Vaticano / La nuova commissione per favorire le donazioni

Le finanze vaticane – non è un mistero – sono in sofferenza. Le cose non andavano in modo brillante già prima di Francesco, e con il pontificato di Bergoglio la situazione si è aggravata.

L’11 febbraio, prima di essere ricoverato al Gemelli, il papa ha istituito la Commissio de donationibus pro Sancta Sede, un nuovo organismo che ha lo scopo di favorire le donazioni dei fedeli, delle Conferenze episcopali e di altri possibili benefattori. Compito della commissione è di cercare finanziamenti per progetti specifici della Curia Romana e dello Stato della Città del Vaticano. Inoltre coordinerà i diversi sistemi di raccolta fondi già esistenti, a partire dall’Obolo di Pietro.

L’organismo, composto da un massimo di sei membri, sarà presieduto da monsignor Roberto Campisi, consigliere per gli Affari generali della Segreteria di Stato. Sarà affiancato dall’arcivescovo Flavio Pace, segretario del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, da suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, da suor Silvana Piro, sottosegretario dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa) e dall’avvocato Giuseppe Puglisi-Abrandi, vicesegretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

Ogni anno la commissione definirà le campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi, stabilendo le priorità e coordinando le risorse per i progetti presentati dai vari enti vaticani. In assenza di richieste specifiche, potrà costituire fondi di riserva per esigenze future.

Per quanto riguarda l’Obolo di San Pietro, nel 2023 le entrate sono ammontate a 52 milioni di euro, mentre le uscite sono risultate pari a 109.4 milioni di euro.

Tre i canali principali attraverso i quali arrivano le donazioni per l’Obolo: la colletta presso le chiese di tutto il mondo in occasione della solennità dei santi Pietro e Paolo, le offerte dirette inviate mediante bonifici su conti correnti bancari e postali, assegni o tramite il relativo sito web, e infine i lasciti ereditari.

Nel 2023 le diocesi hanno contribuito all’Obolo per il 31.2%, i donatori privati per il 2.1%, le fondazioni per il 13.9%, gli ordini religiosi per l’1,2%.

 

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