Noi fedeli e il cinghiale che devasta la vigna. Una risposta al padre Harrison

di Daniel Bargna

Caro Valli,

da semplice fedele desidero condividere alcune riflessioni in modo costruttivo in merito alla tesi, pubblicata sul suo blog [qui], di padre Harrison, riferita alla questione del papa eretico. Tale tesi, sostenuta in sostanza anche da molti altri, sembra voglia invitare i fedeli a rimanere in un atteggiamento di “status quo” rispetto a posizioni ostili verso la legittimità dell’attuale Sommo Pontefice. A mio avviso tutto ciò non può essere altro che una pericolosa anticamera per l’ignavia.
Ecco i punti su cui vorrei soffermarmi in contrapposizione a quanto scritto dal religioso.

1) Il fatto che tutt’ora nessun cardinale si sia esposto in merito alla legittimità dell’attuale papa non vuol dire che qualcuno di loro non lo farà in seguito. Credo che per i fedeli sia importante continuare a sperare e a sollecitare in tal senso, affinché venga presa al più presto una posizione pubblica. Provvidenziale monsignor Viganò, che col suo coraggio e zelo ci ha indicato una via.

2) Se non è nell’eresia manifesta e in una deriva neopagana e idolatrica, quale sarebbe il limite da superare affinché non si possa più considerare un papa come tale? Con Bergoglio siamo di fronte non solo a ostinate eresie, già di per sé gravi, ma all’inesorabile costruzione di una vera e propria religione post-cristiana in cui sono ammessi, con pari diritto, “valori” estranei alla fede cattolica. L’urgenza di una posizione chiara nasce dal fatto che c’è in gioco la salvezza delle anime. Le anime hanno bisogno di essere condotte, curate e nutrite con cibo sano da autentici pastori non collusi in compromessi.

3) Con tutto il rispetto, mi viene da sorridere quando il padre Harrison difende la sua tesi citando il dogma dell’indefettibilità della Chiesa. In un certo senso fino all’arrivo di Bergoglio ero ingenuamente convinto che la Chiesa fosse indefettibile a partire dalle gerarchie. Ero persuaso che lo Spirito Santo avrebbe sempre scelto pastori docili alla sua azione e li avrebbe ispirati nel condurre sapientemente la Chiesa. Immaginavo un futuro pieno di persecuzioni e lotte, con pochi irriducibili fedeli, ma difesi dai propri vescovi e da un papa santo. Mai un mio pensiero è stato così errato. Perché? Perché mancava di una considerazione fondamentale: di fronte a Dio ognuno è libero, libero di scegliere, persino libero di tradirlo anche se Dio gli ha conferito grandi responsabilità e doni. La Chiesa cattolica non sarà mai distrutta (“non praevalebunt”), fin tanto che rimarrà un piccolo gregge di religiosi e fedeli custodi della vera fede in Gesù, nella tradizione autentica dei Padri e dei Santi.

4) Sembra che padre Harrison chieda ai fedeli di avere un atteggiamento “bipolare”: da una parte si dovrebbe tenere un religioso ossequio [1] al cinghiale che devasta la vigna del Signore, dall’altra, invece, sarebbe lecito disobbedire e dissentire ogni qual volta ci siano insegnamenti erronei, rimanendo nel contempo in comunione con lui e in una sincera disposizione riverente e filiale. È intuibile che per i veri figli della luce tutto ciò non può essere che ipocrita e deleterio. Inoltre, un atteggiamento doppio non può essere richiesto da Dio, ma dal suo nemico di sempre, che sottilmente vuole impantanarci in quello stagno che porta a scegliere di non scegliere.

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1 Can. 752 – Non proprio un assenso di fede, ma un religioso ossequio dell’intelletto e della volontà deve essere prestato alla dottrina, che sia il Sommo Pontefice sia il Collegio dei Vescovi enunciano circa la fede e i costumi, esercitando il magistero autentico, anche se non intendono proclamarla con atto definitivo; i fedeli perciò procurino di evitare quello che con essa non concorda.

 

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