
Canada / Chiusa la commissione d’inchiesta sui bambini morti nelle scuole cattoliche. Ora qualcuno si scuserà per questa enorme bufala?
Non un solo corpo è stato trovato. Il governo canadese costretto ad ammetterlo.
Si conferma la grande menzogna che ha macchiato il buon nome della Chiesa cattolica e in particolare dei religiosi che si occupavano dei bambini indigeni nei collegi canadesi [Duc in altum se n’è occupato qui e qui].
Il governo canadese ha infatti chiuso le indagini: nonostante gli ingenti investimenti, non sono state trovate fosse comuni nei collegi gestiti dalla Chiesa. Anzi, non è stato trovato un solo corpo.
Tuttavia, non è prevista alcuna richiesta di scuse né da parte del governo né da quei membri della gerarchia ecclesiastica, a partire da papa Francesco, che facendo propria un’accusa rivelatasi infondata hanno attentato all’onore dell’istituzione e a quanti lavoravano in quei centri
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Dopo tre anni di indagini, e un investimento di 216,5 milioni di dollari, il governo del Canada ha deciso di porre fine alla Commissione consultiva nazionale sulle scuole residenziali, i bambini scomparsi e le sepolture senza nome. Dopo le segnalazioni di fosse comuni presso ex collegi gestiti da chiese cristiane, non è stato trovato un solo corpo.
L’indagine, avviata dopo le accuse di abusi e omicidi di centinaia di bambini indigeni in questi centri, ha scatenato un’ondata di indignazione nazionale, atti di vandalismo e la distruzione di circa centoventi chiese in tutto il Paese. Anche Papa Francesco ha pubblicamente deplorato quella descritta come “la sconvolgente scoperta dei resti di 215 bambini” nel collegio di Kamloops, tanto che il suo viaggio in Canada venne presentato come di natura penitenziale, per chiedere perdono dei crimini. Il papa ha perfino tenuto incontri con i leader delle comunità indigene per qualcosa che ora si è rivelata una menzogna.
Le ricerche condotte utilizzando il georadar non hanno prodotto alcuna prova fisica a sostegno delle accuse. Tuttavia, fino all’anno scorso il primo ministro Justin Trudeau continuava a insistere sul fatto che nei centri, attivi dalla fine del XIX secolo fino agli anni Novanta, erano stati commessi dei crimini, sotto una gestione delle chiese cattolica e anglicana.
Alcuni bambini effettivamente morirono nei collegi, ma i documenti storici indicano che la causa delle morti furono alcune malattie, diffuse all’epoca, come la tubercolosi.
Il dibattito comunque è ancora vivo e molte voci in Canada continuano a sostenere la teoria delle fosse comuni. Crystal Gail Fraser, membro della commissione d’inchiesta, ha definito la decisione del governo un “tradimento” e si è rammaricata che siano andati perduti “i valori della verità e della riconciliazione”.
Nel frattempo, la polemica continua a colpire il mondo accademico: l’annullamento di una lezione dello storico britannico e religioso anglicano Lord Biggar al Regent College di Vancouver, dopo che era stato accusato di aver negato l’esistenza delle fosse comuni, ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione attorno a questo tema.
Lord Biggar ha denunciato l’esistenza di una “cultura aggressiva e repressiva” che distorce il lavoro delle missioni cristiane e giustifica così l’incendio delle chiese.
Fonte: infocatolica