Don Camillo: – Gesù, avete sentito?
Gesù: – Che cosa, don Camillo?
Don Camillo: – Il papa… È malato. All’ospedale. Una cosa seria.
Gesù: – Ho sentito e visto, don Camillo.
Don Camillo: – Sapete, Gesù, mi succede una cosa strana.
Gesù: – Che ti succede, don Camillo?
Don Camillo: – Questo papa, a voi lo posso dire, non mi è simpatico…
Gesù: – Don Camillo! Un bravo prete non dovrebbe parlare così.
Don Camillo: – Gesù, lo dico inter nos…
Gesù: – Dunque?
Don Camillo: – Non mi è simpatico ma, ora che è malato, prego tanto per lui.
Gesù: – Dovrebbe essere normale, per un bravo prete.
Don Camillo: – Forse, ma non per me.
Gesù: – Don Camillo, non essere troppo critico verso te stesso. Conosco le tue preghiere.
Don Camillo: – E…?
Gesù: – So che sono sincere. E che sei vicino al papa in queste ore.
Don Camillo: – È così, Gesù.
Gesù: – E vedo anche un’altra cosa.
Don Camillo: – Cioè?
Gesù: – Che le tue preghiere salgono rapidissime al padre mio, mentre quelle di certi presunti amici del papa…
Don Camillo: – Che fanno?
Gesù: – Salgono poco. Anzi, non salgono affatto.
Don Camillo: – Com’è possibile?
Gesù: – È la prima legge della preghiera-dinamica: quelle che non nascono dal cuore, ma dall’opportunismo, non salgono.
Don Camillo: – Capisco. Ma questo significa… che devo dare una spinta? Pregare anche per i presunti amici del papa?
Gesù: – Proprio così, don Camillo. In questo periodo ti tocca fare gli straordinari.
Don Camillo: – Se lo chiedete voi, li faccio volentieri.
Gesù: – E io calcolerò attentamente la maggiorazione che ti sarà dovuta!