Giorni fa in Spagna il nuovo parroco di Basardillo e Torrecaballeros, seguendo le regole della Chiesa, ha negato la comunione a una coppia gay convivente.
Apriti cielo. La coppia si è rivolta a tv e giornali, e il linciaggio mediatico contro il sacerdote è partito alla grande.
Il ministro per le Pari opportunità è insorto, sostenendo che negare la comunione eucaristica a una coppia gay convivente è contro la costituzione.
Alcuni abitanti di Basardillo e Torrecaballeros hanno indetto una manifestazione “a sostegno di coloro che nei nostri paesi vengono discriminati a causa del loro orientamento sessuale”.
La confusione è grande sotto il cielo, spagnolo e non solo.
Si aggiunga che i membri della coppia appartengono al Psoe, il partito socialista spagnolo, e che uno dei due è il sindaco di Torrecaballeros, e il quadro è completo: tempesta perfetta.
Non risulta che il ministro, il Psoe e i bravi cittadini abbiano mai denunciato l’Islam per discriminazione nei confronti delle donne o per il fatto che in alcuni paesi islamici le relazioni omosessuali sono duramente punite.
La diocesi di Segovia ha ribadito che per ricevere il sacramento sono necessarie “condizioni oggettive di moralità”, e il quotidiano El País commenta: “L’episodio mostra lo scontro tra l’atteggiamento più inclusivo del papa e la fazione conservatrice della Chiesa”.
Ecco il risultato della dottrina del “chi sono io per giudicare”. Mentre Roma si gode gli applausi del mondo, un parroco che fa il parroco va incontro alla persecuzione.
Complimenti e avanti così.