Lasciare questa Chiesa? E per andare dove?
di Antonina Sicari
Caro Valli,
mi permetto di rivolgermi a Fabio Battiston dopo aver letto il suo articolo [qui] nel quale in sostanza comunica di voler uscire da questa Chiesa che non gli dà altro che dolore.
Desidero dirgli che condivido il suo stato d’animo e la sua sofferenza per tutto ciò che sta accadendo là dove prima trovavamo la nostra consolazione, ma… c’è un ma che mi impedisce di approvare la sua decisione, in verità non chiarissima mancando di una precisa soluzione.
Dove vorrebbe approdare, caro Battiston? Lo dice lei stesso che fuori dalla Chiesa non v’è salvezza, ma si ricordi che la Chiesa, quella vera, non è certamente quella che ora pare avere il sopravvento. La Chiesa è quella di coloro che sono rimasti fedeli a Cristo, alla sua parola, alla dottrina di sempre, una Chiesa ora sopraffatta, col respiro affannoso, ferita, oltraggiata, calpestata, ma viva più che mai perché è lì che palpita e soffre con noi Nostro Signore, è lì che persistono coloro che lo amano e non intendono tradirlo, magari nascosti ma decisi a recitare il Padre nostro di sempre, senza curarsi della disapprovazione di chi ha lasciato il cervello all’ ammasso e si ritiene un bravo e fedele cristiano.
La Chiesa vera la custodiamo dentro di noi perché preghiamo e viviamo come ci fu insegnato e dobbiamo custodirla amorosamente, anche con sacrificio. Non ce ne pentiremo, perché Gesù è con noi, la Madonna è con noi e sono con noi tutti i santi che nel corso del tempo sono stati esempio di virtù e santa pazienza. Pensiamo a Padre Pio, perseguitato e atterrito dal Concilio e determinato a non voler celebrare secondo il nuovo rito. Santo della gloriosa sofferenza, non scese mai dalla sua croce, eppure ne aveva di ragioni!
Non scendiamo dalla nostra piccola croce e non lasciamo Gesù nelle mani empie di chi in pratica lo bestemmia. Potrebbe pentirsene, caro amico Battiston e magari a quel punto sarà troppo tardi. Prego per lei.
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