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Perché ancora Rupnik?

Entro nell’amato santuario mariano, che in questo 2025 è anche basilica giubilare, e ne resto come sempre affascinato. Tutto invita alla preghiera, compreso il bellissimo, ottocentesco presepe di carta.

Ma ecco che davanti a una cappella laterale, dove un bravo sacerdote attende i penitenti, vedo un cartello e ne resto orripilato. Sotto la scritta Confessioni è riprodotta infatti un’opera del famigerato Marko Rupnik, ex gesuita espulso dalla Compagnia di Gesù nel 2023 a seguito delle accuse di abusi sessuali compiuti negli anni su diverse religiose.

Mi chiedo come sia possibile che in un luogo in cui tutto è bellezza a maggior gloria di Dio compaia l’immagine di un’opera di questo “artista”, il cui tratto distintivo sono gli inquietanti occhi neri dei personaggi dall’espressione fissa. E, per giunta, proprio là dove si amministra il sacramento della penitenza.

Ricordiamo che nel 2020 a Rupnik fu comminata la scomunica latae sententiae per aver assolto e vincolato al silenzio una suora da lui stesso abusata. E che l’espulsione dai gesuiti è avvenuta a causa del suo rifiuto ostinato di obbedire alle restrizioni.

Davvero non si può trovare un’altra immagine per segnalare la cappella delle confessioni?

Aldo Maria Valli:
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