Caro Aldo Maria…
Caro Aldo Maria,
ho molto apprezzato il tuo ricordo natalizio. Naturalmente tutti noi leghiamo al Natale tante memorie, e questa festa, specie quando gli anni cominciano a pesare, più che di neve si ammanta di nostalgia.
Io credo che, senza negare tutto ciò che ci circonda e gli enormi problemi in cui siamo immersi, gli anni che passano velano di una certa amarezza i nostri giudizi. Si tratta di giudizi che, sia ben chiaro, toccano problemi che veramente destano grande preoccupazione, ma certamente potrebbero essere orientati differentemente.
A me sembra che in alcune persone (tu non sei fra queste) impegnate a constatare una crisi che è nei fatti ci sia la voglia di sferrare il colpo di grazia. Sembra il tipo di reazione che si adotta di fronte a una relazione finita, quando si passa dall’amore al disprezzo. È la situazione di coloro che si sentono traditi, e non fatico a comprenderla. Però non me la sento di giustificarla.
Tante volte noi “non apocalittici” ci siamo detti che a viste umane la situazione odierna della Chiesa sembra non offrire elementi per ben sperare. Come potrei negare quello che mi accade intorno? Viviamo in uno stato di grande prostrazione. Si dice: la Chiesa ha già vissuto molti momenti critici nella sua storia, ma nulla di simile a quanto succede oggi. Vero, non vero? Forse è anche vero, ma proprio in questo caso, in un caso di eccezionalità come quello in cui viviamo, è richiesta una risposta eccezionale che, senza buttare il bambino con l’acqua sporca, cerchi di dare vita a un vero rinnovamento che parta soprattutto dalla nostra abilità di sensibilizzare le coscienze di tutti i cristiani sul fatto che la Chiesa, pur essendo in uno stato preoccupante, è anche bellezza, è anche grazia, è anche salvezza.
Come conciliare le due cose? Questa è la nostra battaglia di ogni giorno, una battaglia penosa e dolorosa, che spesso non ci fa stare bene. Una battaglia, tuttavia, che vale la pena combattere.
Nella presente situazione cerco di rispondere nel modo più sereno possibile alla domanda di Cristo: “E voi chi dite che io sia?”. A volte la risposta mi viene spontanea, a volte mi si strozza in gola. Del resto al momento finale sarà un “a noi due!”, come ha detto qualcuno che ora non ricordo.
Ciò che conta è essere più preparati possibile.
Continua
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