Il cardinale Müller e le sue denunce sulla chiesa dell’Anticristo

di Armando Savini

Quello stesso sinodo che molti vescovi hanno definito eretico (Strickland), anticristico (Müller), ora Bergoglio lo vuole rendere vincolante come Magistero della Chiesa. Ne ha l’autorità? E, in caso, cosa comporterebbe per la Chiesa e il mondo intero? Chi siede sul soglio di Pietro condiziona non solo circa un miliardo e mezzo di cattolici, ma l’intera umanità. Far collassare dall’interno duemila anni di Tradizione cristiano-cattolica vuol dire far tremare le fondamenta del mondo. La stessa civiltà occidentale poggia non solo sul diritto romano e sulla filosofia greca, ma soprattutto sulla fede cristiana, piaccia o non piaccia. Il cristianesimo ha portato le università, gli ospedali, ha ispirato la cultura, l’arte. La stessa democrazia, basata sull’eguaglianza di tutti gli uomini, poggia sul concetto cristiano per cui tutti gli uomini sono immagine e somiglianza di Dio e dunque hanno pari dignità, senza alcuna distinzione ontologica. Se viene meno l’ortodossia della dottrina cattolica, cadono tutti i pilastri della civiltà europea e della ragione, poiché «la fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità» (Fides et ratio). Ecco perché non possiamo non dirci cristiani. Non è la causa di alcuni, ma di tutti. Forze ctonie spingono verso un relativismo gnostico: è l’ideologia neo-gnostica woke, i cui alfieri hanno dominato il mondo fino a oggi, ponendo sul soglio petrino il loro campione, l’icona del Nuovo Ordine Mondiale, colui che ha stretto un patto con i nemici della Chiesa e dei popoli, gli oligarchi finanziari che propugnano la dissoluzione dell’ordine costituito da Dio e fanno di loro stessi «esseri divini e creatori».

Come ha recentemente evidenziato il cardinale Müller, Bergoglio pecca contro lo Spirito Santo, affermazione che fa seguito ad altre già esplicitate da qualche tempo a questa parte.

Già lo scorso anno il cardinale Müller tornava a parlare di Anticristo e lo faceva in riferimento al sinodo sulla sinodalità, in un’intervista al National Catholic Register.

Mesi prima disse chiaramente che il papa non è al di sopra della Parola di Dio. Poi, nell’ottobre 2022, pubblicava presso la rivista Cardinalis un articolo, dal titolo L’ultimo Papa. Breve descrizione dell’Anticristo, in cui denunciava i vescovi che, attraverso il sinodo, propagano dottrine anticattoliche con il beneplacito di Roma (leggi Bergoglio). Infine, in pieno sinodo, è tornato a puntare il dito contro cardinali e vescovi che vogliono insinuare l’eresia (“ideologie anticristiane”) sotto le false spoglie dell’ortodossia, abusando dello Spirito santo: «È lo spirito dell’Anticristo che parla attraverso di loro».

Il cardinale Müller rivelava che esiste, dunque, una chiesa dell’anticristo che ha preso il potere sulla Chiesa universale, «insediandosi nel tempio di Dio». Che siano costoro il corpo della bestia che sale dalla terra e che opera prodigi in presenza dell’altra bestia che sale dal mare, facendo cadere fuoco dal cielo? Non è forse questa la bestia che con le sue due corna fa in modo che il popolo adori l’immagine della bestia, l’invenzione del diavolo, il vicario della bestia, la sua espressione visibile, che si contrappone al vicario di Cristo? Chi potrebbe mai essere l’immagine della bestia se non l’ultimo Anticristo, l’uomo dell’anomia, l’apostata per eccellenza, l’autore della massima impostura religiosa «cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica sé stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne»?

Nel suo ultimo articolo I sette peccati contro lo Spirito Santo: Una tragedia sinodale, il cardinale Müller denuncia il sinodo come strumento per mezzo del quale, «eseguendo una svolta di 180 gradi, la dottrina, la liturgia e la morale della Chiesa cattolica sono rese compatibili con un’ideologia woke neo-gnostica. Le loro tattiche – accusa Müller – sono notevolmente simili a quelle degli antichi gnostici». Per il porporato, Bergoglio attraverso il sinodo e i suoi sodali, «facendo appello all’ispirazione personale e collettiva dallo Spirito Santo, cerca di conciliare l’insegnamento della Chiesa con un’ideologia ostile alla rivelazione e con la tirannia del relativismo è colpevole in vari modi di un “peccato contro lo Spirito Santo” (Mt 12,31; Mc 3,29; Lc 12,10)».

Ecco alcuni tra i peccati contro lo Spirito santo commessi dalla chiesa bergogliana:

1) «L’insegnamento della fede viene consegnata all’arbitrarietà e all’ignoranza delle conferenze dei vescovi locali (che presumibilmente si sviluppano dottrinalmente a ritmi diversi) con il pretesto del cosiddetto decentramento».

2) «Vescovi e teologi sostengono pubblicamente solo opportunisticamente il Papa quando sostiene le loro preferenze ideologiche».

3) «L’origine soprannaturale e il carattere del cristianesimo vengono negati al fine di subordinare la Chiesa del Dio Trino agli obiettivi e agli scopi di un progetto di salvezza mondano, che si tratti di neutralità climatica eco-socialista o di Agenda 2030 dell’”élite globalista”».

Conclude il cardinale tedesco: «Chiunque voglia davvero sentire ciò che lo Spirito sta dicendo alla Chiesa non si affiderà alle ispirazioni spiritualistiche e alle banalità ideologiche woke, ma riporrà tutta la sua fiducia, nella vita e nella morte, esclusivamente in Gesù, il Figlio del Padre e l’Unto dello Spirito Santo».

Il 24 aprile 2024, alla presentazione del libro di Ignazio Ingrao Cinque domande che agitano la Chiesa, il segretario di Stato cardinale Parolin, alla domanda “Che fine faranno le riforme intraprese da papa Francesco? C’è il pericolo di un’inversione di marcia?”, ha risposto: «Per tentare di dare una risposta mi affido allora alle parole della lettera di Giacomo: “Siate dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l’agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d’autunno e le piogge di primavera”. Il discernimento, che non è semplicemente intuito ma frutto di una continua preghiera nello spirito, indicherà nel tempo disteso di chi sa essere paziente come proseguire e cosa rendere istituzionale. Proprio perché è azione dello Spirito e, quindi, non ci potrà essere un’inversione di marcia».

Ciò che colpisce – o almeno dovrebbe – è che del “magistero” bergogliano non tutto sarà istituzionale, ma solo ciò che sarà indicato tale dal discernimento. Allora, o il papa non è più infallibile ai sensi della costituzione dogmatica Pastor Aeternus, oppure Bergoglio non è papa o non lo è mai stato. Chi mai, infatti, potrebbe permettersi di vagliare il magistero di un papa e decidere cosa sia istituzionale – cioè, vincolante per tutta la Chiesa – e cosa non lo sia? Non si cadrebbe, forse, nel conciliarismo? Il peccato contro lo Spirito Santo, che è un peccato contro la fede, è compatibile con il ministero petrino? Un presunto eretico e gnostico sulla cattedra di Pietro, quale autorità potrà mai avere sulla vera Chiesa di Cristo? È, forse, solo un caso il riferimento del cardinale Parolin alla venuta del Signore o ha un significato ben preciso?

Nel libro Ultime conversazioni, pubblicato nel 2016, il giornalista Peter Seewald chiedeva a Benedetto XVI: «Lei si vede come l’ultimo papa del vecchio mondo o come il primo del nuovo?», e Benedetto XVI rispondeva: «Direi entrambi». Seewald: «Come un ponte, una sorta di elemento di raccordo tra due mondi?». Risposta: «Io non appartengo più al vecchio mondo, ma quello nuovo in realtà non è ancora incominciato».

Nel 2016, cioè nel terzo anno di regno di Bergoglio, Benedetto XVI dichiarava di essere l’ultimo papa del vecchio mondo e il primo del nuovo mondo che ancora non era cominciato. Ma se Benedetto chiude un tempo e ne inaugura uno nuovo, che ancora non è cominciato e, apertis verbis, afferma di essere papa, chi è davvero Bergoglio? Che sia forse quella misteriosa figura adombrata da Joseph Roth nel 1934? A chi avrà l’autorità (exousia), l’ardua sentenza che potrebbe salvare il mondo dalla dissoluzione totale.

Scrive l’apostolo Paolo ai Galati: «Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate a un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!» (Galati, 1,6-10).

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