Dopo l’udienza di Bergoglio con i metodisti. Un compito per il 2025: combattere l’ecumenismo

di Robert Morrison

Nell’udienza del 16 dicembre 2024 con una delegazione del Consiglio metodista mondiale Francesco ha sostenuto che i cattolici professano la stessa fede dei metodisti: “L’anno prossimo i cristiani di tutto il mondo celebreranno il 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico: Nicea. Questa occasione ci ricorda che professiamo la stessa fede e quindi abbiamo la stessa responsabilità di offrire segni di speranza che testimonino la presenza di Dio nel mondo”.

Certo, è vero che i metodisti e altri protestanti accettano il Credo niceno, ma è ovviamente scorretto suggerire che cattolici e metodisti “professino la stessa fede”. Papa Leone XIII fornì una confutazione completa della falsa affermazione di Francesco nella sua enciclica del 1896 sull’unità dei cristiani, la Satis cognitum: “Ma chi dissente anche in un solo punto dalla verità divinamente rivelata rigetta assolutamente ogni fede, poiché rifiuta con ciò di onorare Dio come verità suprema e motivo formale della fede […]. Coloro che prendono dalla dottrina cristiana ciò che vogliono si appoggiano ai propri giudizi, non alla fede; e non ‘portando in cattività ogni intelletto all’obbedienza di Cristo’ (2 Cor. x., 5), obbediscono più veramente a sé stessi che a Dio.”

Chiunque rifiuti anche un solo punto di verità divinamente rivelata rifiuta l’intera Fede, e poiché i metodisti (come altri protestanti) rifiutano molteplici punti di verità divinamente rivelata, rifiutano la vera Fede, affidandosi invece ai propri giudizi. Ecco perché i metodisti, ovviamente, non “professano la stessa fede” dei cattolici.

Sfortunatamente, una tale falsità non è una sorpresa sulla bocca di Francesco. Ma dobbiamo riconoscere che la sua posizione è tipica dell’intero movimento ecumenico che ha dominato la teologia vaticana negli ultimi sessant’anni. Francesco ne ha accennato durante la sua udienza con i metodisti: “Per un lungo periodo di tempo metodisti e cattolici sono stati estranei e anche diffidenti l’uno dell’altro. Oggi, tuttavia, possiamo ringraziare Dio che, per quasi sessant’anni, abbiamo progredito insieme nella conoscenza reciproca, nella comprensione e, soprattutto, nell’amore. Ciò aiuta ad approfondire la nostra reciproca comunione.”

In nessun modo la Chiesa cattolica potrebbe essere “protestantizzata”, semplicemente perché la Chiesa cattolica non può andare in quella direzione. Qualunque cosa assomigli alla Chiesa cattolica e possa essere “protestantizzata” è necessariamente una chiesa contraffatta.

Cosa è successo sessant’anni fa tra cattolici e metodisti? La risposta è chiara a chiunque abbia studiato la crisi nella Chiesa: c’è stato il Concilio Vaticano II. E, come possiamo vedere dalla lettera di Evelyn Waugh all’arcivescovo John Heenan del 25 novembre 1962 (meno di due mesi dopo l’apertura del Concilio), la “protestantizzazione” era evidente fin dall’inizio per coloro che avevano occhi per vedere. Waugh aveva assolutamente ragione, e Michael Davies confermò l’esistenza di questo processo di “protetantizzazione” nel suo Concilio di Papa Giovanni: “La storia del dialogo ecumenico avviato dal Concilio è stata una storia di continue concessioni da parte della Chiesa cattolica al protestantesimo, senza alcuna reciprocità. L’esempio più serio è stata la modifica della messa romana per renderla il più accettabile possibile per coloro che rifiutano l’insegnamento cattolico sul sacrificio e la transustanziazione” (p. 154).

La chiesa sinodale di Francesco ci ha aiutato a comprendere meglio cosa è stato protestantizzato. Come sempre più cattolici stanno vedendo, questa chiesa sinodale è essenzialmente una versione più avanzata e ufficiale della cosiddetta “chiesa conciliare”, che per molti versi rappresentava già un’evidente contraffazione della Chiesa cattolica. Mentre i buoni cattolici potrebbero non essere d’accordo sul significato o sulla legittimità del termine “chiesa conciliare”, Francesco e i suoi collaboratori sottolineano regolarmente le realtà che la loro chiesa è ora chiamata “chiesa sinodale” e ha ben poco in comune con la Chiesa cattolica dal punto di vista dottrinale.

Francesco dice il vero quando sostiene  che la sua chiesa sinodale ha la stessa fede della chiesa metodista. Se non che nell’udienza con i metodisti non ha parlato di chiesa sinodale, ma di Chiesa cattolica, il che comporta per noi una conseguenza. Che ciò sia avvenuto per ignoranza o per malizia, è il tipo di errore rispetto al quale i veri cattolici devono essere vigili, per correggerlo immediatamente. Se Francesco non ha la comprensione o la decenza di identificare correttamente la sua chiesa contraffatta, abbiamo noi l’obbligo di correggerlo per ridurre al minimo le possibilità che altri credano erroneamente che stia parlando della Chiesa cattolica.

Questo obbligo di difendere la vera Chiesa cattolica si estende alla necessità di cooperare con la grazia di Dio per superare il falso ecumenismo che ha afflitto il Corpo Mistico di Cristo per decenni. L’ecumenismo è estraneo alla Chiesa perché è eretico, e questa nozione errata sull’unità cristiana danneggia i cattolici in innumerevoli modi. Dio ha permesso che questi danni diventassero sempre più evidenti nel 2024, con il documento sul vescovo di Roma e il Sinodo sulla sinodalità. Per coloro che amano la Chiesa cattolica, tutto ciò ci chiama, nel 2025, a lavorare più che mai per contrastare caritatevolmente il flagello dell’ecumenismo.

Cuore Immacolato di Maria, prega per noi!

Fonte: remnantnewspapaer.com

 

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