X

Quel torcicollo che non passa mai

di Fabio Battiston

Dopo aver fatto i complimenti a Vincenzo Rizza – che ha giustamente, anche se forse troppo signorilmente, roteato la clava contro l’incredibile autogol dei Bergoglio & Co. in tema di immigrazione – mi permetto di offrire una breve riflessione su quanto sta accadendo nella politica nostrana. È un tema che può considerarsi collaterale rispetto alle questioni sollevate dall’amico Vincenzo nel suo contributo.

Mi riferisco, in particolare, a uno scenario che nelle ultime settimane va riempiendo sempre più le cronache politiche à la page. Sto parlando dei nuovi onanismi prodotti dal cosiddetto “centro cattolico”. Quest’ameba che non ne vuol sapere di morire ha infatti ricominciato a dimenarsi con l’obiettivo di risorgere dalle proprie ceneri e divenire, per l’ennesima volta, l’utile idiota stampella di un ipotetico governo di sinistra che finalmente spazzi via gli odiati nazional-populisti (ammesso e non concesso che quelli oggi al governo lo siano). Regista di questa miserevole operazione è, manco a dirlo, uno dei quattro cavalieri dell’Apocalisse bergogliana, quel Zuppi che nella sua incessante spola tra Bologna e Roma sta cercando di tessere le fila di questa nuova e al tempo stesso vecchissima alleanza tra pseudo-cattolici ed ex-neo-post social-comunisti oggi gioiosamente immersi nel guano woke. Intorno a sua eminenza, pigolanti nel loro penoso teatrino istituzionale, si muovono i soliti e tristemente noti personaggi: Mattarella, Prodi, Casini, Bindi e Gentiloni in prima fila, seguiti da un codazzo di ex margheritine, ex popolarini, baciapile bergogliani e seguaci laico-devoti della Nuova Chiesa Universale a trazione sinodale, lgbtq ed eco-climatica. Tutti costoro stanno già alacremente lavorando per dare una maschera di buona catto-politica centrista alle peggiori istanze dis-etico/valoriali, socio-economiche, fiscali, ambientali e mondialiste, pronte per essere sfornate dai laboratori piddino-pentastellati (e mettiamoci pure il trio Boldrini-Fratoianni-Bonelli che male non fa). Ciascuno deve fare la propria parte per l’affermazione definitiva del Deep State. In questo quadro, l’intera chiesa bergogliana, questa fetida struttura neo-pagana e preternaturale, si propone naturalmente come uno dei principali protagonisti. A tal fine, essa è già in piena azione per dare il suo fattivo contributo a questo progetto di morte. I suoi avveniristici strumenti di informazione/comunicazione, i suoi maître à penser politico-culturali e poi ancora giornalisti, università pontificie, bracci armati come la Comunità di Sant’Egidio (con Riccardi sempre più onnipresente come pensiero-guida dell’operazione), le Acli e compagnia cantando sono già dispiegati e pronti alla battaglia. Il loro compito sarà dare supporto ideale, immagine e sostanza a ciò che da sempre è il sogno di un certo cattolicesimo e di una certa chiesa che quelli della nostra generazione ben conoscono da decenni. È un’idea che affonda le sue radici in tempi lontani. È quel mostruoso sodalizio che, parliamoci chiaro, il grande Giovannino Guareschi aveva già fatto intravedere nella relazione tra Peppone e Don Camillo e si è poi pienamente manifestato nello scellerato patto tra masse cattoliche e popolari. Un patto che, subito, portò alla stesura di un’oscena Costituzione e poi a mezzo secolo di spartitorio dominio della vita nazionale.

Ritengo che quest’ennesimo tentativo, come molti di quelli che l’hanno preceduto, sia destinato a fallire. Almeno questo è il mio auspicio. Tuttavia, indipendentemente da come andranno le cose, l’elemento positivo sarà quello di far emergere una volta di più chi sono, di che pasta sono fatti e, soprattutto, in cosa credono tutti quelli che, autodefinendosi appartenenti a un centro cattolico da sempre “torcicollato” a sinistra, parteciperanno a questo coito contro-natura.

Aldo Maria Valli:
Post Correlati