di Rita Bettaglio
Confitemini Domino, questo il titolo del secondo libro di padre Didier Pietro Maria Baccianti O.P., che ha per sottotitolo Celebrare e servire la Santa Messa in rito domenicano.
Nel 2022 padre Didier aveva pubblicato un primo volume dal titolo Il rito domenicano. Storia e liturgia, sempre per le edizioni Radio Spada.
Se Il rito domenicano, storia e liturgia, delineava sinteticamente la storia dell’ordine e del rito, passando poi a esaminare l’anno liturgico, il santorale e i singoli elementi liturgici caratteristici, Confitemini Domino è una sorta di manuale operativo a uso del celebrante e dei ministranti.
Corredato da preziosi disegni delle rubriche del Missale S. Ordinis Praedicatorum del 1939, il testo esamina e illustra dettagliatamente le rubriche per i tre tipi di Messa in rito domenicano secondo il Messale del 1962.
Padre Didier spiega infatti che ci sono tre tipi di Messa in rito domenicano: letta, cantata e maggiore. Di ognuna di esse tratta nel dettaglio: il risultato è un manuale unico e prezioso per chi desideri accostarsi al rito domenicano e lo voglia comparare al più noto rito romano.
La sua utilità, fondamentale per sacerdoti e ministri, si estende anche ai fedeli che possono così comprendere ogni gesto liturgico e apprezzarne il profondo significato teologico e spirituale.
Se è vero che lex orandi lex credendi, ognuno dei secolari riti che hanno arricchito e arricchiscono la Chiesa (almeno quella che desideri trarre dal proprio tesoro nova et vetera) illumina e compendia la fede e la dottrina autenticamente cattolica. Ciò rifulge particolarmente nella Messa Maggiore, altrimenti detta solenne, conventuale, canonica o capitolare. Soffermiamoci sul secondo appellativo: conventuale. Significa che è la Messa a cui tutta la comunità deve ogni giorno partecipare e che costituisce il cuore della vita comunitaria. Ciò è vero per i domenicani come per i benedettini o i francescani.
Domanda: si celebra ancora la Messa conventuale nei vari conventi o monasteri? È ancora il quotidiano centro propulsivo della vita religiosa? I frati o monaci ne hanno contezza?
Ma perché Confitemini Domino? Perché, ci spiega l’autore, sono queste le prime parole che il sacerdote domenicano pronuncia ai piedi dell’altare: Confitemini Domino quoniam bonus. Al che i ministri rispondono: quoniam in saeculum misericordia ejus.
Risuonano le parole del salmo 117 che, per i figli di san Domenico, si ricollegano al rito della professione religiosa che ognuno di loro un giorno ha emesso davanti a Dio e ai fratelli. Ogni sacerdote domenicano, quindi, a inizio di ogni Messa, ogni giorno della sua vita, pronuncia ancora e sempre la richiesta del giorno della professione: la misericordia chiesta e ricevuta, da Dio e dai fratelli.
Ciò è assai significativo perché mostra al sacerdote stesso che egli, ancor prima che presbitero, è frate domenicano, con un intimo legame tra vita religiosa e sacerdotale.
Per noi abituati al rito romano può colpire la mancanza del salmo 42 e la maggiore brevità delle preghiere ai piedi dell’altare, così come la diversa formula del Confiteor. Auspichiamo, per la nostra istruzione e personale vita spirituale, che padre Didier si avventuri, Deo adjuvante e con la competenza che gli è propria, in un esame comparativo dei due riti e delle loro relative genesi.
L’autore, nell’Introduzione, ci confida l’intenzione di dedicare un terzo volume al Breviario domenicano, in modo da comporre una sorta di trilogia domenicana. Il Breviario domenicano, questo sconosciuto, potremmo dire.
Con la riforma liturgica abbiamo assistito a una ingiustificata rinuncia ai riti propri dei vari ordini e alla convergenza, o appiattimento, su quello romano, il quale, nel frattempo, era stato ridotto all’osso. Si parla tanto di salvaguardare la biodiversità del grano o delle mele, e ciò è giusto e sacrosanto. Se vale per i vitigni o i fagioli, perché non dovrebbe valere per la liturgia che è il punto più alto di contatto col divino? Il culto è il nostro primo dovere verso Dio e la celebrazione dei divini Misteri è la fucina e la fonte della grazia, di cui tanto abbiamo bisogno. Non è un vezzo, un convito per pochi, una mensa che imbandisce vivande diverse per rallegrare convitati volubili e in cerca di gusti nuovi.
Anche a questo riguardo l’ultimo volume di padre Didier Pietro Maria Baccianti è prezioso: si sofferma su ogni gesto e parola, su ogni postura e persino sul tono della voce e richiama la nostra attenzione su ciò che tendiamo sovente a dimenticare, ovvero Dio ascolta ogni parola, vede ogni gesto che facciamo. L’elemosina della vedova è il massimo che possiamo offrirgli, ed è anche il minimo. Quello che manca lo metterà Lui: Confitemini Domino quoniam bonus, quonimam in saeculum misericordia ejus, per dirla alla domenicana!
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Padre Didier Pietro Maria Baccianti OP., Confitemini Domino. Celebrare e servire la Santa Messa in rito domenicano, Edizioni Radio Spada, 158 pagine, 16 euro.