Don Camillo
Don Camillo: – Gesù, avete visto?
Gesù: – Che cosa, don Camillo?
Don Camillo: – Quel presepe con i Simpson al posto di Giuseppe e Maria, e Hitler in croce. E voi deposto su uno skateboard. In una chiesa, la vostra casa.
Gesù: – Molto strano. Non capisco il nesso.
Don Camillo: – Ma Gesù! Non c’è niente da capire. È solo la solita voglia di essere “alternativi”.
Gesù: – Ma ormai mi sembra che nulla sia meno alternativo dell’essere alternativi.
Don Camillo: – Bravo. Il conformismo dell’anticonformismo…
Gesù: – E chi è l’autore di questo strambo presepe?
Don Camillo: – Un certo Pesce.
Gesù: – Un… Pesce d’aprile verrebbe da dire.
Don Camillo: – Ma non fa ridere. Fa piangere.
Gesù: – Non piangere, don Camillo. E non te la prendere. Piuttosto, prega per loro.
Don Camillo: – Lo farò, Gesù. Ma sono stanco. Siamo circondati da pazzi e blasfemi.
Gesù: – E lo dici a me? Fatti coraggio e accoglimi nel tuo presepe con le statuine di una volta. Guarda, si è staccato un po’ di gesso dal mantello di mia madre. E c’è da ritoccare la barba di Giuseppe. Ne hai di lavoro da fare.
Don Camillo: – Oh, è vero. E devo anche ripitturare l’asinello. Che sono io.
Gesù: – Bravo, don Camillo, ora ti riconosco!