X

Insediamento di Trump. Note a margine (con molti motivi di speranza)

di Fabio Battiston

Caro Aldo Maria,

ho appena finito di vedere e ascoltare la diretta dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca e, naturalmente, il discorso di apertura.

All’inizio del suo intervento vi sono stati, come era lecito aspettarsi, alcuni accenni molto americani, a uso e consumo del proprio elettorato, e su di essi non è il caso di soffermarsi. Voglio invece sottolineare i fatti concreti che ha annunciato, provvedimenti non teorizzati sulla carta ma attuabili con i suoi primi cento ordini esecutivi. Decisioni che, a differenza di quanto accade da noi, potranno in molti casi tradursi in azioni operative immediate. Una vera musica per le mie orecchie e, al tempo stesso, un incubo per la satrapia lib-dem statunitense e per i catto-sinistri euro-italo-vaticani che ancora imperano in questa nostra parte di mondo.

Incredibile, quasi commovente, aver finalmente ascoltato da un leader politico parole che suonano come attacco totale – con l’obiettivo della loro incondizionata distruzione – a concetti come:

– l’ideologia woke e transgender (ci sono solo maschio e femmina);

– la cancel culture (basta con l’infangare la propria storia e la discriminazione dei bianchi);

– il green deal (fine dell’egemonia ecologista e del totem della sostenibilità ambientale);

– l’invasione migratoria e lo strapotere dei gruppi multietnici criminali (sicurezza, sicurezza, sicurezza);

– il totem del vaccinismo Covid (riabilitazione totale dei non vaccinati, grazie a Robert Kennedy jr.);

– l’intervento in politica della magistratura corrotta (il vero cancro di ogni democrazia).

Facci caso: non c’è quasi argomento, tra quelli indicati, che non veda la Chiesa schierata con orgoglio dalla parte “liberal”.

Avremo mai un leader politico di casa nostra che avrà il coraggio, la forza e la chiarezza di proporre questi progetti dando loro, al tempo stesso, una possibilità concreta di immediata attuazione? Qui abbiamo solo un sindaco di Milano che attacca i carabinieri e difende le bande criminali multietniche e un partito che scende in piazza (insieme a sedicenti cattolici) per attaccare il “modello Caivano” e i decreti legge che cercano di tutelare la sicurezza dei cittadini

Immagino la disperazione di Jorge e dei suoi malefici Cavalieri dell’Apocalisse e poi della Cei, dell’Azione Cattolica, dell’Agesci, della Comunità di Sant’Egidio, delle Acli, dei cattolici di base e di tutti i membri delle parrocchie moderniste, inclusive e sinodali che popolano il nostro Paese. Quanti pianti disperati, quante urla di maledizione nei confronti del tycoon newyorkese! E tutto proprio mentre il sor Zuppi, aprendo oggi il parlamentino dei vescovi, esaltava il progetto di una nuova partecipazione dei cattolici in politica. Una iniziativa, ovviamente, da realizzare a fianco dei partiti immigrazionisti, transgender e abortisti della sinistra italiana.

Infine una sottolineatura su un aspetto della cerimonia di insediamento. La figura del vice-president Vance. Un viso pulito e deciso; una storia ancora breve alle spalle ma estremamente sofferta, dalla quale mi pare emerga una visione molto vicina alle nostre istanze sia religiose sia civili. Un protestante da poco convertito al cattolicesimo; una fede che per lui, a quanto ho potuto capire, è estremamente lontana dalle metastasi dell’attuale nuova chiesa universal-sinodale.

Trump ha i suoi anni ed è comunque una figura destinata a passare presto il testimone. Spero proprio che con la scelta di Vance egli abbia visto giusto; per l’America e un po’ anche per noi.

Aldo Maria Valli:
Post Correlati