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Cardinale Müller: «Il sacerdote non deve aver paura di annunciare la verità, anche se il mondo la rifiuta. I vescovi devono offrire sicurezza nei fondamenti dogmatici»

Il cardinale Gerhard Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, ha tenuto il 14 gennaio a Roma una conferenza dal titolo “Verità e missione del sacerdote cattolico”, nell’ambito del Terzo incontro internazionale delle Confraternite del clero cattolico. Nella sua lezione il cardinale ha affrontato l’essenza del sacerdozio ministeriale, il rapporto del sacerdote con la verità rivelata e l’importanza del suo ruolo nell’edificazione della Chiesa.

Il vero pericolo per l’umanità oggi – ha detto il cardinale Müller – consiste nei gas serra del peccato, nel riscaldamento globale dell’incredulità e nel decadimento transumanista della moralità, quando nessuno più conosce o insegna la differenza tra il bene e il male”.

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Müller ha sottolineato che l’essenza del sacramento dell’Ordine è espressa nelle parole del Signore risorto ai suoi apostoli: “La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi… Ricevete lo Spirito Santo. Se perdonerete i peccati a qualcuno, saranno perdonati. A chi non rimetterete i peccati, saranno non rimessi” (Gv 20,21-23). Ha sottolineato che questo mandato conferisce ai sacerdoti un’identità non meramente funzionale, ma sacramentale, configurandoli a Cristo per la salvezza delle anime.

Il sacerdote come trasmettitore della verità di Cristo

Il cardinale ha spiegato che la Chiesa non è stata fondata da Cristo per perseguire interessi mondani, ma per annunciare la salvezza di Dio a tutta l’umanità. Citando san Paolo, ha ricordato che il sacerdote è “un uomo approvato da Dio, un operaio che non ha di che vergognarsi, che espone rettamente la parola della verità” (2 Tm 2,15).

Müller ha messo in guardia dal pericolo di ridurre la verità del Vangelo a un messaggio relativista o adattato alle tendenze del mondo. “Qual è dunque la parola di verità o la sana dottrina che il sacerdote deve proclamare come araldo e maestro senza vergognarsi o aver paura del mondo?”. La risposta è che la verità del Vangelo è immutabile e non può essere modificata per compiacere la cultura dominante.

Citando la Lettera ai Romani, il cardinale ha ribadito la centralità della fede nella giustificazione dell’uomo: “Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Rm 1,16). Il sacerdote non deve soccombere alla pressione del relativismo né diluire la dottrina cattolica nel tentativo di renderla più accettabile al mondo.

Il sacerdozio come ministero di riconciliazione

Müller ha spiegato che i sacerdoti sono “ministri della nuova alleanza” (2 Cor 3,6), portatori del messaggio di riconciliazione tra Dio e l’umanità. Questa missione non è una mera funzione amministrativa, ma una partecipazione al sacrificio redentore di Cristo.

“Ci ​​è stato affidato il messaggio della riconciliazione”, ha detto, riferendosi alla centralità del sacramento della confessione nel ministero sacerdotale. Citando la Lettera agli Ebrei, ha sottolineato che il sacerdote partecipa al sacrificio di Cristo, il quale “con il proprio sangue ha ottenuto una redenzione eterna” (Eb 9,12).

Il cardinale ha parlato anche delle sfide che il sacerdozio deve affrontare nel mondo di oggi. Ha riconosciuto che molti sacerdoti sono oggetto di ostilità, indifferenza o scherno. “I sacerdoti, che spesso incontrano rifiuto, silenzio e scherno perché considerati fuori dalla realtà del mondo, hanno bisogno di sostegno e forza spirituale, non di paternalismo e rimproveri pubblici”.

Müller ha esortato i vescovi a essere un esempio e una fonte di forza per i loro sacerdoti. “I vescovi devono offrire sicurezza nei fondamenti dogmatici, perché se non fosse vero che il sacerdozio cattolico viene da Cristo e si trasmette mediante un sacramento proprio, allora esso agirebbe solo in nome proprio e non potrebbe mediare la vita soprannaturale con la potenza dello Spirito Santo”.

La struttura sacramentale del sacerdozio

Il cardinale ha approfondito la struttura del sacramento dell’Ordine e la relazione tra i diversi gradi del ministero ordinato. Il sacerdozio ministeriale – ha spiegato – non è una mera funzione all’interno della Chiesa, ma una realtà sacramentale che configura il vescovo e il sacerdote a Cristo, Capo della Chiesa.

“I sacerdoti sono, insieme al loro vescovo, veri sacerdoti del Nuovo Testamento”. Citando il Concilio Vaticano II, ha ricordato che i sacerdoti, pur dipendendo dai vescovi, condividono con loro la dignità sacerdotale e sono consacrati “per predicare il Vangelo, pascere i fedeli e celebrare il culto divino”.

Il ministero sacerdotale comprende l’insegnamento, il governo pastorale e la santificazione del popolo di Dio. La celebrazione dell’Eucaristia è l’atto centrale del sacerdozio, poiché in essa il sacerdote agisce in persona Christi e rende presente l’unico sacrificio di Cristo.

Müller ha affrontato anche il tema del rapporto tra sacerdoti e laici. Ha chiarito che non si tratta di una contrapposizione tra due gruppi, ma di unità nella missione della Chiesa. “Il rapporto tra clero e laici non è determinato dal principio di predominio, ma dalla loro unità nel servizio della Chiesa e nella salvezza del mondo”.

La centralità dell’Eucaristia nella vita del sacerdote

Il cardinale ha sottolineato l’Eucaristia come centro della vita sacerdotale. Ha spiegato che il sacerdote non è un semplice amministratore dei sacramenti, perché la sua identità più profonda si trova nella celebrazione del sacrificio eucaristico.

Citando san Cipriano di Cartagine, ha ricordato che “il sacerdote adempie veramente la funzione di Cristo quando imita ciò che Cristo ha fatto e offre un sacrificio vero e pieno nella Chiesa a Dio Padre”. L’Eucaristia non è solo un rito, ma l’attualizzazione del sacrificio di Cristo sulla Croce.

L’Eucaristia è il fondamento della comunione tra sacerdoti, vescovi e fedeli. La Chiesa vive dell’Eucaristia e la fedeltà alla liturgia è essenziale per la vita sacerdotale.

La missione del sacerdote in un mondo secolarizzato

In conclusione, il cardinale Müller ha ricordato che la missione del sacerdote non è quella di adattarsi alle tendenze del mondo, ma di annunciare fedelmente la verità di Cristo.

“Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato» (Mt 28,18-20). Questo mandato di Cristo è il fondamento della legittimità della Chiesa e del sacerdozio.

Il sacerdote non è un funzionario di un’istituzione religiosa, ma un inviato di Cristo per la salvezza delle anime. “Il sacerdote non deve aver paura di annunciare la verità, anche se il mondo la rifiuta. La sua missione è insegnare, santificare e governare nel nome di Cristo”.

Il cardinale Müller ha concluso esortando i sacerdoti a vivere fedelmente la loro vocazione e ad avere fiducia nella grazia di Dio. “Il Signore ci conceda sacerdoti santi, saldi nella fede e pronti a dare la vita per la verità del Vangelo”.

Fonte: infocatolica.com

 

Aldo Maria Valli:
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