Tra paure, fissazioni e nuove tendenze, ecco a voi le parole dell’anno.

Fine anno. Tempo di riassunti, bilanci, classifiche. Che riguardano anche le parole.

Per consolidata tradizione, l’Oxford University Press, la casa editrice del vocabolario Oxford English Dictionary, sceglie una parola o un’espressione che per varie ragioni si è imposta all’attenzione nel corso dell’anno, e per questo 2024 la scelta è caduta su brain rot, “putrefazione del cervello”.

Al secondo posto troviamo dynamic pricing (metodo per vendere prodotti e servizi con prezzi flessibili, in funzione del mercato e di altre variabili), al terzo demure, che sta per “riservato, modesto pudico”, opposto a brat, ovvero “ribelle, vistoso, monello”.

Brain rot esprime la preoccupazione per il deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona a causa di un eccessivo consumo di materiale online. La gente sta troppo su TikTok, YouTube eccetera, finendo per avvelenarsi. Un esempio è il successo di Skibidi Toilet, una serie in cui una testa canta dentro un WC, ottenendo milioni di visualizzazioni su YouTube.

Replicare i comportamenti tipici dei social e vedere il mondo come materiale buono per farci video per TikTok fa parte del brain rot, che noi potremmo anche tradurre con rimbecillimento.

A volte sono gli stessi utenti dei social ad avvertire il pericolo, quando si accorgono che il tempo trascorso in Internet incomincia a condizionarli davvero troppo (come un utente che ha confessato di aver iniziato a scorrere con il dito lunga la pagina, di carta, di un libro avendo dimenticato che non era uno smartphone).

La seconda espressione salita sul podio, dynamic pricing, riguarda un metodo sempre più diffuso per fare acquisti e caratterizzato dal fatto che l’offerta cambia secondo la domanda dei consumatori. Siamo nel mondo dell’e-commerce, la vendita online che ha creato il negozio globale, sempre accessibile, nel quale l’utente può comparare i prezzi in ogni momento. Ecco così i “prezzi dinamici”, che cambiano in base a quelli praticati dalla concorrenza, alla frequenza degli acquisti, perfino al giorno e all’ora in cui si acquista. Il mercato totale e infinito.

Demure, la terza parola, è un po’ una sorpresa, ma forze non tanto. In un mondo che ha fatto della spontaneità, fino alla sguaiatezza, un diritto e un dovere, c’è voglia di tornare alla discrezione, alla modestia e alla pudicizia, perfino con un tocco di affettazione. Il mondo dei monelli, e delle monelle, incomincia a stancare, ma, come spesso succede, si va verso l’estremo opposto.

Chissà se e quando l’espressione dell’anno sarà qualcosa come mental balance, ovvero equilibrio mentale?

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