Trump e Vaticano: guerra in corso

di Stefano Fontana

Molti osservatori sono del parere che le scelte politiche fatte da Donald Trump nei primissimi giorni della sua presidenza metteranno in difficoltà i vertici della Chiesa cattolica. Quelle decisioni contrastano con gli indirizzi seguiti dal Vaticano nei settori dell’immigrazione, del gender, dell’ambiente, del green e mettono in evidenza, in negativo, che in Occidente si era costituito un sistema globale dominato dalla cultura liberal, una post-democrazia elitaria e totalitaria gestita dall’amministrazione democratica americana e che metteva insieme una ampia serie di centri di potere coordinandone l’operato. Tra questi centri di potere c’erano i padroni del Web, la grande stampa, le università, le fondazioni sedicenti filantropiche, le agenzie internazionali, i principali governi occidentali e il management dell’Unione europea. Il fatto che subito dopo le prime decisioni della nuova amministrazione americana si stia assistendo a un cambio di rotta da parte di molti soggetti partner di questo sistema – perfino Macron ora chiede di abbandonare il green – conferma che questo sistema c’era e che le elezioni americane hanno aperto le porte a un contro-sistema.

Ci sono molti motivi per sostenere che la Chiesa cattolica aveva contribuito a quel sistema totalitario e che tra i propri obiettivi e quelli dell’amministrazione Biden, del Forum di Davos, della Commissione europea o dell’Oms – solo per fare alcuni nomi della consorteria – l’osservatore non prevenuto nota molte convergenze. La prima difficoltà della Chiesa cattolica è proprio questa, di non essere stata in grado di smarcarsi dal potere ideologico dominante, di non essersi sottratta alle maglie di un sistema, di non aver difeso la giustizia come avrebbe dovuto. Non aver sostenuto i vescovi che non intendevano dare la comunione ai politici sostenitori dell’aborto estremo come il presidente Biden e Nancy Pelosi, aver inviato diversi messaggi di sostegno e augurio a Klaus Schwab sostenendo che il Forum di Davos poteva fare molto per il bene comune, aver condannato senza appello ogni controllo e limitazione delle immigrazioni, aver accettato e sostenuto il sistema poliziesco globale instaurato nel bienni Covid e aver confermato tutte le decisioni dell’Oms, avere insistito, anche con documenti ufficiali come l’esortazione Evangelii gaudium o l’enciclica Laudato si’, sul riscaldamento globale antropico e a sostegno proprio di quella ideologia climatista che oggi viene affossata da Trump perché priva di fondamenti scientifici e portatrice di povertà per le masse lavoratrici … tutto questo e altro ancora  manifesta una linea ossequiosa al sistema in atto del controllo sociale.

Le politiche che la Chiesa ha sostenuto, o proponendole essa stessa o tacendo sui loro aspetti negativi, hanno prodotto grandi danni. Si pensi per esempio alle morti provocate dal totalitarismo sanitario durante la pandemia e, in seguito ad essa, tramite gli effetti avversi. Oppure si guardi alla disoccupazione, alla crisi economica, alle tensioni sociali provocate dall’economia green, con gli agricoltori che in mezza Europa protestano in piazza contro le disposizioni demenziali dei governi o con le case automobilistiche che chiudono o trasferiscono gli stabilimenti. Oppure si faccia riferimento alla completa assenza di buon senso nell’applicare l’ideologia gender nelle competizioni sportive tra maschi e femmine, come alle Olimpiadi di Parigi, nei bagni comuni, speso imposti per legge, e nelle carceri. Si pensi anche all’aborto, non nel senso che la Chiesa lo abbia dichiarato ammissibile, ma perché su questo argomento la sua voce si è fatta flebile e quasi assente, preferendo intervenire su immigrati e ambiente. Nel frattempo, però, il sistema globale liberal ne ampliava il diritto fino alla nascita, lo inseriva in Costituzione come in Francia, lo dichiarava diritto umano come al Parlamento europeo, e molti Paesi disponevano per legge la distribuzione via posta delle pillole abortive. Quando, grazie alle nomine effettuate da Trump nel suo primo mandato, la Corte suprema abolì per incostituzionalità la precedente normativa e ridava ai singoli Stati la competenza in materia, il Vaticano si limitò a prendere atto. Ora Trump libera i pro-life incarcerati, ma dalla Chiesa non era venuta nessuna mobilitazione di protesta a loro difesa. Non si è sentita nessuna parola, non dico di scuse ma almeno di ripensamento o di correzione di rotta, dai vertici ecclesiastici, nessun vescovo si è detto pentito di aver chiuse le chiese e i santuari obbedendo all’Oms, di aver sostenuto le menzogne interessate dei virologi a pagamento, di aver obbligato i suoi sacerdoti (ancora oggi i renitenti al vaccino sono osteggiati e discriminati nelle diocesi), papa Francesco non ha corretto il suo slogan “vaccinarsi è un atto d’amore” e circa l’ideologia gender sia la prassi ecclesiale sia le dichiarazioni ufficiali sia i recenti documenti dicono con chiarezza che la Chiesa non è disposta a fare nessuna battaglia sull’argomento. L’omosessualità è ormai accettata come cosa naturale – “Dio ci ama così come siamo” –, il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali pure, il cardinale Cupich si dice favorevole alla adozione dei minori, la benedizione delle coppie omosessuali previste da Fiducia supplicans apre la porta al gender perché vengono dissociali, con l’autorevolezza del Dicastero per la dottrina della fede, il corpo e la persona.

Fonte: vanthuanobservatory.com

 

 

 

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