Stati Uniti / Kennedy difensore della vita e della salute. L’inizio di un risveglio delle coscienze?

di Paolo Gulisano

Molti si stanno domandando se il recente ribaltone delle elezioni presidenziali americane avrà conseguenze anche sulla Chiesa cattolica. In tempi normali un’istituzione bimillenaria come la Chiesa sarebbe stata toccata solo marginalmente da un’elezione politica. Quando nel 1960 alla guida degli Stati Uniti, paese che per molto tempo aveva conosciuto un forte settarismo anticattolico, divenne presidente per la prima volta un cattolico, quel John Kennedy discendente da immigrati irlandesi, la Santa Sede accolse l’avvenimento con aplomb. E così fece anche la Chiesa statunitense. Ma ora i tempi sono profondamente cambiati, e il vento cristiano che sembra spirare da Washington potrebbe farsi sentire anche nei sacri palazzi.

Si parla molto del vicepresidente Vance, un convertito al cattolicesimo. Tuttavia c’è un’altra figura chiave dell’amministrazione Trump che è un cattolico romano per profonda tradizione: Robert Francis Kennedy, il nipote del presidente assassinato. Nessuna scelta operata da Donald Trump ha suscitato maggiore clamore mediatico della nomina di Kennedy a segretario del Dipartimento della salute e dei servizi umani, un ruolo da super-ministro della sanità e del welfare.

Le reazioni sono state a dir poco veementi, e in Italia, sui media progressisti, addirittura isteriche. Ma anche nel fronte opposto dei conservatori c’è stato qualcuno che ha storto il naso, poiché Kennedy, secondo categorie ormai totalmente obsolete, sarebbe di sinistra. In effetti, ogni Kennedy che si rispetti da sempre ha fatto politica nel Partito democratico, e lo stesso avvocato vi ha militato, fino a quando non ne è uscito, disgustato dalle politiche di Obama e Biden.

Trump lo ha fortemente voluto nel ruolo ministeriale scelto per lui, e ne condivide la visione della politica sanitaria. Kennedy negli scorsi anni non si è limitato a criticare i vaccini, ma ha messo radicalmente in discussione le politiche vaccinali degli Stati Uniti e soprattutto dell’Oms, così come si è occupato di stili di vita, di malattie croniche e di contrasto al consumo degli psicofarmaci, di cui gli americani sono i più forti consumatori.

Sempre in ambiente conservatore, si imputa a Kennedy una visione troppo liberal in tema di aborto. Tuttavia, non senza una certa sorpresa, le posizioni del neoministro stanno cambiando. Si è infatti pubblicamente impegnato a portare avanti l’agenda pro-life dell’amministrazione Trump, affermando che l’aborto, compreso quello farmacologico, è una tragedia, e impegnandosi a limitare da subito la diffusione sul mercato delle pillole abortive chimiche. “Sono d’accordo con il presidente Trump – ha dichiarato Kennedy durante un’audizione con la Commissione finanze del Senato – che non possiamo essere una nazione dotata di moralità se abbiamo 1,2 milioni di aborti all’anno. Sono d’accordo con lui che gli Stati dovrebbero controllare l’aborto. Sarò a disposizione del presidente, e attuerò le sue politiche”. Inoltre, Kennedy ha rivelato che Trump gli ha chiesto di mettere fine agli aborti tardivi, introdurre protezioni per le esenzioni di coscienza e non finanziare più gli aborti sia negli Stati Uniti sia all’estero.

Durante l’udienza Kennedy si è anche espresso contro l’uso del tessuto fetale per la ricerca sulle cellule staminali, precisando che incentiverà la ricerca sulle cellule staminali che può essere fatta sui cordoni ombelicali, senza ricorrere al tessuto fetale proveniente da aborti. Allo stesso modo, verranno messi al bando i vaccini ottenuti utilizzando colture cellulari di feti abortiti.

Tutto ciò, con buona pace dei critici conservatori, ha suscitato l’immediato entusiasmo di una delle figure più popolari della Chiesa negli Stati Uniti, suor Deirdre Byrne, già ufficiale medico, poi religiosa, molto vicina al cardinale Burke di cui si prese cura quando il prelato contrasse il Covid, e nota per le sue posizioni tradizionaliste. Suor Deirde, che si è battuta coraggiosamente contro le imposizioni vaccinali di Biden, ha dichiarato alla stampa che sia come medico sia come religiosa è entusiasta della conferma di Kennedy. Non si tratta solo di solidarietà irlandese: suor Deirdre vede in Kennedy un’opportunità straordinaria per attuare politiche sanitarie pro-life. La religiosa ha inoltre espresso gratitudine per l’impegno preso da Kennedy di condurre studi sulla sicurezza delle pillole abortive come il mifepristone, parzialmente deregolamentate sotto l’amministrazione Biden. “Ora stanno dando questa pillola abortiva online senza la valutazione di un medico o un’ecografia”, ha detto, definendo questa procedura “estremamente pericolosa”.

Pienamente d’accordo con Kennedy anche sui vaccini, la religiosa-medico ha ricordato come i prodotti genici imposti durante la pandemia, chiamati impropriamente vaccini, sono stati introdotti in modo forzato, senza ricerche adeguate, senza evidenze scientifiche, e hanno danneggiato migliaia di persone. “Quindi ringrazio Dio per il presidente Trump e ringrazio Dio che Kennedy sia stato posto alla guida del servizio sanitario nazionale”, ha concluso.

Le ha fatto immediatamente eco la più importante associazione di operatori sanitari cattolici degli Stati Uniti, la Catholic Medical Association, che ha detto di non vedere l’ora di collaborare con Kennedy e l’amministrazione Trump: “L’Associazione medica cattolica è ansiosa di lavorare a stretto contatto con l’amministrazione Trump e con il segretario Kennedy nella missione condivisa di promuovere e proteggere la medicina etica” ha dichiarato il presidente del Comitato per le politiche sanitarie della Cma, Tim Millea. “La Cma è impegnata nei principi fondamentali dell’assistenza sanitaria: la dignità intrinseca di ogni vita umana dal concepimento alla morte naturale, la realtà biologica dei due sessi e la protezione dei diritti di coscienza e della libertà religiosa per gli operatori sanitari. Siamo ansiosi di vedere all’opera il segretario Kennedy nel correggere le politiche del Servizio sanitario nazionale che negli ultimi anni sono state in diretto conflitto con i metodi ottimali e razionali di assistenza sanitaria. È tempo di tornare alla medicina praticata come dovrebbe essere, e non diretta dall’ideologia”.

Un’altra delle azioni dell’agenda Kennedy per proteggere la salute negli Stati Uniti è la lotta per ridurre il consumo di alimenti altamente trasformati con prodotti chimici, additivi e oli di semi. Questo impegno ha riscosso l’entusiasmo del Movimento cattolico per la terra, comunità che si rifà alle idee distributiste di Chesterton. Il presidente Michael Thomas, alla guida di questo movimento in grande crescita tra i cattolici soprattutto nelle aree rurali, ha detto che si aspetta da Kennedy un sostegno alle fattorie, soprattutto nelle piccole comunità locali: “Il Movimento cattolico della terra è entusiasta della posizione che abbiamo visto espressa da Kennedy sulla salute degli americani e sulla proibizione di additivi e processi dannosi. Tuttavia, non è sufficiente limitare il male, dobbiamo sostenere il bene”. Secondo Thomas, c’è molto da sperare nel nuovo ministro, che potrà lavorare al ripristino dell’agricoltura locale e rigenerativa.

Insomma, se Vance sembra essere il punto di riferimento degli intellettuali cristiani, Kennedy invece rappresenta l’America cattolica profonda, quella che finora si era espressa attraverso le voci di alcuni pastori coraggiosi, come il cardinale Burke, l’arcivescovo Chaput o il vescovo Strickland. Voci, soffocate da Roma, pro-life e critiche verso la finestra di Overton pandemica. Voci di dissenso verso il totale appiattimento vaticano sulle narrazioni ufficiali, compresa quella del vaccino covid “atto d’amore”. Questa America profonda potrebbe avere trovato in Robert Francis Kennedy il suo paladino.

Se ne accorgeranno i cattolici di altri Paesi? La speranza è che avvenga finalmente un risveglio delle coscienze.

 

 

 

 

 

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