Il latitante Zanchetta e i giochi di prestigio a suo favore

Dov’è il vescovo Zanchetta? Giorni fa i giudici argentini, respingendo un ricorso presentato contro la sentenza di primo grado, hanno confermato per il prelato la pena a quattro anni e sei mesi di carcere per abuso sessuale continuato ai danni di due seminaristi e aggravato dal fatto di essere stato compiuto da un ministro di culto (evitiamo per decenza di indulgere sui dettagli). Ma l’amico del papa non è in Argentina. Si dice sia a Roma, ricoverato al Gemelli. Tuttavia nessuno l’ha visto, almeno ufficialmente. Che abbia ricevuto il dono dell’invisibilità?

Non è il primo gioco di prestigio a favore di Zanchetta. Il primo si ebbe alla fine del 2017, alcuni mesi dopo le sue dimissioni dalla guida della diocesi di Orano, quando il vescovo fu nominato assessore dell’Apsa (l’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), carica inventata appositamente per lui e senza responsabilità di gestione. Insomma, un rifugio e una prebenda.

Dopo la condanna di primo grado, in Argentina Zanchetta restò in carcere solo per quattro mesi. Poi ottenne gli arresti domiciliari per motivi di salute, dapprima in una clinica e in seguito in un monastero. Infine avanzò la richiesta, accolta dai giudici in attesa della sentenza della corte d’appello, di tornare a Roma per essere curato al Gemelli.

In termini tecnici, Zanchetta è ora un latitante. Ma non uno qualunque. Un mago lo protegge e lo nasconde.

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