoco morale di molti leader cattolici, così come della volontà di tanti cattolici di ignorare il bene comune nella ricerca del potere politico. Nella misura in cui ciò è vero, le coscienze cattoliche sono state deformate”.
Nell’articolo, Kathleen Bonnette sostiene che la Chiesa è “sessista” perché alle donne non è consentito essere ordinate al sacerdozio e quindi non c’è una leadership femminile: “In assenza di autorità femminile nella chiesa, e data questa linea teologica, non sorprende che l’autorità femminile sia così spesso temuta o disprezzata e che molti uomini (e donne) cattolici considerino degradante seguire la guida di una donna”.
Subito dopo la vittoria di Trump, Kamala Harris ha sottolineato come, nonostante la sconfitta elettorale, continuerà a lottare per il “diritto all’aborto”, un discorso che ha commosso Kathleen Bonnette “fino alle lacrime”: “Non ho pianto finché la vicepresidente Kamala Harris non ha lasciato il podio dove aveva parlato e se n’è andata, ferma sui suoi tacchi a spillo, a testa alta. Il suo discorso trasudava il frutto dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fedeltà, dolcezza e autocontrollo”.
Che una femminista arrabbiata scriva certe scemenze non è una notizia. Ma che il tutto sia pubblicato su una rivista ufficiale dei gesuiti fa pensare.