Don Camillo
Don Camillo: – Gesù, avete sentito?
Gesù: – Che cosa, don Camillo?
Don Camillo: – In occasione del giubileo della comunicazione, dedicato alla speranza, il papa ha chiesto che “sia difesa e salvaguardata la libertà di stampa e di manifestazione del pensiero”.
Gesù: – Bene.
Don Camillo: – Ha chiesto anche che “sia salvaguardato il diritto fondamentale a essere informati”.
Gesù: – Molto bene.
Don Camillo: – Poi ha detto che “un’informazione libera, responsabile e corretta è un patrimonio di conoscenza, di esperienza e di virtù che va custodito e va promosso”.
Gesù: – Ottimo.
Don Camillo: – E ha aggiunto che “la libertà è il coraggio di scegliere”.
Gesù: – Stupendo.
Don Camillo: – E poi ha detto che dobbiamo “educarci ed educare al pensiero critico”.
Gesù: – Che bello.
Don Camillo: – Sì, ma voi, Gesù, ricordate che durante la cosiddetta pandemia chi non era allineato, e usava veramente il pensiero critico, era dipinto come un pazzo, anche dalla Chiesa.
Gesù: – In effetti.
Don Camillo: – E ricordate, Gesù, che in quel periodo la libertà di pensiero e di espressione venne conculcata in tutti i modi, pure dagli uomini di Chiesa, piegati alla narrativa di regime.
Gesù: – Eh sì, ricordo.
Don Camillo: – E ora da quegli stessi pulpiti vengono a farci la morale sulla libertà di espressione. E parlano di speranza. Gesù, io non ci sto.
Gesù: – E fai bene, don Camillo. Ma non lasciarti amareggiare. E non sopravvalutare certi pulpiti. Pensa che di questo, come si chiama, giubileo della comunicazione, se non me ne avessi parlato tu, non mi era arrivata notizia.